Una ragazzina di 11 anni è stata aggredita nel centro storico di Foligno, in piazza San Domenico, da un gruppo di coetanei. L’episodio ha scosso la comunità locale e ha portato i carabinieri ad avviare un’indagine per fare luce su quanto accaduto. La vittima ha riportato lesioni lievi ma profonde ferite emotive, mentre le forze dell’ordine stanno raccogliendo prove e testimonianze per identificare tutti i partecipanti.
I dettagli dell’aggressione raccontati dalla famiglia e confermati dai carabinieri
La madre della bambina ha raccontato al Corriere dell’Umbria i contorni dell’accaduto, appresi dalla figlia una volta rientrata a casa. L’undicenne aveva fissato un incontro in piazza San Domenico con due coetanee, apparentemente per una semplice chiacchierata. Da quel momento è iniziato un episodio di violenza che si è spostato rapidamente in una zona meno frequentata del centro storico.
Una volta raggiunta l’area isolata, la ragazza è stata buttata a terra e picchiata da un ragazzino. Da lì, è stata presa per un braccio e trascinata fino a un punto ancora più nascosto. A quel punto, una decina di coetanei, tra ragazzi e ragazze, l’hanno circondata, bloccandola contro un muro. La scena è stata ripresa con i cellulari da alcuni degli aggressori, che addirittura ridevano durante l’atto violento.
I carabinieri hanno confermato l’aggressione e hanno iniziato a raccogliere elementi. La ragazzina è stata accompagnata al pronto soccorso dai familiari e ha ricevuto le cure per le lesioni superficiali riportate, ma la madre sottolinea che le ferite più difficili da sanare sono quelle interiori.
Il fenomeno delle baby Gang e la diffusione di video durante le aggressioni
L’episodio riguardante questa bambina si inserisce nel contesto più ampio delle baby gang, gruppi di minori che si rendono protagonisti di episodi di violenza collettiva. Questi fenomeni sono una realtà presente in alcune città italiane e preoccupano per l’impatto che hanno sulle vittime e sulla sicurezza delle comunità.
Un aspetto particolarmente allarmante è la consuetudine di riprendere con telefoni cellulari gli atti di violenza, come avvenuto a Foligno. Questi video, a volte condivisi sui social, amplificano l’effetto intimidatorio nei confronti delle vittime e complicano ulteriormente la gestione della situazione. Per il momento, i filmati registrati dalla baby gang non sono stati consegnati agli inquirenti, che invece stanno concentrando l’attenzione sulle immagini di videosorveglianza comunale per ricostruire le fasi dell’aggressione e individuare i responsabili.
Il coinvolgimento di più minori, sia maschi che femmine, in episodi simili indica una struttura collettiva dietro il fenomeno, spesso legata a dinamiche di gruppo che aumentano la pressione verso atti di bullismo e violenza.
L’intervento delle forze dell’ordine e le strategie per prevenire altri episodi
I carabinieri di Foligno hanno preso in carico le indagini con la visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza del Comune, fondamentali per identificare i partecipanti all’aggressione. Al momento non risultano ancora acquisiti i video girati dagli stessi ragazzi durante l’episodio, ma gli investigatori puntano a recuperarli per avere una documentazione completa.
Questo caso ha portato a un’attenzione particolare da parte delle forze dell’ordine e delle istituzioni sul problema della sicurezza dei minori, in un momento in cui si registra un aumento di episodi violenti tra ragazzi. Le autorità locali stanno valutando misure di controllo più rigide e programmi di sensibilizzazione nelle scuole per contrastare il bullismo e individuare precocemente i segnali di disagio che possono sfociare in atti di violenza.
Le famiglie delle vittime, come nel caso di Foligno, hanno un ruolo centrale nel denunciare e sostenere i ragazzi colpiti, mentre i gruppi locali manifestano solidarietà per la giovane aggredita tramite messaggi e iniziative sui social network. La vicenda richiama di nuovo l’urgenza di intervenire su questo fenomeno con mezzi concreti e coordinati.