Truffa agli anziani di Alpignano: badante e complici sottraggono patrimoni con metodi ingannevoli

Truffa agli anziani di Alpignano: badante e complici sottraggono patrimoni con metodi ingannevoli

Due anziani di Alpignano truffati dalla badante Giuseppina Iuliani e complici, che hanno sottratto casa e risparmi; indagine della Guardia di Finanza e Procura di Torino evidenzia rischi per anziani soli.
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Due anziani di Alpignano sono stati truffati dalla loro badante e una rete di complici, che hanno sottratto loro casa e risparmi sfruttando la loro vulnerabilità; il caso, emerso grazie a un’indagine giudiziaria, evidenzia i rischi legati alla solitudine degli anziani e la necessità di maggiori controlli. - Gaeta.it

La vicenda di due anziani di Alpignano, vittime di una truffa che ha coinvolto la loro badante e una rete di complici, è emersa grazie a un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Torino. Dal 2019 questa coppia, già fragile, è stata manipolata fino a perdere la propria casa, i risparmi e la libertà di decidere. Le accuse toccano profili diversi: dal falso in atto pubblico a gestioni finanziarie opache. Il caso mette in luce i rischi legati alla solitudine degli anziani e i pericoli che possono nascondersi dietro ai ruoli di fiducia.

L’ingresso di giuseppina iuliani nella vita della coppia

Nel 2019 Giuseppina Iuliani, 56 anni, allora operatrice scolastica, ha incontrato per caso due anziani coniugi di Alpignano nati nel 1927 e 1936. Da quel momento la sua presenza è diventata costante, con la trasformazione da semplice conoscente a badante effettiva. Iuliani ha chiesto un periodo di aspettativa dal lavoro per dedicarsi all’assistenza, soprattutto della donna rimasta sola dopo che il marito era stato ricoverato presso una casa di cura a Pianezza.

La relazione si è sviluppata su un piano di apparente insostituibile supporto, con parole rassicuranti e dichiarazioni di legami familiari. La badante ha convinto la donna a fidarsi di lei totalmente, portandola a firmare documenti importanti, dall’atto di vendita della casa valutata 230mila euro, fino a procure bancarie e testamenti. Dietro queste manovre però si nascondeva un disegno ben pianificato per trasferire proprietà, denaro e controllo nelle mani di Iuliani.

Segnali di una trasformazione pericolosa

I segnali di questa trasformazione progressiva sono passati inosservati fino all’esplosione dell’inchiesta, che ha rivelato dettagli inquietanti sul modo in cui la badante ha agito, approfittando della vulnerabilità della coppia.

I complici nel raggiro e gli strumenti usati per svuotare i patrimoni

La truffa non sarebbe stata possibile senza la collaborazione di più persone, tra cui un ex notaio e una consulente finanziaria. Il notaio Paolo Bonomo, ora ritirato dalla professione, ha avuto un ruolo cruciale redigendo atti falsi. Per lui è arrivata una condanna definitiva a sei mesi per falso. La consulente finanziaria, amica di Iuliani, ha aiutato la badante a gestire il denaro degli anziani, trasferendo oltre 220mila euro in un conto appositamente creato con un dossier titoli.

Nel luglio 2019, un testamento è stato firmato nella casa di cura Giovanni XXIII di Pianezza. A firmare come testimoni sono stati un fidanzato della figlia della badante e la stessa consulente finanziaria, entrambi accusati di falsa dichiarazione al pm, con processo ancora in corso. Questo documento ha contribuito a consolidare il controllo di Iuliani sui beni degli anziani.

Una rete di complici

Oltre agli atti formali, l’indagine ha segnato la presenza di altri soggetti coinvolti nel sistema: una donna che coordinava versioni di comodo per gli imputati; due amici incaricati di prelevare contanti da bonifici eseguiti per conto di Iuliani; e una cartomante, contattata dalla badante per sapere quando gli anziani sarebbero deceduti. Quest’ultimo dettaglio conferisce un alone macabro a tutta la vicenda, che ricorda più un romanzo che una realtà giudiziaria.

L’esito giudiziario e lo svolgimento delle udienze

Giuseppina Iuliani ha ricevuto una condanna in primo e secondo grado a un anno e dieci mesi con pena sospesa, mentre per altri imputati sono già stati definiti patteggiamenti. La Cassazione è chiamata a pronunciarsi sul verdetto finale. A settembre è fissata l’udienza per gli ultimi tre imputati, tra cui i testimoni del falso testamento. In tutto il procedimento emerge una trama che ha sfruttato la fiducia e la debolezza degli anziani per sottrarre beni e risparmi.

La famiglia degli anziani, radunata intorno a un parente residente negli Stati Uniti, ha deciso di costituirsi parte civile, affidandosi all’avvocata Marialuisa Borgarello per sostenere la causa. Il processo prosegue mentre si delineano i confini di una strategia articolata, basata su manipolazioni psicologiche e false attestazioni.

Un caso che mette in guardia sulla tutela degli anziani vulnerabili

I due anziani protagonisti della vicenda sono entrambi deceduti, ma la vicenda solleva questioni più ampie sulle garanzie offerte agli over 80 soli o fragili. La mancanza di controlli adeguati tra chi assume ruoli di controllo e assistenza ha favorito il compiersi di episodi del genere. Badanti, consulenti ed esperti fiduciari possono trasformarsi in strumenti per estorcere patrimoni, specie se la vittima non ha familiari vicini o sostegno.

L’indagine ha dimostrato come la solitudine e la fiducia riposta in persone care possano essere strumentalizzate con modalità sistematiche, con la creazione di una rete di complici interessati al profitto. Nel territorio di Alpignano e dintorni arriva quindi un monito sulla necessità di vigilare con attenzione sulle relazioni tra anziani e chi li assiste, per evitare che casi come questo possano ripetersi.

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