Un tribunale federale in Florida ha bocciato la causa da 15 miliardi di dollari che Donald Trump aveva presentato contro il New York Times. Il giudice ha spiegato che il documento della denuncia era troppo esteso, con contenuti inutili e ripetitivi che violavano le regole processuali. I legali di Trump avranno comunque la possibilità di ritirare e modificare la richiesta prima di ripresentarla.
Rigetto della causa per violazione delle regole processuali
Il giudice Steven Merryday ha emesso la sua sentenza rigettando la causa perché la denuncia superava i limiti imposti dal tribunale su come devono essere presentati i documenti legali. La decisione si basa sulla constatazione che l’atto di citazione conteneva elementi ridondanti e dettagli eccessivi che appesantivano il fascicolo senza aggiungere contenuti rilevanti. Merryday ha definito la denuncia come una violazione “inequivocabile e imperdonabile” delle norme, sottolineando la necessità che ogni atto legale sia chiaro e conciso per garantire un corretto svolgimento del processo.
Nel testo, infatti, molti passaggi erano definibili come “ripetitivi, superflui e floridi”, cioè non solo inutili ma anche eccessivamente prolissi. Questa struttura, secondo il giudice, rendeva difficile per la controparte e per il tribunale valutare rapidamente e in modo efficace le accuse mosse. Il rigetto non implica un giudizio sulla fondatezza delle pretese di Trump, ma si limita a una questione formale di rispetto delle regole di presentazione.
Possibilità di revisione della denuncia entro un mese
Il tribunale ha concesso a Donald Trump e ai suoi legali la possibilità di correggere la denuncia e ripresentarla entro trenta giorni. Questo significa che l’azione legale potrà essere riformulata e alleggerita, eliminando le parti che il giudice ha definito inutili o ridondanti. Il Team legale dovrà quindi rivedere l’intero documento e focalizzare le accuse in modo più sintetico e preciso, probabilmente rimuovendo dettagli superflui.
Questa decisione lascia aperta la strada alla prosecuzione della causa, a patto che venga rispettata la forma richiesta. Entro questo termine, i legali di Trump potranno quindi preparare una nuova versione dell’atto di citazione, disponibile per essere nuovamente valutata dalla corte. Ciò consente un adeguamento alle regole procedurali senza che la causa venga definitivamente chiusa in questa fase.
Contesto della causa tra Donald Trump e New York Times
La causa da 15 miliardi di dollari rappresenta un tentativo di Donald Trump di citare in giudizio il New York Times per presunte diffamazioni e danni legati a articoli pubblicati. Sebbene non siano entrati nel merito delle accuse nella decisione del giudice, l’importo della richiesta indica la dimensione delle tensioni tra l’ex presidente e il giornale. Questo caso si inserisce in un più ampio contesto di azioni legali e controversie che vedono Trump coinvolto con media e altre istituzioni.
La decisione del tribunale federale della Florida fissa quindi un precedente per l’andamento delle cause tra Trump e operatori dell’informazione, ribadendo soprattutto il rispetto delle regole formali come presupposto minimo per portare avanti un giudizio. Restano attesi gli sviluppi della querela una volta che verrà ripresentata in forma conforme.