Latina, Verdi e Sinistra attaccano le proposte di Coluzzi: “retrograde e fuori dalle normative”

Latina, Verdi e Sinistra attaccano le proposte di Coluzzi: “retrograde e fuori dalle normative”

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Alleanza Verdi e Sinistra, insieme al Comitato di Latina Possibile, criticano duramente le idee avanzate dal consigliere Coluzzi (FdI), giudicate in contrasto con le normative ambientali e la logica della raccolta differenziata. Al centro del dibattito: inceneritori, cassonetti e il futuro di ABC.

Critiche alla destra per la proposta di inceneritore e TMB

LATINA, 9 maggio 2025 – Tornano a farsi sentire le voci di Alleanza Verdi e Sinistra e del Comitato di Latina Possibile, che in una nota congiunta attaccano quello che definiscono un “attacco scomposto e confuso” alla raccolta porta a porta e alla gestione pubblica dei rifiuti. Nel mirino finiscono ancora una volta le dichiarazioni del consigliere Gianluca Coluzzi, esponente di Fratelli d’Italia, che ha rilanciato l’ipotesi di realizzare un termovalorizzatore e un impianto TMB nel territorio della provincia.

L’ipotesi avanzata prevede anche l’eventuale creazione di una discarica comunale, possibilità che – si legge nella nota – potrebbe persino significare “riaprire Borgo Montello?”, un’ipotesi definita inaccettabile dagli esponenti ecologisti. La logica, spiegano, è quella di tornare a un modello “superato e non più sostenibile”, basato sullo smaltimento dei rifiuti anziché sulla riduzione e sul riciclo, principi ormai alla base delle direttive nazionali ed europee.

Dal punto di vista economico, secondo la nota, l’investimento in un impianto di incenerimento o in un TMB si rivelerebbe antieconomico. “Con l’obiettivo di ridurre l’indifferenziato – scrivono – un inceneritore non avrebbe abbastanza materiale da trattare, e diventerebbe inutile ancora prima di entrare a regime”.

Difesa del porta a porta e dei risultati ottenuti con ABC

Nel testo si sottolinea come l’attuale sistema di raccolta differenziata porta a porta, già attivo per il 75% delle utenze, abbia portato a risultati concreti: strade più pulite, meno degrado, e entrate economiche per il Comune. La sola vendita dei materiali riciclati – spiegano – porta nelle casse comunali circa un milione e mezzo di euro l’anno, una cifra che rischierebbe di scomparire con il ritorno ai cassonetti.

Non solo: la presenza di cassonetti stradali, secondo le esperienze passate, favorirebbe l’abbandono incontrollato dei rifiuti, il peggioramento della qualità dei materiali raccolti e il calo dei guadagni derivanti dal riciclo. “Chi vuole tornare indietro – si legge – ignora non solo le normative, ma anche il buon senso”.

Il timore dichiarato è che si voglia smantellare l’azienda speciale pubblica ABC, attiva nella gestione dei rifiuti, per convertirla in una SPA pubblica, seguendo – dicono – “il modello fallimentare di Latina Ambiente”. Questo significherebbe, secondo loro, spostare gli utili verso azionisti privati o misti, togliendo al Comune il controllo effettivo e “riducendo la gestione pubblica a un guscio vuoto”.

Le domande aperte alla Giunta e l’appello alla cittadinanza

Nel comunicato, Alleanza Verdi e Sinistra e il Comitato di Latina Possibile chiedono chiarezza alla Giunta guidata dalla sindaca Matilde Celentano. “Il consigliere Coluzzi parla a titolo personale o esprime la linea ufficiale di Fratelli d’Italia? E la Giunta, l’assessore all’ambiente, la maggioranza: sono d’accordo con le sue parole o no?”, si legge nella nota.

Si tratta, secondo i firmatari, di un passaggio delicato per il futuro della gestione dei rifiuti a Latina. Per questo motivo rilanciano anche la petizione online promossa da Legambiente, Federconsumatori, Cittadinanza Attiva, Quartieri Connessi e Presidio Latina Scalo, a favore del mantenimento di ABC come ente pubblico e dell’estensione del porta a porta a tutto il territorio.

La raccolta firme è disponibile all’indirizzo: https://chng.it/sLZbtGYmmV, e viene indicata come strumento per sostenere un modello che, secondo gli attivisti, ha già dimostrato di funzionare. “Non si tratta solo di rifiuti – concludono – ma di scelte politiche e di modelli di città”.

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