Il Perù sta affrontando una situazione difficile lungo le sue coste a causa di una mareggiata intensa accompagnata da venti forti legati all’alta pressione del Pacifico meridionale. Le autorità marittime hanno deciso di chiudere 88 dei 122 porti attivi nel paese, sospendendo tutte le attività marittime, dalla pesca alle operazioni ricreative. Il fenomeno interessa soprattutto la zona costiera centrale, dove si sono registrati un netto calo delle temperature e tempeste di sabbia a Pisco e Paracas, località particolarmente sensibili ai cambiamenti atmosferici.
Chiusura senza precedenti dei porti per motivi di sicurezza
La chiusura di 88 porti su 122 rappresenta una misura severa ma necessaria per garantire la sicurezza di persone e imbarcazioni. Le mareggiate hanno reso impraticabili molte operazioni nei terminal marittimi, creando condizioni di rischio elevato. La situazione coinvolge sia i grandi scali portuali sia quelli più piccoli, utilizzati dalla pesca artigianale e dal commercio locale.
Il blocco ha ripercussioni sull’economia legata al mare. La pesca, risorsa fondamentale per molte comunità costiere, è stata sospesa a causa delle condizioni proibitive. Anche il trasporto di merci via mare rischia rallentamenti, con possibili effetti sulle catene di approvvigionamento nazionali. In passato, eventi simili hanno causato interruzioni significative negli approvvigionamenti e difficoltà per molte realtà artigianali.
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Le autorità stanno monitorando l’evoluzione per valutare eventuali estensioni della chiusura, che potrebbe durare almeno fino a metà della prossima settimana. L’obiettivo principale è evitare incidenti in mare e mantenere sotto controllo la situazione.
Alta pressione del Pacifico meridionale e venti intensi
La mareggiata e i venti forti sono causati da un sistema di alta pressione atmosferica sul Pacifico meridionale. Questo fenomeno meteorologico, che genera masse d’aria fredda, stabile e secca, si forma al largo delle coste del Perù e del Cile settentrionale. L’alta pressione provoca venti intensi e onde alte lungo le coste, creando condizioni marine pericolose.
Secondo il Servizio Meteorologico Nazionale, il sistema dura diverse settimane e spesso porta fasi di mare agitato intenso. Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, alcune località peruviane e cilene hanno già registrato onde particolarmente alte che hanno influenzato la navigazione e la sicurezza delle attività in acqua.
I venti hanno raggiunto punte di oltre 60 chilometri orari, come a Pisco e Paracas, aumentando la forza delle onde e la turbolenza atmosferica. La massa d’aria fredda rafforza l’alta pressione e mantiene condizioni climatiche difficili da modificare nel breve periodo.
Effetti locali: tempeste di sabbia e calo delle temperature
Le tempeste di sabbia a Pisco e Paracas sono un effetto diretto dei venti forti e dell’aria secca portata dall’alta pressione. Queste tempeste riducono la visibilità e possono danneggiare le colture, oltre a rappresentare un rischio per la salute pubblica, causando problemi respiratori soprattutto nelle persone più vulnerabili.
Il calo delle temperature è un altro effetto della massa d’aria fredda associata all’alta pressione del Pacifico meridionale. Le temperature più basse rispetto alla media stagionale possono influire sul turismo, in particolare nelle zone costiere dove si concentrano attività legate al mare.
Questi fenomeni vanno oltre l’impatto diretto delle mareggiate. Agricoltori e operatori turistici devono affrontare condizioni improvvise e meno favorevoli, spesso costretti a rinunciare a giornate di lavoro o di riposo. Il Servizio Meteorologico segnala che eventi simili si verificano sporadicamente durante l’anno, con effetti rilevanti su vasta scala.
Le autorità regionali continuano a seguire l’evoluzione del clima e delle condizioni del mare per aggiornare le misure di sicurezza, soprattutto in vista di possibili prolungamenti della fase di alta pressione.