Turisti in crescita nel secondo trimestre 2025: schiarita sulle “spiagge vuote” e boom in montagna

Turisti In Crescita Nel Second

Turismo in ripresa: spiagge più vive e montagne affollate nel secondo trimestre 2025. - Gaeta.it

Laura Rossi

20 Settembre 2025

L’ultimo report Istat relativo al secondo trimestre del 2025 offre un quadro diverso rispetto alle polemiche estive sulle “spiagge vuote”. I dati ufficiali indicano un aumento delle presenze turistiche e degli arrivi, con la montagna che cresce molto più delle località balneari. L’analisi delle cifre, insieme alle opinioni di alcuni protagonisti del settore turistico, aiuta a chiarire alcuni fraintendimenti legati alla stagione appena conclusa.

Dati Istat mostrano un aumento delle presenze turistiche nei primi mesi del 2025

Nel secondo trimestre del 2025, le presenze turistiche in Italia sono aumentate del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre gli arrivi sono cresciuti dell’1,1%. Il confronto migliora se si considerano le destinazioni: le località montane registrano un aumento del 12%, mentre le località di mare segnano un lieve incremento dello 0,7% a giugno. La permanenza media sia dei turisti italiani sia di quelli stranieri si è allungata, con questi ultimi che rappresentano il 60,5% delle notti totali trascorse nelle strutture ricettive.

Questi dati si riferiscono a un periodo precedente al picco della stagione estiva e non includono luglio e agosto, i mesi più intensi per il turismo in Italia. Pur parziali, indicano un andamento positivo. Il meteo favorevole ha contribuito, ma questa fotografia offre un quadro più preciso rispetto alla percezione diffusa durante l’estate, spesso basata su informazioni incomplete o impressioni soggettive.

Criticità Nell’interpretazione dei dati extra-alberghieri: Federalberghi invita alla prudenza

Il settore extra-alberghiero mostra un’apparente crescita più marcata, con arrivi in aumento del 6,1% e presenze del 5,4% nel secondo trimestre 2025. Tuttavia, per Giuseppe Roscioli, vicepresidente di Federalberghi, questo aumento non corrisponde a un reale incremento della domanda. Dal primo gennaio 2025 è entrato in vigore il Codice identificativo nazionale , che obbliga queste strutture a registrare e comunicare con maggiore precisione gli arrivi rispetto all’anno precedente.

Nel 2024 molte strutture extra-alberghiere non segnalavano tutti gli arrivi, quindi l’aumento rilevato quest’anno deriva soprattutto da una maggiore completezza nella comunicazione. Questo crea una distorsione statistica che rende difficile confrontare i dati con quelli degli anni passati senza un’adeguata interpretazione. Roscioli sottolinea l’importanza di considerare questa novità normativa per evitare conclusioni errate sullo stato del settore.

Dibattito sulle “spiagge vuote”: governo e balneari rispondono con dati e osservazioni

Le critiche politiche sulla presunta scarsità di bagnanti hanno acceso il dibattito. Elly Schlein aveva parlato di “spiagge vuote” come segnale di una crisi turistica. Il governo e il ministero del turismo hanno risposto con i dati sugli arrivi forniti dalla banca dati “Alloggiati web” del Viminale. A luglio 2025, gli arrivi nelle strutture ricettive sono aumentati del 4,5% rispetto allo stesso mese del 2024, segno di un andamento positivo.

Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari , evidenzia alcune fragilità della domanda interna, legate soprattutto ai costi. Secondo le rilevazioni, il trasporto interno è aumentato del 35%, i prezzi delle strutture ricettive del 6%, mentre il balneare ha subito un incremento più contenuto, del 3,4%. Capacchione ritiene che le accuse di crisi siano state esagerate.

Il rappresentante dei balneari ricorda che la stagione ha avuto fasi diverse: spiagge piene a giugno, una diminuzione a luglio e una ripresa ad agosto. Questo andamento indica una distribuzione più ampia della stagione estiva, senza un calo dell’interesse per il mare, che resta la principale attrazione turistica in Italia.

Analisi esperta: fattori temporanei e nuove strategie spiegano flessioni e percezioni

Magda Antonioli, docente di economia politica del turismo all’università Bocconi, definisce normali le fluttuazioni registrate in alcune settimane di maggio e luglio. Brevi periodi di maltempo possono ridurre i flussi in momenti limitati senza compromettere il risultato annuale.

Secondo la professoressa, gli albergatori della riviera romagnola confermano l’assenza di rallentamenti complessivi. Alcune strutture sull’Adriatico hanno adottato soluzioni per gestire meglio la domanda: per esempio, consentono agli utenti di segnalare in anticipo i giorni in cui non useranno l’ombrellone, offrendo sconti e liberando così la postazione per altri clienti. Questo sistema ha evitato ombrelloni vuoti percepiti dal pubblico ma effettivamente prenotati. I dati Istat supportano quindi l’idea di una stagione in linea con le aspettative e senza crisi diffuse.

Spostamento verso la montagna: costi, clima e nuovi stili di vacanza alimentano il movimento turistico

Il turismo montano cresce più rapidamente rispetto alla costa. Oltre ai prezzi più contenuti e a un clima più favorevole, si aggiungono motivi culturali. I social media e le piattaforme digitali diffondono informazioni su mete meno note, favorendo scelte basate su esperienze più lente e locali.

La diffusione dello smart working e delle microvacanze spezzettano i soggiorni tradizionali, allungando la stagione e distribuendo le presenze in modo più equilibrato. Chi cerca sollievo dal caldo estivo sceglie spesso le zone in quota. Questo fenomeno mostra un turismo italiano diversificato, con flussi che si ripartiscono tra mare e montagna secondo dinamiche differenti.

I dati parziali della stagione 2025 indicano quindi che la narrazione delle “spiagge vuote” non coglie la complessità della situazione. Al contrario, il turismo italiano sembra adattarsi a nuove esigenze e mostra una crescita distribuita su tutto il territorio.