Carmine Gallo: morte naturale, archiviato il caso legato alle cyber-spie

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Carmine Gallo, esclusa la pista delle cyber-spie. - Gaeta.it

Armando Proietti

9 Settembre 2025

Si chiude con una richiesta di archiviazione il fascicolo sulla morte di Carmine Gallo, ex poliziotto coinvolto nell’inchiesta milanese su presunte attività di cyber-spionaggio e dossieraggio illegale. Le indagini medico-legali hanno escluso cause sospette, confermando che Gallo è morto per cause naturali lo scorso 9 marzo a Garbagnate Milanese.

Infarto fatale, nessun dubbio sulla causa della morte

Gli accertamenti medico-legali hanno stabilito chiaramente che la morte di Carmine Gallo è stata causata da un infarto. I test tossicologici e gli altri esami non hanno rilevato tracce di sostanze esterne o segni di violenza che potessero far pensare a un evento diverso da un decesso naturale. L’ex poliziotto soffriva già di patologie che avevano compromesso il suo stato di salute, e l’incidente cardiaco si è verificato proprio in questo contesto.

La perizia, coordinata dalla procura di Milano e dal pm Giancarla Serafini, è stata molto dettagliata. Nessuna ipotesi è rimasta aperta. Le analisi tossicologiche hanno escluso avvelenamenti o somministrazioni di sostanze dannose. In definitiva, è emerso un quadro chiaro: morte naturale, senza elementi che suggeriscano altro.

L’indagine sulle cyber-spie e il ruolo di Gallo

Carmine Gallo era agli arresti domiciliari dal 25 ottobre 2024, coinvolto in un’indagine su attività illegali legate all’agenzia di investigazione Equalize. Le accuse riguardavano dossieraggi illeciti e accessi non autorizzati a banche dati, con sospetti di cyber-spionaggio.

Gallo era una figura centrale nell’inchiesta e stava collaborando con gli inquirenti per chiarire la sua posizione. La sua morte aveva sollevato dubbi, anche per la delicatezza del caso. Per questo gli investigatori hanno disposto tutte le analisi possibili, comprese quelle tossicologiche, per escludere qualsiasi legame tra il decesso e l’inchiesta in corso.

Dall’autopsia all’archiviazione: il percorso degli accertamenti

Dopo la morte, i primi risultati dell’autopsia, arrivati il 12 marzo, indicavano già una causa naturale. Gli inquirenti hanno però atteso gli esami più approfonditi per avere conferme. Grazie a verifiche accurate e al lavoro di diversi specialisti, è stato escluso un intervento esterno o sospetto.

Con queste evidenze, il pm Giancarla Serafini ha chiesto l’archiviazione dell’indagine, che vedeva come indagati persone al momento ignote. Così si chiude un procedimento seguito con attenzione, che aveva puntato a chiarire le cause del decesso e le sue dinamiche, in un momento delicato per la procura milanese e per chi era coinvolto nell’inchiesta.

La vicenda si conclude quindi senza sviluppi giudiziari legati a responsabilità dirette per la morte di Carmine Gallo, confermando come naturale il suo decesso, secondo le analisi medico-legali.