Un altro stabilimento balneare chiude i cancelli sul litorale romano. Questa mattina, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale hanno eseguito il sequestro preventivo dello stabilimento Il Capanno a Ostia, su disposizione del Gip di Roma. Le indagini, avviate mesi fa, hanno evidenziato opere edili abusive realizzate oltre i limiti previsti dalla concessione demaniale. Il provvedimento arriva a pochi giorni dal blocco del Venezia, altro storico stabilimento oggetto di analoghe contestazioni.
Le prime anomalie erano state rilevate già a maggio, al termine di controlli incrociati tra le Fiamme Gialle e la Polizia municipale. Dopo la chiusura del Venezia, l’attenzione si è spostata sulle altre strutture della zona, e tra queste Il Capanno. Gli accertamenti tecnici hanno portato a documentare una serie di interventi edilizi non autorizzati, poi segnalati alla Procura. Secondo fonti investigative, la linea scelta dai gestori sarebbe ora quella di sanare gli abusi e tentare di ottenere una revoca del sequestro per riprendere l’attività entro l’estate.
Tensione tra i balneari: “Colpiti nel momento peggiore”
Il clima tra i gestori degli stabilimenti è teso. Lo dimostrano le parole di Eddy Moscara, presidente provinciale di Fib-Confcommercio e titolare dello stabilimento Belsito. “È l’ennesimo sequestro che arriva in un momento sospetto,” ha dichiarato, sottolineando che oltre ai danni strutturali, ora ci sono anche 100 lavoratori fermi solo per Il Capanno, che si sommano agli altri già colpiti dalla chiusura del Venezia e da analoghi provvedimenti in stabilimenti minori.
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Moscara chiede spiegazioni alla Procura di Roma, accusando le istituzioni di non aver concesso nessuna possibilità di continuità, nemmeno attraverso la nomina di un commissario, come avviene spesso nel caso delle imprese sequestrate per reati economici. “Non ci è stato dato modo di salvare l’attività, nemmeno in parte,” afferma, segnalando che in alcuni casi gli abusi sarebbero parziali, e quindi sanabili.
La scena descritta sul lungomare è quella di una fuga disordinata: “C’è gente con le borse in mano, che ha recuperato le proprie cose dalle cabine in fretta e furia,” racconta Moscara. “Un’immagine triste, che svuota ancora di più il mare di Roma. Se continua così, nessuno si sentirà al sicuro.”
Una linea dura che potrebbe colpire altri stabilimenti
Il sequestro de Il Capanno potrebbe non restare un caso isolato. Secondo quanto filtra dagli ambienti giudiziari, altre strutture sono sotto osservazione, e nuovi provvedimenti non sono esclusi. L’iniziativa della magistratura punta a ripristinare la legalità sulle concessioni demaniali, spesso oggetto di modifiche strutturali mai autorizzate. Ma per i balneari si tratta di un attacco diretto al settore, in un momento cruciale per la stagione.
Le verifiche proseguiranno anche nei prossimi giorni. Intanto, decine di famiglie restano senza reddito, e migliaia di turisti rischiano di trovare accessi negati e spiagge vuote in piena estate. La battaglia tra legalità e sopravvivenza economica si gioca metro dopo metro, cabina dopo cabina, su un lungomare sempre più fragile.