Negli ultimi giorni la provincia ha deciso di vietare la circolazione di moto e biciclette su un tratto finale della strada provinciale 18, sollevando preoccupazioni tra le comunità locali e gli enti ambientalisti. L’interdizione riguarda l’ultimo segmento tra il ponte sul torrente Rossendola a Ospitaletto e il Passo Pradarena. La decisione nasce da condizioni precarie del percorso, ma solleva dubbi su tempi e gestione dell’intervento che influiranno sull’accesso a una zona importante per turismo e attività all’aria aperta.
Lo stato critico della sp 18 tra frane e deterioramento
Il tratto di strada provinciale 18 al centro della polemica versa in una situazione definita da anni pericolosa e trascurata. Il terreno è segnato da frane, spesso mai sistemate o riparate in modo adeguato, e l’asfalto appare ampiamente alterato, con superfici sgretolate che complicano il passaggio di veicoli, soprattutto due ruote. Anche i guardrail sono fuori norma: troppo vecchi o danneggiati per garantire la sicurezza richiesta.
Da decenni i problemi si accumulano senza interventi strutturali decisivi, aspetto che contribuisce ad aumentare il rischio per chi frequenta questa strada. La presenza di moto e biciclette, adatte a una circolazione più veloce e più vulnerabile rispetto alle auto, peggiora ulteriormente la percezione di insicurezza. Il circolo fratelli d’italia alto crinale punta il dito contro questa situazione, parlando di una gestione sbagliata e mancate manutenzioni che avrebbero solo aggravato le condizioni.
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Il blocco del traffico per moto e bici, quindi, non viene visto come una tutela efficace, ma come il risultato finale di anni di trascuratezza, un provvedimento che arriva troppo tardi per evitare incidenti ma che al contempo limita ingiustamente la fruizione dell’area da parte dei turisti.
La reazione della provincia e l’incontro con il sindaco di ventasso
Per affrontare la situazione, la provincia ha fissato un tavolo di confronto con il sindaco di Ventasso e tutti i soggetti coinvolti, convocato entro breve. L’obiettivo dell’incontro è discutere su quali lavori intervenire, valutare soluzioni alternative e decidere i tempi d’intervento.
L’ente locale ha reso noto di voler iniziare i lavori tra luglio e agosto. Questo calendario porta con sé un problema non da poco: i mesi estivi corrispondono alla stagione turistica più intensa per l’area, così il cantiere rischia di condizionare seriamente l’afflusso di visitatori. La scelta dei tempi ha suscitato critiche da varie parti, perché mette a rischio il settore che sostiene numerose attività locali.
Chi contesta questa decisione sollecita soluzioni che non compromettano l’accessibilità né privino moto e bici della possibilità di transitare in sicurezza. Serve un compromesso che metta al primo posto la sicurezza ma tuteli anche gli interessi delle comunità e degli operatori turistici.
Il ruolo del parco nazionale appennino tosco-emiliano
Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, ha espresso una forte opposizione al provvedimento di divieto. Per lui, la scelta di vietare la circolazione non è la strada giusta da seguire. Ritiene che vietare moto e biciclette non risolva i problemi ma li nasconda.
Giovanelli propone di sostituire il divieto con una segnalazione chiara e dettagliata sulle condizioni rischiose della strada e con l’introduzione di limiti esecutivi sul traffico e sulla velocità. In questo modo, gli utenti sarebbero informati sui pericoli reali, e la gestione del traffico diventerebbe più regolata, senza rinunciare ad una presenza che è importante per il turismo lento e sostenibile dell’Appennino.
Dibattito aperto sulla tutela del territorio e la sicurezza
L’argomento, quindi, rimane aperto. La tutela del territorio e della sicurezza si deve confrontare con la necessità di mantenere attiva una via fondamentale per la comunità e per chi visita questa zona. Non mancano le pressioni per modificare la decisione presa, chiedendo un approccio più calibrato e meno restrittivo.