A Ancona, un episodio agghiacciante di molestie sessuali su un bambino di 9 anni ha scosso la comunità locale. La denuncia è emersa in seguito a un attento ascolto da parte della famiglia, che ha notato cambiamenti nel comportamento del piccolo. Due presunti incidenti avrebbero avuto luogo a maggio, nel quartiere di Tavernelle. Sono stati avviati accertamenti da parte delle autorità competenti, con un’indagine che coinvolge un rider di 30 anni di origini marocchine. Le informazioni finora raccolte delineano un quadro drammatico di vulnerabilità infantile e manipolazione.
Le molestie e la traiettoria della paura
Il bambino sarebbe stato avvicinato da un rider mentre si trovava al parco con i suoi amici. Con l’inganno di fargli provare una bicicletta e mostrargli il cellulare, il 30enne sarebbe riuscito a farsi seguire fino a un garage. Qui, approfittando della situazione di isolamento, avrebbe iniziato a molestarlo, toccandolo in modo inappropriato. Non solo, il molestatore avrebbe anche mostrato al piccolo contenuti pornografici tramite il suo smartphone.
Il silenzio del bambino, che temeva ripercussioni dalle minacce ricevute , ha permesso a questi abusi di perdurare. Solo dopo un lungo periodo di angoscia, durante il quale il bimbo è diventato sempre più introverso e ha mostrato una significativa perdita di appetito, il piccolo ha trovato il coraggio di confidarsi con la sorella maior. Il suo racconto ha fatto scattare un campanello d’allarme per i familiari, i quali hanno immediatamente deciso di approfondire la situazione.
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La denuncia e l’avvio dell’indagine
Una volta ascoltate le parole del bambino, la sorella ha avvisato i genitori, che hanno subito deciso di agire. La famiglia ha contattato le autorità competenti, presentando formale denuncia ai Carabinieri. Il pubblico ministero Andrea Magi ha quindi preso in carico il caso, aprendo un fascicolo per violenza sessuale aggravata, considerata la giovane età della vittima.
L’inchiesta ha portato all’individuazione del presunto molestatore, un trentenne già noto alle forze dell’ordine per un caso simile. Tuttavia, in quel contesto, il giudice aveva considerato l’indagato incapace di intendere e di volere. Questa circostanza non fermerà però le indagini, poiché una nuova perizia psichiatrica verrà disposta per stabilire la capacità di intendere e di volere dell’indagato, in previsione di un possibile processo.
Valutazione della vittima e futuro del processo
Ieri il Giudice per le indagini preliminari , Carlo Masini, ha disposto una perizia psicologica sul bambino per valutare se fosse in grado di testimoniare in un incidente probatorio. La psicologa assegnata avrà 60 giorni di tempo per redigere la relazione necessaria. Durante l’incontro in tribunale, erano presenti i familiari del bambino, assistiti dall’avvocato Costantino Larocca, insieme alla difesa del rider, rappresentata dall’avvocato Davide Mengarelli.
La situazione resta delicata, con l’attenzione di tutta la comunità rivolta alla salvaguardia della vittima e alla giustizia. Le autorità seguiranno gli sviluppi del caso con la massima attenzione, consapevoli del grave impatto che simili episodi hanno sulla vita di un bambino e sul contesto sociale nel quale viviamo. I progressi nelle indagini saranno fondamentali per garantire che la verità emerga e che eventuali provvedimenti legali siano intrapresi.