La tragedia di Andrea, il giovane di Lanciano che si è tolto la vita a Perugia, continua a scuotere l’opinione pubblica. Andrea ha deciso di farla finita mentre era in chat con Emiliano, un coetaneo romano accusato di averlo spinto a quel gesto estremo. La vicenda si è trasformata in una battaglia legale e morale, con la famiglia che denuncia un vuoto di giustizia e chiede risposte.
Michele Prospero: “Una sentenza che fa male, non è giustizia”
Michele Prospero, il padre di Andrea, ha aperto il suo cuore raccontando il dolore che lo accompagna da quel 19 gennaio a Perugia, giorno della morte del figlio. Andrea ha scelto di morire mentre parlava in chat con Emiliano Volpe, il 19enne romano indagato per istigazione al suicidio. Michele ha definito la sentenza finora emessa “una presa in giro”. Per lui, non si può parlare di vera giustizia.
“La famiglia ha subito un doppio colpo: prima la perdita di Andrea, poi un processo che non ci ha dato risposte,” ha detto. Ha sottolineato come quella condanna non riconosca davvero il dolore che hanno vissuto né la responsabilità dell’imputato, lasciando un senso profondo di sconfitta e frustrazione.
La denuncia di Michele è un appello a chi di dovere: serve una risposta più chiara e decisa. Per lui, il procedimento finora non è stato all’altezza, non solo come padre ma come famiglia intera. Questo caso ha acceso un dibattito difficile su chi, anche a distanza, può influenzare in modo letale una persona. La rabbia e il dolore di Michele mostrano quanto sia complicato trovare un minimo di pace davanti a una tragedia così grande.
Emiliano Volpe: mesi di chat e la richiesta di patteggiamento
Emiliano Volpe, il ragazzo di Roma accusato di aver spinto Andrea al suicidio, è stato arrestato e messo ai domiciliari. L’accusa è di istigazione al suicidio. La sua posizione ruota intorno a una lunga relazione virtuale con Andrea, durata mesi, durante la quale avrebbe dato indicazioni precise su come usare farmaci per togliersi la vita. Non si sono mai incontrati di persona, tutta la comunicazione è passata dalla rete.
Questo dettaglio rende la vicenda ancora più inquietante: un uso distorto della rete per spingere qualcuno verso un gesto fatale.
Al momento, Emiliano ha chiesto di chiudere la vicenda con un patteggiamento, evitando un processo ordinario. La richiesta ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi pensa sia giusto accelerare, chi invece crede che un caso così grave meriti un giudizio completo.
La difesa potrebbe puntare sul fatto che si tratta di una relazione solo virtuale, per alleggerire la responsabilità. Ma dall’altra parte c’è la consapevolezza del pericolo che può nascondere un contatto online quando si trasforma in pressione fatale. Il caso apre anche il tema del controllo delle attività sul web e del ruolo delle forze dell’ordine per prevenire tragedie simili. La comunità resta in attesa di risposte, mentre il procedimento va avanti per far luce su ogni dettaglio.
La tragedia di Andrea a Perugia: cosa è successo
Andrea, studente di Lanciano, si è tolto la vita il 19 gennaio 2025 a Perugia, dove si trovava per motivi di studio. Il suicidio è avvenuto mentre era in chat con Emiliano Volpe, che gli suggeriva di usare un mix di farmaci per portare a termine il gesto. Quel dialogo, apparentemente normale, ha preso una piega drammatica e nessuno avrebbe potuto immaginare l’esito.
La ricostruzione è arrivata dalle indagini sulle conversazioni online e dalla collaborazione della famiglia con le autorità. Le chat hanno mostrato chiaramente il ruolo attivo di Emiliano nel guidare Andrea verso il suicidio. A quel punto sono scattate le indagini e l’arresto del ragazzo romano. È emerso che Andrea, già in difficoltà, è stato spinto da un’influenza esterna pericolosa, fino al gesto estremo.
Questa storia fa riflettere sulle relazioni virtuali quando diventano pericolose. Perugia si è trovata al centro di un caso che non riguarda solo un dramma personale, ma solleva questioni più ampie: la protezione dei giovani nei social e nelle chat private. La vicenda ha riacceso il dibattito su come prevenire il suicidio e sull’importanza di intercettare i segnali di sofferenza prima che sia troppo tardi.