Questa mattina a Taranto, in via Cesare Battisti, un bambino di tre anni è caduto dal terzo piano di un condominio. Il piccolo ha subito una frattura al bacino ma resta fuori pericolo. L’incidente ha suscitato molta preoccupazione, ma il pronto intervento dei soccorritori e una particolare circostanza hanno mitigato le conseguenze.
La caduta dal terzo piano e il ruolo decisivo dei fili per stendere i panni
L’episodio si è verificato nei primi giorni del 2025 in un palazzo di via Cesare Battisti. Il bambino, di soli tre anni, è precipitato da una finestra o da un balcone al terzo piano. Fortunatamente, la caduta non è stata diretta a terra ma è stata attenuata da una rete improvvisata formata dai fili per stendere i panni installati sui balconi sottostanti. Questi fili, probabilmente carichi di biancheria, hanno rallentato la discesa del piccolo, evitando un impatto violento e potenzialmente letale.
Sul posto sono arrivati rapidamente i sanitari del 118. Hanno stabilizzato il bambino e lo hanno trasportato in codice rosso all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Le prime indagini mediche hanno evidenziato una frattura al bacino, ma le altre condizioni generali del paziente non destano preoccupazione. La prognosi rimane quindi riservata ma non critica, lasciando sperare in una piena ripresa. La polizia di Stato ha avviato le verifiche necessarie per ricostruire nel dettaglio le circostanze della caduta. Gli agenti ascolteranno testimoni e familiari per capire cosa abbia spinto il piccolo fuori dalla finestra o balcone.
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Un episodio simile a Taranto nel 2019: la storia di nadia
Il fatto ha ricordato a molti un precedente incidente avvenuto sempre a Taranto, nel quartiere Paolo VI, nel 2019. In quell’occasione, una bambina di sei anni, Nadia, era stata lanciata dal padre dal sesto piano di un palazzo durante una lite familiare violenta. La dinamica drammatica dell’evento era stata scioccante per la comunità locale.
Nonostante la gravità delle lesioni, che includevano traumi cranici e toraco-addominali, la bambina era sopravvissuta. Il percorso di cura di Nadia è stato particolarmente impegnativo e ha previsto il trasferimento all’ospedale Gemelli di Roma, dove ha completato la fase di riabilitazione. Oggi Nadia vive fuori regione, accolta in una nuova famiglia, e conduce una vita più serena, lontana dal luogo dell’incidente e dalla tragedia familiare che aveva vissuto.
Questo caso resta un esempio di come, anche in situazioni estreme e difficili, il destino possa riservare un esito positivo. La vicenda del bambino caduto a fine 2024 riporta l’attenzione sulla necessità di vigilanza nelle abitazioni e sulla rapidità d’intervento in casi di emergenza. L’attività delle forze dell’ordine continua sull’incidente di oggi per chiarire ogni dettaglio della dinamica e assicurare la tutela del minore.