Il telescopio solare Daniel K. Inouye svela strisce magnetiche sottilissime sulla superficie Del Sole

Il telescopio daniel k. inouye ha rilevato strisce magnetiche ultrafini sulla fotosfera solare, migliorando la comprensione della dinamica magnetica e delle influenze sul meteo spaziale terrestre.
Il Telescopio Solare Daniel K Il Telescopio Solare Daniel K
Il telescopio Daniel K. Inouye scopre sottili strisce magnetiche sul Sole. - Gaeta.it

La fotosfera, la superficie visibile del Sole, è stata osservata con un livello di dettaglio mai raggiunto prima grazie al telescopio solare Daniel K. Inouye, uno degli strumenti più avanzati per lo studio del Sole. Per la prima volta sono state individuate strisce magnetiche ultrafini, larghe circa 20 chilometri, che permettono di comprendere meglio l’influenza dei campi magnetici sui movimenti e sulla struttura della fotosfera. Questi risultati offrono nuovi elementi per analizzare la dinamica solare su scale ridotte, un progresso significativo per la fisica solare e le previsioni del meteo spaziale.

Osservazioni a raggio stretto: le striature magnetiche viste nel dettaglio

Le immagini raccolte dal telescopio Daniel K. Inouye mostrano per la prima volta strisce molto sottili di luce e ombra sulla superficie solare. Queste strisce, visibili all’interno delle celle convettive chiamate granuli, hanno una larghezza di circa 20 chilometri. Il fenomeno è dovuto a formazioni magnetiche simili a tende sottili che si muovono sopra o attorno ai granuli. Queste strutture magnetiche modificano la luce proveniente dalle pareti calde dei granuli quando la attraversano.

Se il campo magnetico è più debole all’interno della “tenda” rispetto all’esterno, la zona appare scura; se invece è più intenso, si osserva una sfumatura luminosa. Questi contrasti tra aree chiare e scure rendono visibili dettagli che fino a poco tempo fa non era possibile osservare direttamente. La scelta di osservare in banda G ha permesso di mettere in evidenza le regioni con maggiore attività magnetica e di distinguere con chiarezza le strutture più sottili.

Il ruolo unico del telescopio Daniel K. Inouye nelle scoperte solari

Il Daniel K. Inouye Solar Telescope, situato alle Hawaii e gestito dalla National Science Foundation degli Stati Uniti, ha ampliato le possibilità di osservazione del Sole. Con uno specchio primario da 4 metri, il più grande al mondo per questo tipo di applicazioni, il telescopio raggiunge una risoluzione spaziale superiore a 0,03 secondi d’arco, corrispondente a circa 20 chilometri sulla superficie solare.

Questa precisione ha permesso di individuare dettagli molto più piccoli rispetto al passato. Lo strumento Visible Broadband Imager , impiegato nelle osservazioni, è fondamentale per rilevare le sottili variazioni di luminosità causate dai campi magnetici. Il telescopio è stato progettato anche per studiare la magnetometria della corona solare, essenziale per comprendere il meteo spaziale e i fenomeni violenti che si verificano nell’atmosfera esterna del Sole.

Fluttuazioni magnetiche sottili: cosa indicano le striature nella fotosfera

Le strisce magnetiche evidenziano fluttuazioni nei campi magnetici di circa un centinaio di gauss. Per fare un paragone, si tratta di una forza simile a quella di una calamita da frigorifero, ma applicata su superfici che influenzano la densità e l’opacità del plasma solare. Queste variazioni modificano la superficie visibile, la fotosfera, spostandola di pochi chilometri.

Questi spostamenti, noti come depressioni di Wilson, sono stati osservati con chiarezza grazie all’elevata risoluzione del telescopio. Le immagini offrono una visione più precisa della pressione magnetica e delle strutture della superficie solare a una scala prima inaccessibile. Questi dati contribuiscono a comprendere la fisica che regola i fenomeni magnetici sulla fotosfera.

Importanza dell’analisi delle strutture magnetiche per la fisica solare

L’analisi dettagliata della rete magnetica sulla superficie del Sole aiuta a migliorare la comprensione degli eventi energetici che coinvolgono la corona solare, come brillamenti, eruzioni e espulsioni di massa coronale. Questi fenomeni influenzano il meteo spaziale, che può avere effetti sulle tecnologie terrestri, satelliti e comunicazioni.

La scoperta delle striature magnetiche apre la strada a ulteriori studi su strutture più piccole e complesse, finora considerate irraggiungibili con strumenti terrestri. Il confronto tra osservazioni e simulazioni avanzate rafforza le teorie sulla dinamica magnetica del Sole e contribuisce a sviluppare modelli più precisi dell’attività solare.

Il telescopio Daniel K. Inouye permette di osservare il Sole con un livello di dettaglio prima impensabile. La registrazione delle striature magnetiche ultrafini sulla fotosfera rappresenta un passo importante per la fisica solare, offrendo nuove prospettive per studiare l’interazione tra campi magnetici e luce e per prevedere fenomeni che influenzano direttamente la Terra e l’ambiente spaziale circostante.