L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha aperto il suo ottantesimo ciclo con un appello forte della nuova presidente, Annalena Baerbock. In vista dell’elezione del prossimo Segretario Generale, prevista nel 2026, la Baerbock ha sollevato il tema della rappresentanza femminile a livello massimo dell’ONU. Nel suo intervento, ha sottolineato come mai, in ottant’anni di storia, una donna abbia ricoperto questo ruolo cruciale, mentre metà del mondo è rappresentato da donne e ragazze.
Il ruolo di annalena Baerbock nella scelta del successore di guteres
Annallena Baerbock, ex ministra degli Esteri della Germania, è alla guida dell’Assemblea Generale fino a settembre 2026. In questo mandato riveste un ruolo fondamentale nella selezione del prossimo Segretario Generale, che succederà ad Antonio Guterres con il suo mandato in scadenza il 31 dicembre 2026. Baerbock dovrà collaborare direttamente con il Presidente del Consiglio di Sicurezza per condurre gran parte del processo di nomina.
Il meccanismo prevede l’invio di una lettera congiunta agli Stati membri dell’ONU per invitarli a spedire le candidature ufficiali alla carica più alta dell’organizzazione. Successivamente, l’Assemblea Generale sarà sede di sessioni pubbliche dove i candidati presenteranno la loro visione e risponderanno alle domande provenienti sia dai rappresentanti degli Stati membri, sia dalla società civile organizzata.
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Questa fase pubblica appare pensata per rendere trasparente un processo tradizionalmente più riservato, mettendo in luce i diversi profili e programmi dei candidati in campo.
Il procedimento di selezione e votazione previsto per il 2026
Dopo le presentazioni pubbliche, spetterà al Consiglio di Sicurezza procedere con votazioni informali, chiamate straw polls. Questi scrutini servono a rilevare il livello di sostegno che ogni candidato riesce a raccogliere tra gli Stati con diritto di veto. Da qui emergerà un candidato preferito, la cui designazione sarà poi sottoposta al voto finale dell’Assemblea Generale.
La votazione definitiva avviene in genere nell’ultimo trimestre dell’anno, poco prima del termine del mandato di Guterres. Questo calendario consente un passaggio di consegne ordinato, con ampi margini per la coordinazione e la conferma politica dei leader mondiali.
La richiesta della Baerbock di scegliere una donna come prossimo Segretario Generale rilancia un dibattito aperto in più occasioni negli ultimi anni sulla rappresentanza di genere nelle più alte posizioni internazionali. Il fatto che, fino ad oggi, nessun esercizio della carica sia stato ricoperto da un profilo femminile lascia emergere una disparità che l’ONU potrebbe affrontare con un cambiamento storico.
Il significato politico e simbolico della candidatura femminile all’Onu
Baerbock ha sottolineato come la scelta di una donna per la sede più alta delle Nazioni Unite invierebbe un messaggio potente riguardo all’identità dell’organizzazione e al suo impegno nel rappresentare tutti i popoli della terra. Alle donne e alle bambine, che costituiscono la metà della popolazione mondiale, tradizionalmente non corrisponde una pari presenza ai vertici decisionali.
Il richiamo della presidente dell’Assemblea alla disparità cronica, nonostante la disponibilità di potenziali candidate, mette in luce una questione culturale e politica radicata. La decisione che sarà presa nel 2026 assumerà così una valenza che oltrepassa il semplice cambio di leadership e potrà influire sulla percezione globale sulle pari opportunità nelle istituzioni multilaterali.
Le Nazioni Unite, nate 80 anni fa per garantire la pace e la cooperazione, si trovano oggi a un punto in cui le scelte di leadership sottintendono temi di inclusione e parità che riguardano milioni di persone nel mondo. La fase di selezione in arrivo presenta dunque un appuntamento delicato sia dal punto di vista istituzionale che simbolico.