Cercare tartufi è un’attività affascinante che unisce passione, pazienza e rispetto per la natura.
Chiunque abbia assistito almeno una volta a una battuta di ricerca sa che si tratta di una vera e propria caccia al tesoro, fatta di silenzio, intuizione e complicità con il proprio cane da tartufo.
Tuttavia, non si può improvvisare “tartufai” da un giorno all’altro: per andare a tartufi in modo legale è necessario conoscere e rispettare alcune norme precise.
Serve il patentino per cercare tartufi
Il primo passo per chi desidera dedicarsi alla raccolta dei tartufi è ottenere il patentino di abilitazione, un documento ufficiale che autorizza alla ricerca e raccolta.
Il tesserino viene rilasciato dalla Regione di appartenenza dopo il superamento di un esame teorico-pratico, durante il quale il candidato deve dimostrare di conoscere:
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le principali specie di tartufo presenti sul territorio;
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le tecniche corrette di raccolta;
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le norme nazionali e regionali che regolano la materia.
Il patentino, corredato di fotografia, deve essere rinnovato ogni anno, e la sua mancanza comporta sanzioni anche pesanti in caso di controlli.
Si può andare a tartufi solo in determinati periodi
Non tutti i tartufi si raccolgono tutto l’anno. Ogni specie ha la propria stagionalità, stabilita da precise normative regionali.
Per esempio:
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il tartufo bianco pregiato si raccoglie generalmente tra ottobre e dicembre;
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il tartufo nero pregiato tra novembre e marzo;
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il tartufo estivo (scorzone) da maggio ad agosto.
Ogni Regione pubblica annualmente un Calendario ufficiale di raccolta, che indica i periodi consentiti per ciascuna varietà.
Raccogliere tartufi fuori stagione, oltre a danneggiare l’ambiente, rappresenta una violazione sanzionabile per legge.
Gli obblighi da rispettare durante la raccolta
Andare a tartufi non significa soltanto saperli trovare, ma anche saperli rispettare.
Chi pratica questa attività deve seguire alcune regole fondamentali, spesso comuni a tutte le regioni italiane:
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È vietato cercare tartufi di notte o al di fuori degli orari consentiti;
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Non si possono raccogliere esemplari immaturi o avariati, per non compromettere il ciclo naturale del fungo;
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È obbligatorio utilizzare un cane addestrato, indispensabile per individuare i tartufi senza danneggiare il terreno;
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Si deve usare solo il vanghetto o zappetto apposito per l’estrazione, mai strumenti improvvisati;
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Dopo ogni raccolta, è necessario richiudere accuratamente la buca per non compromettere la crescita futura dei tartufi.
Queste norme, oltre a tutelare il patrimonio naturale, garantiscono che la raccolta resti sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Il ruolo del rispetto ambientale
La cerca del tartufo è anche un atto di equilibrio con la natura. I cercatori esperti sanno che un terreno depredato o maltrattato non produrrà più tartufi negli anni successivi.
Per questo motivo, la raccolta deve sempre avvenire in modo etico e responsabile, evitando di rovinare l’ecosistema del sottobosco e preservando il rapporto millenario tra pianta, tartufo e territorio.
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Un modo sicuro e consapevole per portare in tavola il vero sapore della natura italiana.