La procura di Palermo ha disposto un nuovo arresto per la tragica sparatoria avvenuta a Monreale, che ha causato tre morti. Dopo i primi due arresti, è finito in manette Mattias Conti, giovane di 19 anni, accusato di concorso in strage. I fatti risalgono a una rissa in pieno centro, durante la quale sono stati uccisi Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli.
Il quadro dell’inchiesta e il ruolo di mattias conti
Il 19enne Mattias Conti, originario del quartiere Zen di Palermo, è il terzo soggetto arrestato nell’inchiesta sulla sparatoria di Monreale. Secondo la procura, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, Conti ha partecipato attivamente alla rissa degenerata in strage, sparando direttamente sulla folla presente. La presenza di Conti sul luogo dell’aggressione è confermata da testimonianze e da elementi raccolti durante le indagini. L’accusa principale mossa a suo carico è quella di concorso in strage, poiché si ritiene abbia contribuito con le sue azioni a provocare la morte di tre persone.
Questa nuova misura cautelare arriva dopo un’indagine serrata orientata a ricostruire la dinamica esatta dell’episodio di violenza. Il fatto che Conti abbia fatto fuoco sulla folla rappresenta un punto chiave delle accuse, poiché testimonia la volontà di colpire in modo indiscriminato. Gli inquirenti proseguono nell’approfondire i legami tra i vari arrestati per chiarire i ruoli specifici e la sequenza degli eventi.
Leggi anche:
I precedenti arresti e le accuse per gli altri indagati
In precedenza erano stati fermati Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, entrambi sempre legati al quartiere Zen di Palermo. Calvaruso, come emerso dalle indagini, è ritenuto uno dei protagonisti della rissa che ha portato alla sparatoria. Samuel Acquisto, invece, è accusato di aver istigato gli amici a usare le armi. La sua posizione assume rilievo nell’inchiesta perché, secondo l’accusa, “avrebbe spinto gli altri a sparare durante il litigio.”
Le autorità hanno messo a fuoco una rete di complicità e una coordinazione tra gli arrestati, un aspetto che rafforza le accuse di concorso nella tragica vicenda. I tre indagati avrebbero agito in gruppo e con intenzioni violente, mostrando una pericolosa determinazione che si è tradotta in tre omicidi. Le indagini, fino a questo momento, hanno raccolto diverse testimonianze oculari e riscontri tecnico-scientifici che sostengono la ricostruzione fornita dai magistrati.
Ricostruzione della sparatoria e impatto sulla comunità di monreale
La sparatoria è scoppiata nel centro di Monreale durante una rissa che ha rapidamente degenerato. I momenti di violenza sono culminati con l’uso di pistole, che hanno ucciso Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli. Le vittime sono state colpite da diversi colpi: l’aggressione ha lasciato un segno profondo nel tessuto urbano e sociale della città, mettendo in evidenza la pericolosità della situazione nei quartieri popolari coinvolti.
L’episodio ha scosso la comunità, evidenziando le tensioni latenti fra alcune fazioni presenti sul territorio. Lo scenario triste e drammatico ha spinto le forze dell’ordine a intensificare i controlli e a cercare di prevenire ulteriori episodi simili. Il comune di Monreale, sede dell’accaduto, ha reagito con misure mirate alla sicurezza, mentre proseguono gli accertamenti sull’intera vicenda.
Questa vicenda rimane aperta, con ulteriori verifiche sulle dinamiche e i motivi che hanno portato alla sparatoria, elementi che emergeranno man mano dai prossimi sviluppi delle indagini.