Una minaccia di stampo mafioso, pronunciata in modo indiretto durante un incontro avvenuto a Latina lo scorso ottobre, ha portato all’assegnazione della scorta alla procuratrice aggiunta Luigia Spinelli, 54 anni, originaria di Lamezia Terme. Il messaggio, lanciato durante un colloquio informale in un pub del centro, avrebbe avuto come destinataria proprio la pm, tornata a Latina nel 2024 dopo aver condotto per anni indagini contro la criminalità organizzata sul territorio laziale. La notizia, diffusa in queste ore, ha suscitato preoccupazione e solidarietà bipartisan, vista la delicatezza del ruolo ricoperto da Spinelli e l’impatto delle sue inchieste sulla rete mafiosa locale.
Il primo a commentare l’episodio è stato il senatore Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio del Senato, che ha definito l’intimidazione un “gesto vile” contro una magistrata che “ha sempre operato con coraggio e determinazione”. Secondo quanto riferito, la minaccia sarebbe arrivata in maniera indiretta, ma da una fonte vicina all’ambiente criminale, e avrebbe avuto caratteristiche riconducibili al metodo mafioso. Per questo motivo, le autorità competenti hanno ritenuto necessario predisporre misure di protezione immediata.
Un curriculum costruito sul contrasto alle mafie locali
Luigia Spinelli è tornata nella procura di Latina nel 2024 con l’incarico di procuratrice aggiunta, dopo aver già ricoperto il ruolo di sostituto procuratore tra il 2001 e il 2018. Negli anni successivi ha lavorato nella Direzione distrettuale antimafia di Roma, dove ha seguito in prima persona alcune delle inchieste più complesse contro i clan pontini, tra cui i procedimenti “Alba Pontina”, “Reset” e “Dirty Glass”, che hanno colpito le strutture economiche e operative della criminalità organizzata nel sud del Lazio.
Leggi anche:
Il suo ritorno a Latina aveva riacceso l’attenzione sul fronte giudiziario e investigativo del territorio. La magistrata ha continuato a occuparsi di procedimenti delicati e ha portato avanti inchieste incisive, anche con provvedimenti cautelari che hanno smantellato interi segmenti criminali. La reazione delle cosche, secondo gli inquirenti, potrebbe essere legata proprio alla linea dura tenuta da Spinelli nei confronti dei clan radicati tra Latina e il litorale.
Le reazioni dal mondo politico e istituzionale
Accanto al messaggio del senatore Calandrini, è arrivato anche quello del consigliere regionale Enrico Tiero, presidente della commissione Sviluppo economico del Lazio, che ha espresso “piena solidarietà alla magistrata”, sottolineando come il suo lavoro sia sempre stato segnato da “dedizione, integrità e risultati concreti”.
Tiero ha ricordato che Spinelli è una figura di riferimento per la legalità nel territorio pontino, e che la sua presenza a Latina rappresenta un “presidio di giustizia fondamentale”. Lo scenario attuale, segnato da una criminalità in parte mimetizzata e in parte ancora operativa, rende la sua attività ancora più delicata. La protezione assegnata si inserisce in un contesto in cui la minaccia non si limita più agli atti espliciti, ma passa anche attraverso sottintesi, pressioni indirette e segnali decifrabili solo da chi conosce i codici mafiosi.
Il fascicolo relativo all’intimidazione è ora sotto esame, mentre la procura mantiene il riserbo su eventuali sviluppi. Resta il fatto che, ancora una volta, una donna dello Stato è finita nel mirino, per aver fatto il proprio lavoro senza cedere ad alcun compromesso.