Indagine a fermo su truffa al bonus 110%: denunciati sei professionisti per erogazioni pubbliche indebite

Indagine a fermo su truffa al bonus 110%: denunciati sei professionisti per erogazioni pubbliche indebite

La procura di Fermo indaga sei persone per truffa e percezione indebita di 3 milioni di euro legati al bonus 110%, con lavori incompleti e documenti falsificati in un condominio della città.
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La procura di Fermo ha denunciato sei persone per una truffa da 3 milioni di euro legata al bonus 110%, con lavori di riqualificazione energetica e sismica non completati ma falsamente attestati. - Gaeta.it

La procura di Fermo ha messo sotto accusa sei persone, coinvolte in un presunto raggiro sul cosiddetto bonus 110%, previsto per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici. L’inchiesta segue una segnalazione da parte di due proprietari di un appartamento che non hanno visto completati i lavori di ristrutturazione nel loro condominio. Le accuse principali riguardano la percezione indebita di fondi pubblici per un totale di circa 3 milioni di euro.

Chi sono i soggetti denunciati per il raggiro sul bonus 110% a fermo

I carabinieri di Fermo hanno individuato sei persone italiane denunciate per truffa in concorso e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Tra loro figura un amministratore delegato di 36 anni, a capo di una ditta laziale incaricata di realizzare i lavori. Sono stati coinvolti anche diversi professionisti tecnici: un geometra di 53 anni responsabile della sicurezza, un ingegnere di 56 anni che ha diretto la parte sismica, una amministratrice di condominio di 59 anni con ruolo di direttore responsabile dei lavori, un altro geometra di 49 anni che ha seguito la parte architettonica, e un ingegnere di 35 anni incaricato della parte energetica.

Articolazione dei ruoli e organizzazione

L’articolazione dei ruoli sottolinea come la truffa fosse organizzata su più livelli, con figure chiave incaricate di diverse fasi del progetto. Tutti risultano indagati per aver attestato falsamente il rispetto delle normative necessarie per ottenere i fondi previsti dal bonus, pur senza aver completato i lavori.

Come è nata l’indagine e le modalità della presunta truffa

L’indagine è partita dopo che una coppia proprietaria di un appartamento in un condominio di Fermo ha denunciato il mancato completamento dei lavori di riqualificazione previsti dal bonus 110%. Gli appaltatori e i tecnici avevano avviato l’iter necessario per i lavori di adeguamento energetico e sismico, ma i proprietari si sono accorti che i lavori non procedevano come previsto. Alla luce di questo, si sono rivolti alle autorità, chiedendo di verificare se fosse tutto in regola con la documentazione e lo stato dei lavori.

Le verifiche dei carabinieri hanno evidenziato che la documentazione allegata alle richieste per ottenere i fondi pubblici era incompleta o falsificata. I lavori non risultavano ultimati e quelli avviati non rispettavano quanto previsto dalla normativa sul bonus 110%. I fondi erogati, per un totale di 3 milioni di euro, sono quindi finiti sotto accusa per essere stati percepiti indebitamente.

Documentazione e fondi

L’accusa più grave riguarda proprio la falsificazione e la presentazione di documenti che attestavano un lavoro ben eseguito e completato, mentre in realtà i lavori erano parziali o carenti rispetto agli standard richiesti.

Implicazioni legali e i possibili sviluppi dell’inchiesta a fermo

Le accuse contestate ai sei indagati vanno dalla truffa in concorso alla percezione indebita di erogazioni pubbliche. La procura di Fermo prosegue nelle indagini per approfondire l’entità effettiva del danno e definire la responsabilità di ciascuno. L’obiettivo è capire se ci siano altri coinvolti e verificare la completezza delle pratiche amministrative e tecniche legate ai lavori.

Possibili sviluppi futuri

Le indagini potrebbero allargarsi, coinvolgendo altri cantieri o soggetti responsabili di pratiche analoghe, considerando la portata economica ingente del bonus 110% a livello nazionale. La vicenda riflette le difficoltà di controllare una misura di sostegno così articolata, che richiede infatti un attento monitoraggio per evitare abusi. Si attendono sviluppi nelle prossime settimane con possibili procedimenti giudiziari che coinvolgerebbero maggiormente i professionisti denunciati.

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