Uomo di 72 anni stroncato da infarto alla stazione di Treviglio: mancanza di defibrillatore rallenta i soccorsi

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Infarto alla stazione di Treviglio, soccorsi rallentati dalla mancanza di defibrillatore - Gaeta.it

Donatella Ercolano

1 Settembre 2025

Un pensionato di 72 anni è morto il 1° settembre 2025 alla stazione di Treviglio, poco dopo essere salito sul treno diretto a Cremona. Nonostante il tempestivo intervento del capotreno e della polizia ferroviaria, l’uomo non è riuscito a riprendersi a causa dell’assenza di un defibrillatore nella stazione, elemento cruciale nel tentativo di salvarlo.

Dramma sul treno a Treviglio: uomo si accascia pochi minuti prima della partenza

Intorno alle 10 del mattino, un uomo di 72 anni ha preso posto nel primo vagone del treno delle 10:07 diretto a Cremona alla stazione di Treviglio. L’anziano era arrivato da Milano con un altro convoglio e viaggiava da solo. Mentre il treno era ancora fermo al binario 8, l’uomo ha avuto un improvviso malore e si è accasciato sulla poltrona. I passeggeri hanno subito segnalato il problema al personale di bordo.

Il capotreno ha reagito prontamente contattando il 112 e iniziando la rianimazione cardiopolmonare. L’intervento dei presenti e del personale è stato immediato, ma la condizione dell’uomo appariva già gravissima. Il tentativo di rianimazione è proseguito in attesa dei soccorsi, ma il quadro clinico non è migliorato.

L’assenza del defibrillatore nella stazione rallenta le operazioni di soccorso

Quando gli agenti della polizia ferroviaria e della polizia locale sono arrivati, hanno preso in carico le manovre di rianimazione, alternandosi con il capotreno. Tuttavia, è emersa una grave criticità: alla stazione di Treviglio non è stato trovato alcun defibrillatore semiautomatico esterno .

Il defibrillatore più vicino si trovava al polo fieristico di via Matteotti, a diversi minuti di distanza dalla stazione. È stato recuperato velocemente, ma il tempo perso per reperirlo ha penalizzato le chance di sopravvivenza del paziente. Questa mancanza evidenzia un problema noto nel territorio italiano, dove molte stazioni ferroviarie e spazi pubblici non dispongono di dispositivi salvavita accessibili. Le iniziative per dotare questi luoghi di DAE sono in corso, ma ancora insufficienti rispetto alle esigenze pratiche.

Il nodo della sicurezza nelle ferrovie locali e il ruolo della stazione di Treviglio

La stazione di Treviglio è uno snodo ferroviario importante in Lombardia, con collegamenti frequenti verso città come Milano e Cremona. La linea che serve questo percorso registra un’incidenza di ritardi e cancellazioni intorno all’11% dei treni programmati. Questa situazione riflette le difficoltà operative dei servizi regionali, in particolare per Trenord, che gestisce un traffico elevato di passeggeri.

Le criticità nell’orario e nell’efficienza si traducono in un contesto in cui la sicurezza sanitaria acquista rilevanza. La presenza di strumenti salvavita come il defibrillatore dovrebbe essere un requisito fondamentale in tutte le stazioni importanti, viste le possibili emergenze mediche a bordo o nelle aree d’attesa. La tragedia avvenuta a Treviglio porta alla ribalta questa esigenza, sottolineando il gap presente nel sistema di pronto intervento sui treni e nelle infrastrutture ferroviarie lombarde.

Il caso del 72enne è una dolorosa conferma delle conseguenze legate alla mancanza di dispositivi medici essenziali in contesti pubblici affollati e in strutture di grande movimento. La morte dell’uomo ha riportato il tema della sicurezza sanitaria sui mezzi pubblici al centro del dibattito regionale, chiedendo misure più stringenti e interventi rapidi per evitare simili episodi in futuro.