Il 3 settembre 2025 Viterbo si è animata come ogni anno per il tradizionale Trasporto della Macchina di Santa Rosa, una festa religiosa e culturale di grande significato per la città. Quest’anno l’evento è stato dedicato alla pace, richiamando situazioni internazionali di crisi come quelle in Medio Oriente e Ucraina. In questa cornice, un episodio ha acceso le tensioni politiche: i Giovani Democratici hanno affisso manifesti critici contro Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, presente alla manifestazione. La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, ha risposto con una dura presa di posizione.
La tradizione del trasporto della macchina di Santa Rosa e il suo valore simbolico a Viterbo
Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa è una manifestazione che richiama ogni anno migliaia di persone nel centro storico di Viterbo. Si tratta di portare a spalla una torre alta circa 30 metri, con un peso di 5 tonnellate, percorrendo le vie della città grazie ai Facchini di Santa Rosa, protagonisti di questa impresa che richiede forza e coordinazione. L’evento si svolge il 3 settembre, giorno in cui la città si unisce in celebrazione collettiva, espressione di una tradizione religiosa radicata nel territorio fin dal XVI secolo.
L’edizione del 2025 ha preso un significato ulteriore, essendo stata dedicata alla pace. Il tema ha coinvolto altri scenari di conflitto internazionale, suggerendo un messaggio di speranza e riconciliazione. Questa scelta è stata accolta con grande attesa e rispetto da parte della cittadinanza e dei partecipanti. La manifestazione vuole essere un momento di unità e riflessione, lontano da polemiche politiche, riunendo Viterbo attorno a valori condivisi più ampi.
Il caso dei manifesti contro tajani e la risposta della sindaca chiara frontini
All’arrivo a Viterbo del ministro degli Esteri Antonio Tajani, i Giovani Democratici hanno affisso cartelli che lo accusavano di complicità nelle politiche di guerra, in particolare riguardo al sostegno italiano a Israele e alla mancata condanna del cosiddetto genocidio palestinese. Questi manifesti hanno richiamato l’attenzione proprio nel giorno in cui si celebra un evento carico di significati positivi.
La sindaca Chiara Frontini ha subito condannato questa iniziativa, ritenendo inappropriato utilizzare la festa religiosa per lanciare attacchi politici. In una nota ufficiale, Frontini ha espresso solidarietà al ministro Tajani e ha sottolineato come il 3 settembre rappresenti da sempre un momento di unità cittadina. Ha richiamato il rispetto per la tradizione e per lo spirito con cui si celebra la giornata, definendo intollerabile l’impiego della ricorrenza per polemiche che rischiano di dividerla.
Questo episodio riflette le tensioni presenti nell’ambiente politico locale, in cui il confronto su temi internazionali si unisce a sensibilità legate a tradizioni e momenti collettivi della città. Il richiamo della sindaca invita a tenere distinti gli ambiti del dialogo politico da quelli delle celebrazioni culturali e religiose.
La questione palestinese nel dibattito politico e la mozione in consiglio comunale a Viterbo
Il tema della questione palestinese appare centrale nel contesto di queste tensioni. Come sottolineato dalla sindaca Frontini, il tema è delicato e merita attenzione, ma l’occasione del Trasporto di Santa Rosa non sarebbe quella appropriata per esasperare i toni. Nel consiglio comunale di Viterbo è prevista l’imminente discussione di una mozione a favore della soluzione “due Popoli, due Stati”, che prevede la creazione di uno Stato palestinese indipendente e pacifico.
Questa proposta mostra l’intento delle istituzioni cittadine di affrontare il tema nel quadro di un dialogo istituzionale e responsabile. La mozione indica la volontà di sostenere una soluzione di pace riconosciuta a livello internazionale, cercando di far avanzare la discussione senza politicizzazioni eccessive durante momenti simbolici e comunitari.
L’episodio con i manifesti dei Giovani Democratici, invece, sottolinea come la questione palestinese sia un nodo ancora irrisolto anche a livello locale, dove si scontrano sensibilità diverse. L’invito a non strumentalizzare la tradizione in questa fase mira a proteggere l’unità cittadina dalle divisioni, lasciando spazio a un confronto più misurato e istituzionale.
Le tensioni tra tradizione, politica e questioni internazionali restano quindi un terreno complesso da gestire, specie in eventi che richiamano una città intera. Viterbo continua a confrontarsi con queste sfide, cercando di proteggere il forte legame con la propria storia senza ignorare i temi che scuotono il mondo, anche quando attraversano la vita locale.