Alzheimer in Italia: oltre un milione di casi, cresce l’allarme per il 2030

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Alzheimer in crescita in Italia, allarme per il 2030. - Gaeta.it

Marco Mintillo

21 Settembre 2025

Il 21 settembre, Giornata mondiale dell’Alzheimer, torna a mettere sotto i riflettori una malattia che oggi riguarda più di 1,2 milioni di italiani. E le previsioni non sono rassicuranti: entro il 2030 i casi potrebbero superare i due milioni, con un impatto pesante non solo sulle famiglie ma sull’intera società. Le istituzioni ribadiscono la necessità di sostenere chi convive con la malattia e chi se ne prende cura, mentre emergono dati chiari sull’entità e le caratteristiche di questo dramma nel nostro Paese.

Ministra Locatelli: «Serve un supporto concreto per malati e famiglie»

Alla vigilia della giornata dedicata all’Alzheimer, Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, ha voluto lanciare un messaggio molto diretto. In un post su Facebook ha ricordato le difficoltà quotidiane di chi vive con la malattia e delle loro famiglie, mettendo in evidenza quanto sia fondamentale garantire servizi adeguati e una rete di sostegno condivisa. Ha sottolineato il ruolo cruciale delle comunità solidali e l’impegno instancabile di operatori sanitari, volontari, ricercatori e associazioni, tutti al fianco di pazienti e caregiver. Per Locatelli, è urgente spingere su iniziative che aumentino la consapevolezza, la prevenzione e offrano percorsi di cura che rispettino la dignità delle persone colpite da demenza.

Dati allarmanti: in Italia più di due milioni di persone toccate dalla demenza

L’Istituto superiore di sanità ha diffuso un report in occasione del World Alzheimer’s Day che fa capire la portata del problema. Sono circa 1,2 milioni gli over 65 con demenza nel nostro Paese, a cui si aggiungono circa 24mila casi di demenza giovanile tra i 35 e i 64 anni. Poi ci sono quasi un milione di persone con Mild Cognitive Impairment , una condizione che può precedere un declino cognitivo più grave. Senza dimenticare i quasi 4 milioni di familiari che ogni giorno si occupano di queste persone. In totale, si parla di quasi il 10% della popolazione italiana coinvolta direttamente o indirettamente da problemi cognitivi. Numeri che mostrano quanto la demenza sia radicata e diffusa in tutto il Paese, con un peso sociale enorme.

Come si manifesta la demenza: un lento declino che pesa su tutti

La demenza è una malattia cronica e degenerativa, che può dipendere da cause diverse come problemi vascolari, metabolici o infiammatori, e si presenta in varie patologie. La malattia avanza con un peggioramento progressivo delle funzioni cognitive: memoria, linguaggio, capacità di ragionare e di astrazione vengono compromesse. A tutto questo si aggiungono cambiamenti nel comportamento e difficoltà sempre maggiori a svolgere le attività di tutti i giorni, fino a perdere completamente l’autonomia. È una delle principali cause di disabilità tra gli anziani italiani. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che l’Alzheimer rappresenti una quota significativa di questi casi. Il costo economico supera i 23 miliardi di euro all’anno, di cui il 63% grava sulle famiglie, che si trovano così a dover affrontare una spesa diretta e un grande sforzo nell’organizzazione quotidiana dell’assistenza.

Alzheimer, i primi segnali: dieci campanelli d’allarme da non sottovalutare

Riconoscere l’Alzheimer in fase iniziale è fondamentale. Gli esperti indicano dieci segnali a cui prestare attenzione. Il primo è la perdita di memoria che comincia a limitare la vita di tutti i giorni, come dimenticare informazioni nuove o fare sempre le stesse domande, a differenza della normale dimenticanza legata all’età. Il secondo riguarda le difficoltà a pianificare o risolvere problemi semplici, come seguire una ricetta o gestire le spese di casa. Terzo, la difficoltà a portare avanti attività abituali, anche spostandosi in luoghi conosciuti o svolgendo giochi semplici. Quarto, la confusione su tempi e luoghi, con problemi di orientamento e perdita della memoria dell’ambiente circostante. Quinto, problemi nella percezione spaziale e nel capire immagini, diversi da quelli visivi comuni come la cataratta. Poi, difficoltà a trovare le parole giuste, a seguire una conversazione o a nominare oggetti. Settimo, la tendenza a smarrire oggetti e non riuscire a ritrovarli, a volte con il sospetto che siano stati rubati. Ottavo, un giudizio compromesso, per esempio nella gestione del denaro o nella cura personale. Nono, l’abbandono del lavoro o delle attività sociali che prima erano abituali. Infine, cambiamenti nell’umore o nella personalità, come tristezza o irritabilità, soprattutto in situazioni di stress. Saper individuare questi segnali aiuta a intervenire tempestivamente e attivare percorsi di supporto.

Il 21 settembre ci ricorda ancora una volta il peso umano, sociale ed economico dell’Alzheimer. E quanto sia urgente mettere in campo misure concrete per chi convive con la malattia e le loro famiglie. Le istituzioni e la ricerca sono chiamate a un impegno continuo, di fronte a dati che non si possono più ignorare e alla necessità di risposte efficaci e rapide.