L’amministrazione Trump ha concluso due operazioni rilevanti sul fronte commerciale, una a Londra e l’altra negli Stati Uniti. In Gran Bretagna, rappresentanti di Stati Uniti e Cina hanno raggiunto una intesa preliminare che mira a ripristinare la tregua sui dazi doganali. Parallelamente, negli Usa, la Casa Bianca ha ottenuto dalla Corte d’Appello una proroga di due mesi sulla sospensione dei dazi reciproci, in attesa di una decisione più definitiva.
L’intesa di londra tra stati uniti e cina sul commercio
A Londra, le delegazioni di Stati Uniti e Cina hanno affermato di aver trovato un accordo quadro che riattiva la tregua commerciale tra i due Paesi. Questa tregua era stata posta in essere dopo un patto firmato a Ginevra ma era stata compromessa da accuse reciproche di violazioni. Durante i colloqui, il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, ha descritto l’intesa come una “stretta di mano” che ora sarà sottoposta ai presidenti Donald Trump e Xin Jinping. Dal lato cinese il vice premier e capo negoziatore He Lifeng, presente a Londra, ha confermato che le parti si sono accordate “in linea di principio”.
Nodi irrisolti nell’accordo commerciale
Non sono stati diffusi dettagli precisi. Restano infatti aperti alcuni nodi rilevanti. Tra questi, l’accesso degli Stati Uniti alle terre rare e ai minerali strategici di proprietà cinese, fondamentali per tante industrie tecnologiche. Un’altra questione complessa è legata all’accesso cinese ai semiconduttori statunitensi, in particolare quelli utilizzati per l’intelligenza artificiale. Questi temi avevano provocato lo stallo dei negoziati precedenti.
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Il fatto che le due potenze abbiano scelto di riaprire un canale di dialogo e di tornare al tavolo, dopo mesi di tensioni crescenti, ha indicazioni importanti in vista di futuri accordi commerciali più completi.
La proroga della corte d’appello sui dazi reciproci statunitensi
Negli Stati Uniti la Corte d’Appello ha accolto la richiesta della Casa Bianca e concesso una proroga fino al 31 luglio per la sospensione del blocco sui dazi cosiddetti “reciproci”. Questi dazi erano stati inizialmente sospesi in seguito a una sentenza di primo grado emessa da un tribunale federale specializzato in diritto commerciale, che aveva giudicato illegale l’imposizione dei dazi. La corte aveva affermato che il presidente Trump aveva superato i limiti dei suoi poteri, utilizzando una legge di emergenza economica nazionale in modo improprio.
Stato attuale dei dazi e possibili scenari
Attualmente la maggior parte dei dazi è sospesa, fatta eccezione per un dazio generale del 10% applicato su una larga gamma di importazioni. Senza accordi con i principali partner commerciali, inclusa l’Unione Europea, questi dazi potrebbero tornare in vigore a partire dal 9 luglio. Per ora, solo la Gran Bretagna ha firmato un accordo provvisorio con gli Stati Uniti, evitando l’applicazione di questi balzelli.
La Corte d’Appello ha deciso di esaminare il merito della questione solo alla fine di luglio. Se necessario, questa vicenda potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema nel caso in cui i giudici di secondo grado confermassero la decisione di primo grado.
La disputa è partita da un ricorso presentato da cinque piccole imprese che avevano contestato l’imposizione di dazi quali misure di emergenza, sostenendo che queste pratiche danneggiavano il mercato e non rispecchiavano né le regole commerciali internazionali né la legislazione interna.
Possibili scenari e impatti per il commercio internazionale
La riapertura delle trattative tra Stati Uniti e Cina, in un momento così delicato, lascia intravedere la volontà di contenere l’escalation tariffaria. La conferma che le autorità di entrambi i Paesi si sono messe d’accordo per rivedere la tregua in vigore da Ginevra, anche se solo “in linea di principio”, rappresenta un passo indietro rispetto ai mesi di tensione aperta.
Il nodo delle terre rare e dei semiconduttori rimane un punto critico. Questi materiali sono strategici per la produzione tecnologica e militare. La limitazione all’accesso di uno o dell’altro avrebbe effetti diretti sulle catene di approvvigionamento globali.
Sul piano interno statunitense, la decisione di prorogare la sospensione dei dazi dà respiro alle relazioni commerciali con altri paesi, evitando un innalzamento immediato delle tariffe. Ma se entro fine luglio non si giungesse a nuovi accordi, l’inasprimento tariffario potrebbe riprendere. Per ora la strategia di Trump punta dunque a mantenere aperte le porte della negoziazione, mentre blocca provvisoriamente le misure giudiziarie che mettevano in dubbio la sua azione.
In questo contesto, l’evoluzione delle prossime settimane sarà decisiva per stabilire se le tensioni commerciali possono essere disciplinate da accordi formali o se si rischia una nuova fase di conflitto economico.