Tecnici di elisoccorso sperimentano nuove tecniche di recupero in ambiente acquatico sul fiume sentino

Tecnici di elisoccorso sperimentano nuove tecniche di recupero in ambiente acquatico sul fiume sentino

Le esercitazioni sul fiume Sentino hanno permesso a Cnsas e Icaro 02 di testare nuove tecniche di elisoccorso in ambienti acquatici, migliorando sicurezza e rapidità nei soccorsi in situazioni critiche.
Tecnici Di Elisoccorso Sperime Tecnici Di Elisoccorso Sperime
Sul fiume Sentino si sono svolte esercitazioni di elisoccorso per tecnici Cnsas e Icaro 02, finalizzate a perfezionare tecniche di recupero in ambienti acquatici, in particolare con l’uso del verricello e nuove metodologie per soccorsi in situazioni di emergenza. - Gaeta.it

Nei giorni scorsi si sono svolte sul fiume Sentino le esercitazioni di addestramento per i tecnici di elisoccorso del Cnsas e di Icaro 02, focalizzate sulle operazioni di recupero in ambienti acquatici. L’obiettivo è testare e perfezionare nuovi sistemi di soccorso in acqua, necessari soprattutto in situazioni di emergenza come alluvioni o in acque ferme. Queste prove rappresentano una tappa importante nel miglioramento delle procedure di intervento in scenari che richiedono tecniche speciali.

Addestramento sul fiume sentino: obiettivi e contesto operativo

L’addestramento si è concentrato sul recupero di persone da ambienti acquatici con l’uso del verricello dell’elicottero. Questi esercizi sono pensati per affrontare sia situazioni di soccorso in acque ferme, come laghi o fiumi in condizioni normali, sia in casi più critici, ad esempio alluvioni, dove la corrente e lo scenario complicano il recupero. In queste operazioni, il tempo e la sicurezza sono essenziali, perché spesso si opera in condizioni che mettono a rischio la vita del soccorso e della persona da salvare.

Modalità di recupero simulate

Durante le giornate di addestramento, sono state simulate due tipologie di recupero. Nel primo caso, il tecnico di elisoccorso lancia una corda galleggiante detta sagolino, posizionandola a circa tre metri dalla superficie dell’acqua. Il paziente, se collaborativo, si aggancia al sagolino e viene trascinato verso la riva o verso la terraferma grazie all’azione del verricello. Nel secondo metodo invece, pensato per persone non collaboranti, il tecnico entra in acqua con una cintura salvagente e recupera direttamente il paziente. Questa tecnica richiede grande coordinamento e prontezza fisica, vista la complessità e il rischio delle condizioni acquatiche.

Innovazioni e metodologie nei sistemi di recupero al verricello

I sistemi testati durante queste prove nascono dall’esigenza di ottimizzare le procedure di soccorso in situazioni complesse. L’uso del sagolino permette un aggancio più sicuro e rapido da parte del paziente, riducendo il rischio di incidenti durante il recupero. Questo strumento, messo a punto nelle simulazioni, offre un vantaggio tecnico importante per intervenire in acque non agitate, dove il paziente ha la capacità di partecipare attivamente al salvataggio.

Per i pazienti non collaborativi invece, la presenza del tecnico in acqua con la cintura salvagente rappresenta un metodo più diretto ma anche molto impegnativo. L’operatore deve raggiungere e assicurare il paziente, spesso in situazioni di forte corrente o detriti, per poi affidarlo al verricello. L’addestramento ha previsto proprio la simulazione di questi scenari, per familiarizzare con le difficoltà e ridurre i tempi di intervento.

Obiettivi delle innovazioni

Queste innovazioni mirano a rendere il soccorso in ambiente acquatico più efficiente, riducendo rischi sia per i soccorritori che per le vittime. L’esperienza accumulata durante le prove sul fiume Sentino sarà utile anche per estendere le tecniche ad altri contesti, come montagne con fiumi in piena o zone alluvionate dove il cellulare delle condizioni permette poche soluzioni standard.

Il ruolo del cnsas nel soccorso in ambienti acquatici e calamitosi

Il corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ha da tempo esteso le proprie competenze verso il soccorso in contesti fuori dalla montagna tradizionale, come zone colpite da calamità naturali acquatiche. Le giornate di addestramento appena concluse si inseriscono in questo percorso che punta a integrare capacità tecniche e operative specifiche per intervenire rapidamente in situazioni di emergenza.

Il percorso di certificazione per i tecnici di elisoccorso in ambiente acquatico serve a stabilire standard di sicurezza e competenza, fondamentali per ridurre gli incidenti durante i soccorsi. Grazie a questa formazione, ogni operatore può affrontare scenari complessi con procedure collaudate e strumenti adeguati, rendendo il lavoro sul campo meno rischioso e più efficace. Il Cnsas, in partnership con realtà come Icaro 02, continua a investire nella crescita delle risorse umane e delle dotazioni tecnologiche per rispondere alle nuove esigenze legate ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi.

Importanza delle nuove tecniche

Il consolidamento di queste tecniche di recupero sull’acqua risponde alla necessità di proteggere vite umane in situazioni dove il soccorso tradizionale non è sufficiente. Come dimostrano le esercitazioni sul fiume sentino, si tratta di un salto pratico che migliora la prontezza e la capacità di intervento in ambienti delicati, dove contano rapidità e precisione nelle manovre.

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