Il nuovo film di Leonardo Di Costanzo, “Elisa”, presentato in concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia, porta sullo schermo una storia intensa fatta di colpa, amnesia e possibilità di riscatto. Il racconto segue Elisa, una donna detenuta da dieci anni per un omicidio di cui non ricorda nulla, mentre cerca di ricostruire il proprio passato grazie all’aiuto di un criminologo. La pellicola si concentra sul rapporto difficile tra senso di colpa e desiderio di redenzione, offrendo un punto di vista umano e politico su cosa significhi affrontare un atto violento.
Il personaggio di Elisa e la sfida dell’amnesia nel film
Barbara Ronchi interpreta Elisa, una donna che ha ucciso la sorella maggiore e che convive con la perdita della memoria riguardo al delitto compiuto. Il personaggio emerge lentamente grazie a sedute con un criminologo, assunto a interpretare il ruolo di Alaoui per Roschdy Zem, che tenta di far riaffiorare ricordi perduti. L’assenza di memoria si traduce in un viaggio interiore dove la protagonista deve confrontarsi con il proprio passato e il peso di una colpa che appare trasformata, quasi attiva.
Durante le riprese, l’attrice ha lavorato per molti mesi facendo prove continue, aggiungendo nuovi elementi man mano che emergevano dettagli cruciali della personalità di Elisa. La continuità delle sessioni ha mantenuto vive le sorprese sul set, riflettendo il percorso reale di chi tenta di scoprire un vissuto nascosto. Il personaggio di Elisa rappresenta così la complessità di una donna segnata dal crimine e da un senso di colpa che si trasforma da passivo a qualcosa da affrontare e comprendere.
Il confronto tra vittima e colpevole: i dialoghi e i ruoli nel film
Il fulcro del film sono gli incontri tra Elisa e il criminologo, che si sviluppano in un clima intimo dentro una struttura di semilibertà. Questi confronti diventano occasione per tirare fuori emozioni e ricordi, grazie a dialoghi scritti da Di Costanzo con Bruno Oliviero e Valia Santella. Lo psicologo non lavora solo con la colpa, ma anche con l’indulgenza, cercando di mantenere equilibrio tra empatia e distacco professionale.
Valeria Golino interpreta Laura, un personaggio che rappresenta le vittime di violenza. Il suo ruolo evoca la perdita senza colpa, essendo madre di un giovane ucciso in una rissa. La presenza di Laura offre una prospettiva speculare rispetto a Elisa sul tema del perdono, sottolineando che il film non cerca risposte definitive ma spinge lo spettatore a confrontarsi con interrogativi morali profondi.
La visione politica del regista sulla colpa e la redenzione
Leonardo Di Costanzo, già noto per “Ariaferma”, descrive “Elisa” come un film politico che evita la semplice condanna. Non si tratta di inchiodare il colpevole alla sua colpa, né di cercare una vendetta. Al contrario, la pellicola esplora la possibilità di recupero umano con uno sguardo che rifugge il manicheismo.
Il regista evidenzia come il senso di colpa possa non restare un peso passivo, ma trasformarsi in un percorso attivo di elaborazione e cambiamento. Questo approccio rende il film più di un racconto giudiziario e lo tramuta in un’indagine sulla natura umana e sulla linea sottile tra chi commette un crimine e chi no. Il gesto violento rimane l’unico confine netto, mentre i pensieri che vi portano dentro sono comuni a tutti.
Il cast e la produzione dietro il progetto
Accanto a Barbara Ronchi e Roschdy Zem, compaiono attori come Diego Ribon, Valeria Golino, Giorgio Montanini e Hippolyte Girardot nel cast principale. La produzione è a cura di Tempesta con Rai Cinema. L’ambientazione e la messa in scena si concentrano su spazi chiusi e momenti intensi di confronto, caratteristica che amplifica l’impatto emotivo e psicologico della vicenda narrata.
“Elisa” sarà nelle sale italiane a partire da domani grazie alla distribuzione di 01 Distribution, offrendo un’opportunità per riflettere sull’umanità nascosta dietro atti estremi e sulla complessità degli esseri umani messi di fronte a situazioni difficili.