Il turismo delle radici si conferma un elemento chiave per lo sviluppo economico e sociale dell’Irpinia, soprattutto nella spinta a rivitalizzare aree colpite dall’emigrazione storica. Il progetto Italea punta a connettere gli emigranti di terza e quarta generazione con la loro terra d’origine, andando ben oltre i dati anagrafici Aire. Questa iniziativa apre nuove prospettive per i comuni coinvolti, impegnati a valorizzare la ricettività e i percorsi turistici legati ai legami culturali e familiari.
Turismo di ritorno e il ruolo del progetto italea nell’irpinia
Il turismo di ritorno fa leva su una vasta platea: dalle persone iscritte all’Aire, presenti soprattutto nell’alta irpinia, fino agli emigranti delle generazioni più giovani sparsi nel mondo che cercano di riscoprire le proprie radici. Il progetto Italea rappresenta la risposta a questo interesse, creando canali di collegamento internazionale, con l’obiettivo di trasformare l’afflusso in un volano di crescita. Non solo turismo, ma anche economia locale: chi torna contribuisce a sostenere strutture ricettive, attività commerciali e produzioni tipiche del territorio.
L’attenzione non si limita ai numeri degli iscritti all’Aire ma si estende al legame emotivo e culturale che gli emigranti mantengono con la loro terra d’origine. Il turismo delle radici, infatti, si basa su questa ricchezza intangibile, un bene prezioso che fa crescere la domanda e stimola gli investimenti necessari a garantire una buona accoglienza e infrastrutture adeguate.
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Confronto e strategie promosse a sant’angelo e contrada barricella
Il comune di Sant’Angelo, inserito nella rete dei comuni delle radici, si pone come protagonista nello sviluppo di iniziative legate al turismo culturale e di ritorno. Il confronto svoltosi in contrada Barricella, organizzato dal Comune e dall’associazione San Giuseppe, ha acceso i riflettori sulla necessità di mantenere vivi i rapporti con gli emigranti attraverso eventi come la festa dell’emigrante, ormai trentennale. Questi appuntamenti svolgono una funzione sociale importante, tenendo ancorata la comunità ai suoi segni identitari.
La presenza di figure istituzionali come Marina Gabrieli, coordinatrice nazionale del Pnrr per il turismo delle radici, il sindaco di Chiusano, Carmine De Angelis, e il capogruppo Pd alla Camera, Toni Ricciardi, ha messo in evidenza l’impegno politico e amministrativo dietro queste azioni. Sono stati illustrati progetti concreti per rafforzare l’attrattività turistica, progettare infrastrutture e migliorare la ricettività nel contesto di un territorio segnato dall’emigrazione.
Investimenti per infrastrutture e mobilità: il piano provinciale per avellino rocchetta
Uno degli aspetti fondamentali riguarda lo sviluppo infrastrutturale. Il sindaco di Chiusano ha annunciato la prossima apertura della stazione appaltante provinciale per realizzare interventi sulla rete ferroviaria Avellino-Rocchetta. Questo segmento si inserisce nel perimetro più ampio della valorizzazione dell’offerta turistica irpina. Migliorare la mobilità e collegare i luoghi simbolo del territorio permette non solo di facilitare i flussi turistici, ma anche di rilanciare le economie locali.
Il piano prevede inoltre il potenziamento della ricettività. Centri storici e aree rurali necessitano di strutture capaci di accogliere visitatori in modo adeguato, senza trascurare l’aspetto della sostenibilità ambientale. In linea con questo, i progetti Green communities e il cammino di Guglielmo sono stati selezionati come casi pilota dall’Irpinia, con l’obiettivo di tutelare il paesaggio e promuovere forme di turismo rispettose del territorio.
La nuova prospettiva: l’emigrazione come volano per lo sviluppo locale
Il capogruppo Pd Toni Ricciardi ha sottolineato il cambiamento radicale nel modo di concepire l’emigrazione. Non più solo una perdita demografica e culturale, ma un’occasione di rilancio per l’intera area provinciale. Tra i dati più significativi emerge che su 28 milioni di euro di pensioni erogate ad Avellino, 22 milioni arrivano dalla Svizzera, segno del forte legame economico con l’estero.
Si lavora su due fronti: evitare l’abbandono del territorio e contrastare lo spopolamento, mentre si apre la strada a forme di lavoro smart che coinvolgano gli emigranti o i loro discendenti, colpiti dal desiderio di riavvicinarsi alla terra d’origine senza rinunciare alle opportunità lavorative globali. Questo modello può rappresentare un nuovo capitolo per la rinascita della provincia, fondata su politiche integrate tra turismo, cultura e lavoro.
Il trasferimento dell’accordo firmato da Invitalia alla Farnesina fa presagire un’accelerazione concreta per investimenti e programmi dedicati all’Irpinia. Sul tavolo ci sono 90 milioni di euro destinati a infrastrutture e ricettività, risorse significative che dovranno tradursi in cantieri e progetti da realizzare nei prossimi mesi. La sfida è grande, ma l’assetto attuale della collaborazione tra enti locali, associazioni e ministero indica una volontà concreta di cambiare il volto del territorio attraverso il turismo delle radici.