FederCammini ha organizzato una lunga staffetta, partita il 4 maggio 2025 da Pistoia e conclusasi il 7 giugno a Roma, attraversando vie ricche di storia e spiritualità. Il percorso si è sviluppato lungo itinerari antichi come la via di San Giacomo, la Romea Strata e la via Francigena, coinvolgendo paesaggi e comunità con una forte valenza culturale e simbolica. L’iniziativa ha rappresentato un tentativo di unire territori e persone attraverso il cammino, pratica che FederCammini intende rilanciare come esperienza collettiva di condivisione e riscoperta delle tradizioni.
FederCammini e la promozione dei cammini storici italiani
FederCammini si presenta come un network nazionale formato da associazioni, enti e professionisti dedicati a tutelare e promuovere i cammini storici del paese. La sua attività si concentra non solo sulla valorizzazione culturale delle vie di pellegrinaggio, ma anche sulla sostenibilità ambientale e la promozione delle tradizioni religiose e storiche. Attenta alle esigenze di inclusione, FederCammini mira a rendere questi percorsi accessibili a un pubblico variegato, garantendo strutture e servizi adeguati ai viandanti.
Andrea Lombardi, presidente di FederCammini, sottolinea come “camminare non sia solo uno spostamento fisico ma un gesto capace di generare comunità”. La rete desidera infatti animare territori poco conosciuti e distribuire l’interesse verso un turismo lento, che coinvolga le realtà locali preservandone l’identità e i valori. Il progetto si propone quindi di far diventare i percorsi dei pellegrini un’infrastruttura culturale vivente e accessibile, favorendo dialogo e partecipazione anche in aree lontane dai flussi turistici di massa.
Leggi anche:
La staffetta da pistoia a roma: un cammino tra storia e spiritualità
La staffetta simbolica organizzata da FederCammini si è sviluppata nell’ambito dell’anno giubilare 2025, seguendo itinerari con forti richiami spirituali. Partita da Pistoia, conosciuta come la “Santiago d’Italia”, ha toccato località in Toscana e Lazio lungo tre vie storiche: la via di San Giacomo, la Romea Strata e la via Francigena. Il gruppo di pellegrini ha attraversato le campagne e i borghi, promuovendo un messaggio di pace e fraternità tra comunità distanti anche geograficamente.
Andrea Lombardi ha descritto il cammino come un “ponte tra persone e territori, capace di tessere una rete di relazioni autentiche”. In poco più di un mese, il viaggio ha suscitato interesse dalle popolazioni locali, richiamando un’attenzione nuova su percorsi antichi che raccontano memorie e fede da secoli. La condivisione pratica del cammino ha assunto così un valore simbolico, un’attività collettiva che torna a collegare storia, cultura e spiritualità.
Tappe, comunità e il rapporto con i luoghi durante il pellegrinaggio
Il percorso ha incluso numerose tappe dove i partecipanti hanno incontrato le realtà locali, respirando il vissuto e le tradizioni del posto. Tra i luoghi attraversati spiccano città come Vinci, San Miniato, Siena e Bolsena. Ogni tappa ha offerto momenti di confronto con la storia e con il patrimonio artistico, ma anche opportunità di scoprire gli antichi mestieri e gli usi ancora vivi di queste zone.
Il passaggio in borghi e siti naturali di particolare bellezza ha ampliato l’esperienza oltre al semplice cammino, rendendola sensoriale e concreta. Le piazze e le chiese hanno accolto i pellegrini come in un rituale di ospitalità durata secoli. Lombardi ha raccontato come la staffetta si sia trasformata in una serie di incontri vivi e solidali, dove le comunità si sono aperte ai viandanti offrendo sostegno e condividendo storie.
I percorsi antichi e la flessibilità dei cammini storici
I tracciati seguiti non sono stati lineari o rigidi come le strade moderne. Le vie di pellegrinaggio si presentano come reticoli di sentieri, varianti e alternative scelte secondo stagioni, sicurezza o ospitalità disponibili. Questa natura discontinua, fatta di scelte individuali e deviazioni, caratterizza la storia dei cammini fin dal Medioevo.
Lombardi ha evidenziato che i pellegrini di un tempo optavano per itinerari agili e modificabili, che oggi offrono una libertà di scelta maggiore ai viandanti moderni. La possibilità di personalizzare il percorso, approfondire aspetti culturali o visitare luoghi meno noti aggiunge spessore alla pratica del cammino. Le alternative lungo i sentieri consentono di modellare l’esperienza sulle esigenze e curiosità di ogni camminatore.
La cena del pellegrino: sapori e incontri lungo la via
Oltre al viaggio fisico, il cammino ha come elemento distintivo momenti di condivisione conviviale, chiamati “la cena del pellegrino”. Questi momenti rappresentano l’occasione per assaporare piatti tradizionali delle zone attraversate e conversare con chi vive quotidianamente quei territori. Le sagre e i ristoranti locali sono diventati così tappe altrettanto importanti per conoscere la cultura del luogo tramite la gastronomia.
Andrea Lombardi ha spiegato come questa pratica “rafforzi il legame tra viaggiatore e ambiente”. Gustare pietanze tipiche non è solo una pausa dopo la fatica, ma un modo per sentire la storia e l’identità culturale tangibili nelle ricette e negli ingredienti del territorio. I piatti tradizionali diventano così, a loro modo, un’estensione del cammino, parte integrante del dialogo tra passato e presente.
Le bandiere dei cammini un simbolo di unità e identità
Durante la staffetta, una parte importante è stata riservata al simbolismo delle bandiere dei cammini. Questi grandi drappi colorati rappresentano le diverse comunità legate ai percorsi. FederCammini ha raccolto tutte le bandiere per crearne un unico patchwork visivo, testimonianza di un’Italia che vede nell’unità la propria forza pur mantenendo le distinzioni regionali.
Il progetto prevede inoltre una mostra itinerante che porterà queste bandiere in molte città italiane. In questo modo si diffonde un messaggio di coesione tra territori diversi, valorizzando il patrimonio storico e culturale che ogni cammino porta con sé. La scacchiera di colori, forme e simboli diventa così un’icona viva del movimento dei pellegrini contemporanei.
Il valore simbolico del cammino come gesto di comunità
Il cammino realizzato da FederCammini ha assunto un significato che va oltre lo spostamento tra luoghi. Il gesto di camminare viene descritto come un modo per creare connessioni, generare senso di comunità e consapevolezza condivisa. Attraverso la pratica del cammino si vuole contrastare divisioni e frammentazioni, costruendo legami più autentici tra persone e territori.
Il presidente Andrea Lombardi ha spiegato che “camminare rappresenta un atto di resistenza a una realtà spesso segnata da separazioni sociali e culturali”. L’esperienza collettiva è in grado di rinnovare il rapporto con la storia, ponendo il viaggio come strumento di inclusione e solidarietà. Questo messaggio intende diffondersi non solo tra pellegrini ma anche tra cittadini più ampi.
Momento con papa leone xiv: un riconoscimento simbolico a roma
Tra i momenti più significativi della staffetta c’è stato l’incontro con papa Leone XIV, avvenuto il 4 giugno 2025, durante la messa di Pentecoste in piazza San Pietro. Mentre il pontefice passava in papamobile, ha riconosciuto i partecipanti al cammino. Andrea Lombardi ha mostrato il cappellino di FederCammini al papa, che ha risposto con un gesto di approvazione raccogliendolo al volo.
Questo scambio silenzioso e breve ha sintetizzato il legame tra il lavoro di FederCammini e la Chiesa cattolica. L’incontro ha confermato un invito implicito a proseguire il cammino verso pace e unità, spiritualmente e culturalmente ispirato. Il gesto è diventato un’immagine forte, simbolo del dialogo fra tradizione religiosa e movimenti che promuovono il viaggio a piedi come esperienza collettiva.