Le parole dell’ex presidente Donald Trump continuano a far discutere, sia in politica sia nei media. Trump sostiene che molte reti televisive lo dipingono in modo sfavorevole, nonostante, a suo dire, abbia vinto nettamente le elezioni del 2024. La sua proposta di sospendere le licenze di alcune emittenti ha acceso i riflettori, soprattutto sul ruolo della Federal Communications Commission e del suo presidente, Brendan Carr.
Trump insiste sulla vittoria e attacca i media
Trump non molla: ribadisce di aver vinto in modo chiaro le elezioni del 2024, citando i sette “swing states” che, secondo lui, confermano il risultato. Allo stesso tempo, denuncia una copertura televisiva che giudica ingiusta e negativa nei suoi confronti. Secondo Trump, i media non riflettono quello che è successo realmente alle urne.
Ha poi sottolineato che, nonostante questa ostilità presunta, le reti coinvolte continuano a trasmettere con le loro licenze. Da qui la sua minaccia: quelle licenze potrebbero essere revocate. Ma ha precisato che la decisione spetta alla Federal Communications Commission, e in particolare al suo presidente.
Brendan Carr e la FCC nel mirino
Brendan Carr, a capo della FCC, è stato definito da Trump un alleato fedele e un patriota convinto. L’ex presidente ha ricordato di averlo nominato lui stesso, mettendo in evidenza la sua determinazione e il suo impegno per gli interessi nazionali.
La FCC ha il potere di gestire le licenze tv e potrebbe intervenire sulle richieste di Trump. Finora, Carr non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla vicenda. Si profila uno scontro tra poteri, con possibili conseguenze sulla libertà di stampa e sui limiti dell’intervento governativo nel mondo dei media.
Il caso ABC e lo stop a “Jimmy Kimmel Live!”
La tensione tra Trump e i media è salita dopo che ABC ha deciso di sospendere temporaneamente il programma “Jimmy Kimmel Live!”. La mossa è arrivata dopo le parole del conduttore riguardo all’uccisione dell’attivista conservatore Charlie Kirk.
L’episodio è avvenuto pochi giorni prima della minaccia di Trump sulle licenze tv, dando nuovo slancio al dibattito su contenuti trasmessi, libertà di espressione e responsabilità editoriale. La scelta di ABC ha sollevato dubbi sulle dinamiche di censura e sulle reazioni del pubblico di fronte a contenuti controversi.
Lo scontro tra l’ex presidente e i grandi network potrebbe cambiare le regole del gioco per il servizio televisivo pubblico e privato nei prossimi mesi. La situazione resta in evoluzione, con la FCC pronta a giocare un ruolo decisivo sulle licenze.