La scritta “Tav = mafie” riappare sul Musiné: la polarizzazione continua nella Valle di Susa

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La scritta "Tav = mafie" riappare sul Musiné: la polarizzazione continua nella Valle di Susa - Gaeta.it

Donatella Ercolano

18 Gennaio 2025

La controversia relativa al progetto della Torino-Lione torna a infiammare il dibattito pubblico nella Valle di Susa con la riapparizione della scritta “Tav = mafie” sul fianco della montagna del Musiné. Questa installazione visibile anche da lontano, realizzata con teli bianchi, si configura come una forte manifestazione di opposizione da parte degli attivisti No Tav. Dopo che la scritta era stata rimossa a inizio anno, il suo ripristino parziale riacutizza delle tensioni già esistenti tra sostenitori e oppositori del progetto infrastrutturale.

La storia della scritta e le reazioni politiche

La scritta “Tav = mafie” ha rappresentato per lungo tempo uno dei simboli più chiari della resistenza al progetto Tav, sottolineando la contrarietà di una vasta parte della popolazione della Valle di Susa. Igor Boni, rappresentante di Europa Radicale, ha riacceso la polemica dichiarando il suo disappunto e chiedendo nuovamente la rimozione della scritta. Boni ha argomentato che, oltre a violare il codice della strada, il messaggio veicolato fosse fuorviante e denigratorio.

L’amministrazione comunale, però, non aveva preso misure dirette per affrontare la questione, sollevando interrogativi su chi avesse rimosso la scritta iniziale. Con il ritorno di questa controversa frase, il dibattito si riaccende, evidenziando come il Musiné non sia solo un luogo di bellezza naturale, ma anche un simbolo di conflitto sociale e politico.

Il fatto che la scritta sia riapparsa proprio nel punto in cui era stata precedentemente rimossa porta a porsi domande su chi possa essere responsabile di questa operazione. Le divisioni tra chi sostiene il progetto dell’alta velocità e chi lo contesta si intensificano, e la montagna diventa ancora una volta il fulcro di manifestazioni che cercano di esprimere una forte disapprovazione verso le decisioni governative.

Il Musiné come simbolo di lotta e resistenza

Non è un caso che il Musiné sia diventato un “cartellone” di proteste visibili. Già in passato, questa montagna era stata teatro di manifestazioni artistiche e politiche, creando una tradizione di attivismo che continua a manifestarsi anche oggi. Nel contesto delle leggende e dei miti che circondano il Musiné, l’aggiunta di messaggi politici ne arricchisce il significato, trasformando il paesaggio locale in un palcoscenico di dissenso.

Questa installazione arriva in un momento in cui il dibattito sulla Tav è tornato alla ribalta, con varie opinioni che emergono sull’opportunità e le implicazioni del progetto. I sostenitori della Tav evidenziano l’importanza delle infrastrutture per il progresso economico, ma ci sono anche forti timori riguardo all’impatto ambientale e sociale dell’opera. La contestazione al progetto non si limita a slogan e scritte. Essa include una serie di manifestazioni, incontri e iniziative locali che cercano di coinvolgere la comunità.

La presenza dei nuovi teli sul Musiné aumenta la visibilità della lotta No Tav e offre un’importante piattaforma per esprimere malcontento e preoccupazioni. Ciò che accade nella Valle di Susa è una storia che non si esaurisce con un semplice messaggio, ma continua a svilupparsi attraverso le esperienze e le storie degli abitanti della zona.

Le implicazioni sociali e culturali della protesta

La riapparizione della scritta “Tav = mafie” sul Musiné va ben oltre un semplice atto di vandalismo o espressione di protesta. Essa rappresenta una vera spaccatura sociale, riflettendo la complessità delle dinamiche locali. Chi vive in Valle di Susa è spesso diviso tra la necessità di progresso economico e il desiderio di proteggere un territorio ricco di storia e tradizioni.

Questa tensione si traduce in manifestazioni di dissenso che possono, talvolta, sfociare nella violenza. Le operazioni che hanno visto coinvolti le forze dell’ordine e i manifestanti negli anni passati hanno segnato profondamente il tessuto sociale della valle. La scritta, quindi, diventa un simbolo non solo di opposizione a un progetto, ma di una lotta più ampia per l’identità, la cultura e il futuro di una comunità spesso messa in discussione.

In risposta a queste tensioni, i gruppi No Tav continuano a rinforzare la loro strategia di visibilità, cercando di coinvolgere sempre più cittadini in un dibattito aperto e inclusivo. Nonostante le sfide, il coinvolgimento della popolazione locale rimane uno degli aspetti più cruciali per il successo delle loro iniziative. Il Musiné, inteso come palcoscenico di questa resistenza, rimane un punto di riferimento centrale in questa lunga battaglia.