Nel cuore di Bari vecchia le orecchiette sono tornate a popolari le strade, ma non senza tensioni. Le donne che preparano e vendono queste paste tradizionali si trovano a fronteggiare multe e restrizioni. La tutela delle regole amministrative si intreccia con la difesa di una tradizione culinaria radicata, mentre i turisti osservano con interesse.
Le massaie di bari vecchia e il loro ruolo nella tradizione gastronomica
Le massaie di Bari vecchia rappresentano un elemento storico della cultura pugliese. Le donne che preparano le orecchiette a mano nei bassi, piccoli locali spesso situati nei vicoli del centro storico, mantengono vive tecniche tramandate da generazioni. Questa attività è anche un richiamo per molti visitatori, attratti dal fascino delle forme artigianali di pasta che prendono vita sotto le loro mani.
Le massaie lavorano l’impasto con farina e acqua, modellando le orecchiette e vendendole direttamente sul posto, spesso a pochi passi dai monumenti più conosciuti della città. Quel gesto quotidiano si è trasformato anche in una forma di attrazione turistica che unisce cibo e cultura locale.
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In questi anni, però, la presenza delle massaie per strada è stata meno frequente a causa di controversie legate ai permessi di vendita e alla regolamentazione di spazi pubblici.
Le sanzioni e i controlli sugli spazi pubblici: le cause della protesta
Da gennaio 2025 le autorità locali hanno intensificato i controlli sulle massaie che vendono orecchiette in strada. Molti sono stati multati in modo pesante per occupazione di suolo pubblico non autorizzata, con sanzioni di 121 euro, e perfino per la vendita di prodotti non consentiti, con multe che possono raggiungere i 5mila euro.
Solo una massaia risulta aver completato tutte le pratiche necessarie per il commercio in regola secondo le normative comunali. L’assessore al commercio, Pietro Petruzzelli, ha ribadito che “è vietato vendere prodotti industriali o non prodotti direttamente in loco.” Le regole servono a garantire la qualità dei prodotti e la sicurezza dei consumatori, ma per molte donne queste limitazioni hanno chiuso temporaneamente la loro attività nei bassi.
La protesta è stata chiara: ieri, i vicoli dove solitamente si vedevano le massaie sono stati quasi deserti, un vero “mortorio” come ha detto Nunzia, una delle protagoniste che ha deciso di fermarsi in segno di dissenso.
La reazione dei turisti e il valore culturale del rito della preparazione
Nonostante le difficoltà, attorno alle massaie si raccolgono i turisti, attratti da un rito che va oltre la semplice vendita di orecchiette. Il gesto di impastare e modellare la pasta è considerato da molti un patrimonio immateriale legato all’identità pugliese e a una storia secolare.
I visitatori ammirano la manualità delle donne e spesso chiedono di capire come si realizzano gli ingredienti e le forme. Questo interesse alimenta un legame profondo tra il cibo e la cultura locale. Anziché un semplice acquisto, chi assiste rimane coinvolto in una piccola lezione di tradizione popolare.
Alcuni turisti hanno anche espresso parole di sostegno, chiedendo che questa pratica venga difesa e tutelata, non solo come attrazione commerciale, ma come memoria viva della città.
La sfida tra regolamentazione e difesa della tradizione a bari
La vicenda delle massaie di Bari vecchia evidenzia le difficoltà di gestire il rapporto tra regole amministrative e tradizioni radicate. Le autorità si applicano nel far rispettare leggi che regolano l’occupazione degli spazi pubblici e la qualità dei cibi venduti, ma queste norme finiscono spesso per mettere in crisi attività storiche.
I bassi in cui le massaie lavorano sono parte del tessuto sociale e culturale del centro storico. Chiude una massaia non si ferma solo un commercio, ma si perde un pezzo di identità locale. Nei prossimi mesi si discuterà di possibili soluzioni per trovare un equilibrio.
Nel frattempo chi passa per Bari vecchia vedrà le donne impegnate nel loro lavoro con più attenzione, perché dietro ogni orecchietta c’è una storia fatta di mani, farina e vicoli antichi.