Tribunale Di Rabat respinge scarcerazione di Ibtissam Lachgar, accusata di blasfemia; tensioni in aula

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Tribunale di Rabat conferma detenzione di Ibtissam Lachgar, tensioni in aula. - Gaeta.it

Marco Mintillo

28 Agosto 2025

Ibtissam “Betty” Lachgar, attivista femminista marocchina e leader del Movimento Alternativo per le Libertà Individuali , resta in carcere nonostante condizioni di salute precarie. Il Tribunale di Rabat ha respinto la richiesta di rilascio provvisorio presentata dalla sua difesa. Lachgar è accusata di blasfemia per aver pubblicato sui social una foto in cui indossa una maglietta ritenuta offensiva nei confronti della religione musulmana. Il caso riporta al centro del dibattito nazionale e internazionale la questione della libertà di espressione e i limiti imposti dal diritto penale marocchino in materia religiosa.

Controlli Severi E Rinvio dell’udienza nel processo a Rabat

L’udienza ordinaria del processo contro Lachgar, tenutasi presso il Tribunale di Rabat, è stata rinviata alla settimana successiva a causa di tensioni in aula. Queste sono nate in seguito a controlli rigorosi e perquisizioni sistematiche all’ingresso, misure che hanno aumentato la pressione nell’ambiente giudiziario. Lachgar, arrestata il 13 agosto 2025, si è presentata in tribunale visibilmente debilitata, indossando una jellaba tradizionale con un velo leggero e una benda sulla spalla sinistra, segno della lesione che accompagna la sua detenzione.

La vicenda ha attirato l’attenzione pubblica per il contesto legale e politico in Marocco, dove la libertà di espressione, pur garantita dalla Costituzione, si scontra con norme penali che spesso reprimono atti considerati offensivi per la religione o la moralità. Il rinvio permette alle parti di preparare ulteriori elementi, mentre la situazione in carcere solleva preoccupazioni tra i suoi sostenitori.

Condizioni di salute critiche e isolamento per l’attivista

Ibtissam Lachgar soffre di una grave lesione al braccio che, secondo i suoi legali, necessita di un intervento chirurgico urgente per evitare una possibile amputazione parziale. La difesa ha chiesto il rilascio condizionato alle cure mediche, ma il giudice ha respinto la richiesta, richiamando il rispetto delle norme vigenti. Lachgar resta detenuta in isolamento, senza poter usufruire dell’ora d’aria quotidiana normalmente concessa ai detenuti.

Gli avvocati denunciano il trattamento riservato all’attivista come una violazione della sua dignità e chiedono un miglioramento delle condizioni sanitarie nel carcere di Rabat. L’isolamento prolungato e la mancanza di assistenza medica adeguata aggravano il suo stato fisico e mentale. La situazione ha suscitato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani che monitorano le condizioni dei prigionieri politici in Marocco.

Libertà di espressione e restrizioni religiose nella legge marocchina

La Costituzione marocchina tutela formalmente la libertà di espressione, ma il Codice penale prevede limitazioni quando si tratta di questioni religiose, morale pubblica e ordine sociale. La legge punisce chi offende la religione musulmana, riconosciuta come religione di Stato, con pene che possono arrivare fino a cinque anni di carcere.

Il caso di Lachgar ha riacceso un dibattito che coinvolge il Paese e oltre, mettendo in luce la difficoltà delle autorità nel bilanciare diritti civili e norme religiose. I suoi sostenitori vedono nell’arresto un segnale preoccupante per chi si impegna per la libertà di coscienza e una società più laica. In Marocco, dove gli attivisti per i diritti civili spesso affrontano repressioni, il processo di Lachgar complica la percezione della tolleranza ufficiale verso posizioni critiche.

Impatto Sull’attivismo e sul Movimento Alternativo per le Libertà Individuali

Il Movimento Alternativo per le Libertà Individuali , di cui Lachgar è una delle figure più note, si dedica alla difesa dei diritti civili, alla promozione della laicità e a richieste di maggiori libertà individuali. L’arresto di Lachgar rappresenta un duro colpo per il gruppo, che da tempo incontra resistenze da parte delle autorità. Le tensioni tra attivisti e potere emergono anche in questa vicenda, confermando le difficoltà di chi in Marocco contesta norme sociali e religiose consolidate.

Il caso ha attirato l’attenzione di osservatori internazionali, evidenziando le restrizioni ancora presenti sull’espressione pubblica riguardo temi sensibili come fede e morale. Mali e i suoi membri continuano a chiedere modifiche alle leggi restrittive e una maggiore tutela per chi si espone in difesa dei diritti umani. Le autorità mantengono un atteggiamento rigido, accentuando lo scontro tra voci indipendenti e potere.

La situazione resta in evoluzione in Marocco, con nuove udienze del processo di Lachgar all’orizzonte e un confronto che riflette questioni profonde sul ruolo della religione nella vita pubblica e sui limiti delle libertà garantite dalla Costituzione.