Trovato bivacco per spaccio di cocaina tra i boschi di Malvicino con armi e foto-trappole

Trovato bivacco per spaccio di cocaina tra i boschi di Malvicino con armi e foto-trappole

Una tenda da campeggio trasformata in base per lo spaccio di cocaina scoperta nei boschi di Malvicino dai carabinieri di Spigno Monferrato, con arresto e sequestro di droga, armi e telefoni.
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Nel bosco di Malvicino, i carabinieri hanno scoperto una tenda usata come base per lo spaccio di cocaina, arrestando un uomo e sequestrando droga, armi e telefoni. - Gaeta.it

Nel cuore dei boschi dell’entroterra acquese, una tenda da campeggio trasformata in base per lo spaccio di cocaina ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. I carabinieri di Spigno Monferrato sono intervenuti dopo alcune segnalazioni della popolazione, scoprendo un accampamento dotato di armi, telefoni e sistemi di sorveglianza. L’arresto di un uomo irregolare riaccende i riflettori su un traffico di stupefacenti radicato in una zona solitamente tranquilla.

La scoperta del bivacco nascosto tra gli alberi

La tenda è stata individuata in un’area boscosa di Malvicino, nei pressi di sentieri poco frequentati. L’indagine ha preso avvio dopo che diversi residenti hanno notato movimenti sospetti, specie durante le ore notturne. Alcuni cittadini si erano rivolti al Comune, portando avanti una serie di segnalazioni che hanno messo in allarme le autorità locali.

Il ruolo del comune e la sindaca

Il Comune di Malvicino ha svolto un ruolo importante, facendo da tramite con i carabinieri. La sindaca Cristina Manfrinetti ha raccontato l’apprensione della comunità che, spaventata e incerta su come intervenire, ha infine ottenuto un intervento deciso dalle forze dell’ordine. Così è scattata l’irruzione nella tenda che serviva da base logistica per attività illecite.

L’accampamento risultava ben celato, immerso tra la vegetazione fitta, e dotato di alcuni sistemi per controllare l’area circostante. Questo dettaglio ha permesso agli occupanti di mantenere alto il livello di attenzione verso eventuali controlli o minacce esterne.

La scoperta degli oggetti e le prove raccolte

All’interno del bivacco, i militari hanno trovato quasi 100 grammi di cocaina pura al 98% di principio attivo. Questa quantità poteva essere divisa in circa 500 dosi pronte per la vendita nel mercato illegale, con un valore complessivo stimato oltre i 30mila euro. Accanto alla droga, sono emersi un revolver calibro 38, un machete realizzato artigianalmente e numerosi telefoni cellulari.

I 10 cellulari apparentemente venivano usati per coordinare la vendita e gli spostamenti; inoltre, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento hanno messo in evidenza la cura nella gestione del traffico. Tra gli strumenti, si segnalano anche 3 foto-trappole nascoste nel verde che servivano per tenere sotto controllo ogni movimento attorno alla tenda.

Era presente tutto il necessario per sopravvivere a lungo nel bosco: scorte alimentari, due batterie d’auto per alimentare dispositivi elettronici, e generi di prima necessità. Alcuni oggetti trovati risultavano provenire direttamente dai clienti, elemento che potrebbe portare a procedere per favoreggiamento.

La funzione del bivacco nello spaccio

Secondo i carabinieri, quella tenda rappresentava un punto di smistamento di cocaina fondamentale non solo per Malvicino e l’area acquese, ma anche per le regioni limitrofe del Savonese. La posizione, isolata ma facilmente accessibile, consentiva ai trafficanti di organizzare consegne e spostamenti in modo rapido.

Il comando dell’Arma di Acqui Terme ha sottolineato l’importanza dell’operazione. Il maggiore Gabriele Fabian ha spiegato come si sia affrontato un fenomeno che aveva generato incertezza e disagio tra la comunità locale. L’azione dei carabinieri ha bloccato un’attività che rischiava di diventare stabile e pericolosa per la sicurezza pubblica.

Il 35enne irregolare trovato nel bivacco è stato fermato mentre era addormentato, impegnato a sorvegliare i carichi e i movimenti intorno al sito illecito. È stato tradotto nel carcere di Alessandria, con accuse pesanti legate alla detenzione di droga con l’intento di spaccio e al possesso illegale dell’arma da fuoco.

Le indagini e le prospettive per i prossimi sviluppi

Le attività investigative non si fermano con l’arresto. I carabinieri analizzano i dati emersi dai telefoni sequestrati e dalle foto-trappole utilizzate per monitorare l’area. Le informazioni raccolte potrebbero portare a scoprire i complici e smantellare la rete collegata al bivacco nascosto nei boschi.

Tra gli aspetti più delicati c’è la possibilità di riscontrare un coinvolgimento di persone esterne che, forse inconsapevolmente o meno, hanno fornito materiali o contributi al gruppo criminale. Le indagini punteranno anche su questo aspetto per far luce sull’intera organizzazione.

La comunità di Malvicino, dopo mesi segnati da segnalazioni e timori, ora sembra poter ritrovare una tranquillità perduta. I boschi non sono più teatro di attività sospette ma tornano a offrire solo il silenzio e il respiro della natura. L’azione dei carabinieri ha cambiato il volto di quei luoghi, riportando ordine in un contesto compromesso dallo spaccio.

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