La Cina si conferma protagonista nel passaggio verso un modello energetico sostenibile, con sforzi economici e tecnologici che superano quelli di ogni altro Paese. Negli ultimi due anni ha destiato circa 1.600 miliardi di dollari alla rivoluzione verde, puntando su fotovoltaico, eolico, mobilità elettrica e nucleare. L’obiettivo principale è quello di raggiungere emissioni zero entro il 2030, spingendo per un sistema energetico più pulito e sostenibile.
La strategia cinese per lo sviluppo verde e la modernizzazione economica
L’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Jia Guide, ha presentato al Festival dell’Energia di Lecce la visione cinese della transizione energetica. Secondo lui, “per la Cina lo sviluppo verde non è solo una scelta ambientale, ma la strada principale per la modernizzazione del paese”. La nazione ha realizzato il più grande sistema al mondo di energie rinnovabili, che copre oggi il 56% del fabbisogno nazionale. Questo sistema include impianti solari ed eolici di grande scala, ma anche investimenti nel settore nucleare e nella mobilità elettrica.
Una scelta strategica per ridurre dipendenze e inquinamento
Questa spinta verso un mix energetico più pulito riflette la volontà di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e di affrontare le conseguenze ambientali legate all’inquinamento e al cambiamento climatico. La struttura sviluppata dalla Cina permette di produrre energia con fonti rinnovabili su una scala finora mai vista e di mantenere un ritmo di crescita economica forte ma meno impattante sull’ambiente.
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Il ruolo della collaborazione europea-cinese nella governance climatica
L’ambasciatore ha evidenziato che la cooperazione tra Cina ed Europa è fondamentale soprattutto davanti al disimpegno climatico avvenuto in altri paesi. La stabilità di questa relazione è considerata strategica per guidare insieme la governance del clima a livello globale. “Si tratta di mantenere un rapporto solido e duraturo che permetta di affrontare le sfide ambientali con politiche comuni e interventi condivisi.”
Alleanze per regolamentazione e innovazione
Da questa alleanza potrebbero nascere iniziative di regolamentazione ambientale, progetti di sviluppo tecnologico e scambi di know-how su energie rinnovabili e mobilità pulita. Non a caso, la collaborazione è vista come una leva per rafforzare la posizione di entrambi nei negoziati sul clima e per mettere in campo azioni coordinate negli anni a venire.
Impegno multilaterale e globalizzazione verde: le nuove direttrici di cina e europa
Oltre alla collaborazione bilaterale, l’ambasciatore ha aggiunto due altri temi cruciali per la transizione verde. Il primo è la difesa del multilateralismo. Cina ed Europa ritengono importante mantenere in vita spazi di confronto e strumenti condivisi per la governance del clima, evitando derive nazionaliste o unilateralismi che possono rallentare gli obiettivi comuni.
Promuovere un modello di sviluppo sostenibile globale
Il secondo tema riguarda la promozione di una globalizzazione verde. Questo significa lavorare per un modello di sviluppo economico sostenibile a livello mondiale, dove gli scambi commerciali e le relazioni internazionali tengano conto del rispetto dell’ambiente. L’obiettivo è evitare che la crisi climatica diventi un problema esclusivo di alcune aree geografiche, estendendo impegni e responsabilità a tutti i paesi.
Il 2025 segna anche il decennale dell’accordo di Parigi. A questo proposito la Cina ha ribadito la disponibilità a intensificare la cooperazione con l’Europa sulla base di questo traguardo, puntando a rafforzare insieme l’economia verde e nuove forme di sviluppo energetico. L’attenzione si concentra sulle politiche condivise e sugli investimenti che possano favorire un futuro più sostenibile sia sul piano ambientale che su quello economico.