L’arcipelago de La Maddalena, famoso per i suoi paesaggi naturali e le preziose praterie di posidonia, sta affrontando un problema serio: un sovraffollamento di yacht e barche da diporto. Questa presenza massiccia di imbarcazioni sta causando danni pesanti agli ecosistemi marini e alle spiagge, spesso in zone dove la navigazione è vietata. Per questo motivo, il Codacons ha presentato un esposto alle Procure, puntando il dito contro la Guardia Costiera per omissioni e mancata tutela dell’ambiente, lanciando l’allarme su un rischio di danni irreparabili.
Yacht e mare in sofferenza: cosa sta succedendo a La Maddalena
L’arcipelago, nel cuore del Mediterraneo, ospita ambienti marini delicatissimi, come le praterie di posidonia, fondamentali per la biodiversità locale. Nell’estate 2025, il numero di imbarcazioni da diporto è aumentato in modo preoccupante, con molte barche ancorate in aree protette. Il risultato? Fondali rovinati dalle ancore, con gravi danni all’habitat e alla fauna marina. Anche le spiagge sono prese d’assalto, con una pressione turistica che supera di gran lunga la capacità delle strutture presenti.
La mancanza di controlli ha lasciato campo libero a numerose violazioni delle norme pensate per proteggere l’ambiente. I danni non sono solo evidenti a occhio nudo, ma si riflettono anche negli squilibri naturali, mettendo a rischio la riproduzione e la sopravvivenza di specie protette. La situazione peggiora ulteriormente per l’assenza di regole davvero efficaci, che possano fermare il degrado di queste aree marine, importanti anche per la pesca e il turismo sostenibile.
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Sanzioni ridicole e denuncia: il Codacons non ci sta
Il Codacons ha denunciato che le multe italiane sono troppo basse per fare davvero paura: appena 51 euro per chi viola le zone vietate. Una cifra irrisoria, soprattutto se confrontata con altri Paesi europei come la Francia, dove si può arrivare fino a 100mila euro. Questo crea un clima di impunità e non ferma l’assalto degli yacht nelle aree protette.
Per questo l’associazione ha presentato una denuncia alle Procure, mettendo nel mirino i danni ambientali e le mancate azioni della Guardia Costiera, che dovrebbe vigilare. Nel documento si chiede il sequestro delle imbarcazioni sorprese a infrangere le regole, visto come l’unica misura che può davvero dissuadere i trasgressori. L’assenza di misure più severe ha portato a una situazione fuori controllo, con danni in aumento.
Serve un cambio di passo per salvare il Parco Nazionale
Oltre alle azioni legali, il Codacons ha lanciato un appello a Governo e Parlamento: serve rivedere il sistema delle sanzioni, portandolo agli standard europei. Chiede anche di usare i fondi delle multe e delle tasse ambientali per aumentare i controlli sul territorio, con più personale specializzato.
Il Parco nazionale soffre anche per un’evasione fiscale sulle tasse ambientali stimata tra il 30 e il 35%, con una perdita che supera i 700 mila euro all’anno. Se recuperate, queste risorse potrebbero rafforzare la sorveglianza e garantire una protezione più concreta degli ecosistemi. Senza una tutela efficace, a rischio c’è un patrimonio unico, fondamentale per l’equilibrio naturale e per il turismo locale.
Il quadro che emerge è chiaro: serve un intervento rapido e deciso per evitare che l’arcipelago de La Maddalena si trasformi in un ambiente compromesso. Se la pressione del turismo nautico non si fermerà, uno dei tesori del Mediterraneo rischia di perdere la sua bellezza e il suo valore.