Salina, tra le perle dell’arcipelago eoliano, ha un fascino che nasce dal suo paesaggio vulcanico e dal clima che la rende unica per la coltivazione della vite. Il tramonto sul mare, il sole che si posa dolcemente sulle acque limpide, l’aria salmastra: uno scenario che ispira la nascita di vini legati al territorio e alla sua storia. Qui, tra le stradine abbracciate da muretti a secco e macchia mediterranea, è nata Eolia, una piccola realtà vitivinicola fondata da due appassionati che hanno trasformato il loro amore per la Malvasia in un progetto concreto. Questo racconto si snoda tra vino, terra e memoria, seguendo il percorso di Natascia Santandrea e Luca Caruso nell’isola dove il Malvasia delle Lipari è un simbolo.
La forma di salina e la vocazione vinicola dell’isola eoliana
Salina si distingue dalle altre isole dell’arcipelago per la sua morfologia dolce e avvolgente, quasi a ricordare una figura materna. I suoi due vulcani spenti, la Fossa delle Felci e il Monte Porri, disegnano linee morbide nella mappa naturale, mentre i millenni di colate laviche e l’azione del vento hanno dato vita a un terreno molto fertile. Questo suolo, insieme al clima particolare fatto di brezze marine e notevoli escursioni termiche, fornisce condizioni ideali per coltivare la vite, in particolare il Malvasia delle Lipari, vitigno autoctono e principale protagonista della tradizione locale.
L’isola ospita vigneti distribuiti su alture diverse e questo influisce sulle caratteristiche dei grappoli. Le differenze di esposizione, quota e microclima creano piccoli cru che influenzano il sapore e la struttura dei vini prodotti. Salina è anche un centro vivo di eventi culturali e turismo esperienziale: la Festa degli Eoliani nel mondo, in programma dal 4 al 7 settembre 2025, mette in luce la cultura locale, mentre i tour tra i vigneti offrono un contatto diretto con la natura e la storia del territorio. Nonostante l’attrattiva turistica, l’isola affronta situazioni difficili, come la recente scomparsa di una turista romana in mare, con le ricerche coordinate dalla Capitaneria di Porto di Lipari che coinvolgono la comunità locale.
La nascita di eolia: vino, passione e fatica sulle pendici di Val Di Chiesa
Nel 2020, Natascia Santandrea e Luca Caruso, iniziarono a coltivare quella che oggi è la cantina Eolia partendo da un appezzamento limitato a Val di Chiesa, località che rappresenta il cuore della viticoltura sull’isola. La scelta cadde sul Malvasia delle Lipari, un vitigno tipico che domina la produzione e ripercorre antiche tradizioni agricole. La scelta di questi due appassionati, prima semplici bevitori e poi vignaioli, segnò un cambio di ruolo nel tessuto vitivinicolo locale.
Non mancarono le difficoltà: la produzione artigianale richiede tempo e impegno costante. Il supporto di Bernardo Ciriciofolo, enologo con esperienza alle spalle, fu decisivo per affrontare la prima vendemmia con tecniche rispettose del territorio. Attrezzature ridotte e metodi tradizionali incontrarono il sapere accumulato negli anni, permettendo al progetto di resistere e crescere passo dopo passo. La consapevolezza che poche terre non bastavano portò i fondatori a espandere gradualmente i vigneti, allargando il progetto da Val di Chiesa a zone più ampie dell’isola.
L’espansione verso Malfa e il significato dei nuovi vigneti
Il primo ampliamento importante arrivò con l’acquisizione di una particella a Malfa, poco dopo la fondazione. Si tratta di quasi mezzo ettaro quasi interamente dedicato alla Malvasia, con un’inclusione di Corinto Nero. Questo terreno ha un grande valore emotivo per Luca Caruso, perché in passato appartenne a una donna cara alla sua famiglia, diventando un luogo ricco di memoria e legami affettivi.
Oggi Eolia può vantare quasi sette ettari di vigneto, distribuiti soprattutto tra le alture di Val di Chiesa ma con presenze anche nella zona di Malfa. Questi poderi si sviluppano in ambienti diversi, dai quali nascono vini distinti per caratteri e complessità. I vigneti sono incastonati in un paesaggio fatto di muretti a secco e flora mediterranea e ogni appezzamento offre sensazioni e sfumature proprie. I proprietari raccontano con precisione le particolarità di ogni vigna, parlano di microclimi, altitudine, esposizione e di come questi fattori mutino il profilo organolettico dei vini.
I vini di eolia: un piccolo catalogo di grande carattere
La produzione di Eolia si concentra su poche etichette, ma ciascuna racconta un pezzo della storia di Salina. Il vino simbolo è Eolia V, definito grand cru, ottenuto da dieci parcelle tra 250 e 500 metri di altitudine sulle pendici della Fossa delle Felci e di Monte Porri. La raccolta avviene con accuratezza, seguita da pressatura soffice e fermentazione lenta in acciaio. Il vino matura per un anno sulle fecce con frequenti bâtonnage oltre a un altro anno in bottiglia. Il risultato è un Malvasia dal colore giallo paglierino brillante, con profumi di pesca, melone, fiori bianchi e note minerali. Al palato si distingue per equilibrio, freschezza e una struttura che regge bene la persistenza.
Eolia M nasce dalle vigne di Malfa, dove la brezza marina mantiene fresche le notti estive, creando un’importantissima escursione termica. È un vino composto per il novanta per cento da Malvasia e completato da Catarratto e Inzolia. La raccolta e la pressatura dei grappoli interi accompagnano una fermentazione in acciaio, seguita da nove mesi di maturazione sulle fecce e cinque mesi in bottiglia. Presenta un colore paglierino con riflessi verdolini e un bouquet che unisce note di frutti tropicali e macchia mediterranea. L’assaggio è fresco, lineare e dal finale lungo.
Il Rosso CN rappresenta la sfida del progetto: un vino in purezza di Corinto Nero, con un’aggiunta di Nerello Mascalese. Vino da vendemmia tardiva, fermenta sulle bucce per dieci giorni, con malolattica e affinamento di un anno in botti di rovere francese da 15 ettolitri e un anno in bottiglia. Il colore è rosso intenso, mentre il naso offre sentori di frutti rossi maturi, erbe aromatiche, liquirizia e tostature leggere. Al gusto mostra tannini fitti ma armonici, acidità vivace e un finale speziato.
L’ultimo nato è Eolia Rosa, vino rosato che richiama i colori del tramonto salinese. Nasce da uve provenienti da Noto in Sicilia sud-orientale, trasportate in celle frigorifere fino a Salina per la vinificazione. È un rosato dal rubino delicato, con una produzione limitata a 3800 bottiglie e 100 magnum. Il vino presenta un profilo fine al naso, mentre in bocca si rivela sincero e fresco, capace di richiamare la suggestione dei colori e delle atmosfere eoliane.
Le etichette di Eolia non sono solo vini, ma frammenti di Salina, ognuno legato a particolari terreni e condizioni, testimoni di un lavoro dedicato che unisce natura, fatica e memoria.
Ogni anno Salina ospita numerose attività che puntano a valorizzare la sua cultura e le tradizioni agricole. Tra queste, la crescita del turismo enogastronomico tiene salda la relazione tra l’isola e i suoi vini. Le cantine come Eolia diventano tappa fondamentale per chi vuole scoprire i gusti autentici e i profumi del Mediterraneo, vivendo un’esperienza tra vigneti, storie e panorami senza eguali.