Ornella Vanoni è morta: la cantante trovata senza vita nella sua casa a Milano

Ornella Vanoni è stata trovata senza vita nella sua abitazione di Milano nella tarda serata di venerdì. L’artista, 91 anni, è deceduta per un arresto cardiocircolatorio avvenuto poco prima delle 23. L’intervento dei sanitari del 118 non è stato sufficiente: quando la squadra di soccorso è arrivata, la cantante era già morta.

Considerata una delle interpreti più importanti della musica italiana, Vanoni aveva costruito una carriera lunga quasi settant’anni, attraversando generi e stagioni artistiche diverse. La sua voce, dal timbro unico e immediatamente riconoscibile, l’aveva resa un punto di riferimento assoluto nel panorama nazionale, capace di rinnovarsi senza mai tradire la propria identità.

Nata a Milano nel 1934, aveva iniziato a esibirsi a metà degli anni Cinquanta e da allora aveva pubblicato oltre cento progetti discografici tra album, raccolte ed EP, vendendo più di 55 milioni di copie in tutto il mondo. Brani come Senza fine, L’appuntamento, Che cosa c’è, Tristezza, La musica è finita, Una ragione di più e Io ti darò di più sono ancora oggi tra i più rappresentativi della musica leggera italiana.

Una carriera ricca di successi, collaborazioni e otto Festival di Sanremo

La carriera di Vanoni è stata segnata da collaborazioni con alcuni dei più grandi autori italiani: Gino Paoli, Fabrizio De André, Paolo Conte, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Renato Zero, Riccardo Cocciante, solo per citarne alcuni. Negli ultimi anni aveva lavorato anche con artisti della nuova generazione, come Bungaro, Pacifico e Francesco Gabbani.

Importante anche il suo rapporto con il mondo del jazz. Vanoni aveva collaborato con nomi di livello internazionale quali George Benson, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter, ampliando il suo pubblico e mostrando grande versatilità stilistica. Tra i lavori più apprezzati c’è l’album La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria del 1976, realizzato insieme a Toquinho e Vinícius de Moraes, diventato un punto fermo della discografia italiana.

La cantante aveva calcato il palco del Festival di Sanremo in otto edizioni, ottenendo risultati di rilievo. Nel 1968 aveva raggiunto il secondo posto con Casa bianca, mentre per tre volte si era classificata quarta con La musica è finita (1967), Eternità (1970) e Alberi (1999). Proprio nel 1999 era stata premiata con il Premio Città di Sanremo alla carriera, il primo riconoscimento di questo tipo mai assegnato a un’artista.

Il legame con il Premio Tenco e l’eredità lasciata alla musica italiana

Il nome di Ornella Vanoni è legato anche al Club Tenco, che le ha assegnato nella sua storia due Premi Tenco e una Targa Tenco, un primato che nessun’altra donna ha mai raggiunto. Nel 2022 il Club le aveva dedicato un Premio Tenco Speciale, creato su misura per celebrare una carriera considerata tra le più influenti della canzone italiana.

Per generazioni di interpreti, Vanoni è stata un modello di eleganza e autenticità. La sua capacità di reinterpretare i brani, la sensibilità nella scelta del repertorio e la volontà costante di esplorare nuove sonorità l’hanno resa una figura unica, attraversando epoche e trasformazioni culturali senza mai smarrire il proprio stile.

Con la sua morte, l’Italia perde una delle sue voci più rappresentative, un’artista che ha contribuito in modo decisivo a costruire la storia della musica leggera e del cantautorato. La memoria di Ornella Vanoni, però, continuerà a vivere nelle sue canzoni e nei tanti artisti che hanno visto in lei un esempio di libertà e coerenza artistica.