L’università Kore di Enna ha compiuto un’azione fuori dal comune per una candidata al corso di specializzazione per insegnanti di sostegno, il cosiddetto TFA sostegno. Laura, 33 anni, ha affrontato la prova concorsuale il giorno stesso in cui ha partorito nel Policlinico San Marco di Catania. La vicenda ha messo in luce come, partendo da una situazione delicata e urgente, si possano trovare soluzioni concrete per conciliare esigenze personali e impegni formativi.
Il contesto del tirocinio formativo attivo per insegnanti di sostegno in Italia
Il corso di specializzazione per insegnanti di sostegno, noto come TFA sostegno, si rivolge a chi vuole insegnare a studenti con disabilità, permettendo di acquisire competenze teorico-pratiche specifiche. Nel 2024/2025 sono disponibili in Italia più di 35 mila posti autorizzati, distribuiti dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria. L’obiettivo è rispondere alla crescente richiesta di docenti specializzati in questo ambito. Dal 2025 sono stati attivati anche percorsi INDIRE, riservati a chi già esercita nel sostegno e cerca un aggiornamento o un riconoscimento professionale.
Questi corsi sono fondamentali per garantire una didattica adeguata e inclusiva agli studenti con bisogni educativi speciali. Le prove concorsuali sono una tappa indispensabile per accedere al percorso, ma le condizioni personali di alcuni partecipanti possono risultare critiche come nel caso di Laura.
L’organizzazione straordinaria dell’esame in ospedale a Catania
La candidata aveva comunicato in anticipo all’università Kore di non poter raggiungere la sede d’esame a Enna, prevista per lo stesso giorno del parto. Di fronte a questa situazione, il rettore Paolo Scollo, anche lui medico ginecologo, ha emesso un decreto speciale che ha autorizzato lo svolgimento della prova direttamente presso il Policlinico San Marco di Catania.
Il dipartimento di Studi classici, Linguistici e della Formazione, guidato da Marinella Muscarà, ha mobilitato tre docenti componenti di una sottocommissione che si sono recati in ospedale. L’esame è stato svolto nello studio del primario di Ginecologia, alla presenza del personale sanitario, che ha mostrato grande sostegno e rispetto per la situazione.
L’intervento è stato rapido: dall’emissione del decreto all’espletamento della prova sono passate meno di 24 ore. L’iniziativa ha superato le difficoltà logistiche e ha garantito la regolarità e pubblicità del concorso, rispettando la normativa prevista.
Collaborazione tra università e Ospedale San Marco e testimonianze dal parto
La stretta collaborazione fra l’università Kore e l’ospedale San Marco di Catania ha saputo trasformare un vincolo in opportunità. Il primario di Ginecologia, dottor Nino Rapisarda, ha definito significativa l’esperienza, soprattutto per il messaggio concreto sul rispetto della parità di genere. Ha ricordato che ai discorsi devono seguire azioni tangibili e si è detto grato all’ateneo, ai docenti e al personale sanitario per aver reso possibile la prova in condizioni così particolari.
La candidata ha sostenuto l’esame e quindi è stata assistita nel travaglio e nel parto, vissuto come un momento eccezionale che ha unito la sfera personale a quella professionale. Il primario e il personale hanno sottolineato l’impatto umano di questa esperienza, che ha coinvolto operatori e accademici nel garantire a una donna il diritto a concorrere senza rinunciare alla maternità.
Questa modalità ha aperto una strada a un modello di flessibilità che si riflette sia nella formazione che nella medicina, in cui l’attenzione alle situazioni individuali crea condizioni più giuste per chi sta affrontando eventi importanti della vita.