La testimonianza cruciale di un uomo, sotto minacce dopo aver assistito all’omicidio di Maati Moubakir, è stata confermata durante l’incidente probatorio. Il ragazzo, un 17enne di Certaldo, fu aggredito e accoltellato da un gruppo di giovani a Campi Bisenzio la notte del 29 dicembre 2024. Le sue dichiarazioni hanno permesso di arrestare sei sospetti, ancora detenuti in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
La testimonianza chiave e le minacce ricevute
Il testimone, già ascoltato a gennaio dagli investigatori, ha scelto la forma dell’incidente probatorio per proteggersi dalle minacce arrivate dopo il suo primo intervento. La procura ha deciso di cristallizzare la sua narrazione così da renderla pienamente utilizzabile nel futuro processo penale. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ricostruito nei dettagli la dinamica dell’aggressione avvenuta poco dopo la mezzanotte nella zona di Campi Bisenzio.
Dettagli dell’aggressione riportati dal testimone
Racconta di gruppi di giovani che fuggivano dal luogo in cui era avvenuto il pestaggio. Tra loro, uno, identificato in un secondo momento come Maati Moubakir, rimase indietro e fu raggiunto dal branco. Il testimone riferisce di aver visto gli aggressori colpirlo con pugni e un casco, gesti che indicavano violenza crescente. Anche se non ha visto la lama del coltello, alcuni degli aggressori mimarono il gesto dell’accoltellamento. La vittima, già ferita, si sarebbe poi incamminata verso la fermata del bus in via Tintori, centro di Campi.
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Nonostante il momento di caos, il testimone ha confermato di aver riconosciuto Maati solo in seguito, osservando le sue foto sui giornali. È proprio questa testimonianza ad aver permesso agli inquirenti di avviare le indagini più approfondite.
Gli arresti e le accuse rivolte ai sospetti
Subito dopo le dichiarazioni del testimone e la raccolta dei filmati delle telecamere di sorveglianza, sei giovani furono arrestati in esecuzione di una misura cautelare. A gennaio, gli inquirenti individuarono i presunti responsabili: Diego Voza, 18 anni, originario della Campania; Denis Alexander Ekani Effa, 22 anni, di Firenze; Denis Mehmeti, 20 anni, del Prat; Khalid El Fassi, 21 anni, di Firenze; Ismail Arouizi, 20 anni, anch’egli fiorentino, e Francesco Pratesi, di 18 anni.
Tutti questi giovani sono in carcere con l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e da motivazioni futili. Per ora, esiste anche un altro indagato, che però è a piede libero. L’accusa spiega che dietro la violenza si celava la volontà di punire un ragazzo scambiato per un’altra persona, alimentando così la matrice premeditata e crudele dell’attacco.
La gravità del reato ha spinto le autorità a intervenire con decisione per non lasciare spazio a impunità.
Dinamica dei fatti nella notte dell’aggressione
Secondo la ricostruzione fornita dal testimone, la notte del 29 dicembre, dopo essere uscito da una discoteca, Maati Moubakir fu inseguito da un gruppo di giovani in una zona periferica di Campi Bisenzio. La motivazione sembrerebbe legata a uno scambio di persona: i aggressori credevano di punire un altro ragazzo.
L’episodio fatale
Il testimone ha descritto i momenti concitati, con il branco che prima colpì Maati più volte con pugni e un casco. Sebbene non abbia visto la lama, alcuni assalitori fecero con le mani il gesto dell’accoltellamento, segno chiaro della violenza in atto. Riuscito a fuggire verso la fermata dell’autobus di via Tintori, Maati tentò di salire per allontanarsi.
Il branco però lo seguì a bordo e lì avvenne il colpo mortale: una coltellata al cuore che fu fatale. Il ragazzo morì in strada, senza più possibilità di soccorso.
Il racconto del testimone, unito alle immagini della videosorveglianza, ha fornito un quadro chiaro agli investigatori per individuare subito i responsabili.
Il caso continua a essere seguito con attenzione, mentre le indagini procedono per chiarire al meglio le responsabilità e garantire giustizia per Maati Moubakir.