Sperlonga: segnalati bocconi avvelenati in strada per i gatti

Sperlonga: segnalati bocconi avvelenati in strada per i gatti

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Bocconi avvelenati tra Itri e Sperlonga: segnalata la presenza di cibo sospetto in zona Vignole. Allarme tra i cittadini per i gatti uccisi. Ecco cosa prevede la legge

«Bocconi avvelenati zona Vignole fino a scendere sulla Itri Sperlonga» – è il grido d’allarme lanciato da un utente attraverso un post condiviso sui social. A preoccupare è la presenza di cibo sospetto lungo la strada che collega Itri a Sperlonga, con particolare attenzione alla zona Vignole, dove sarebbero stati ritrovati gatti morti in circostanze anomale. La notizia ha immediatamente scosso la comunità, accendendo i riflettori su un fenomeno purtroppo non nuovo nel Golfo di Gaeta.

Gesti crudeli contro gli animali: cosa dice la legge

Atti come questi rientrano pienamente tra quelli previsti dal reato di maltrattamento di animali, regolato dall’art. 544 ter del Codice Penale, che punisce anche chi sottopone gli animali a sofferenze, sevizie o comportamenti incompatibili con la loro natura etologica. Le pene previste sono la reclusione da tre mesi a un anno e mezzo e una multa da 5.000 a 30.000 euro.

Le stesse sanzioni si applicano anche a chi somministra sostanze stupefacenti o vietate o infligge trattamenti nocivi alla salute degli animali. Il Codice Penale considera delitti anche altre condotte come:

  • Uccisione di animali per crudeltà o senza necessità (art. 544 bis): punita con la reclusione da 4 mesi a 2 anni

  • Spettacoli o manifestazioni violente su animali (art. 544 quater): pena da 4 mesi a 2 anni e multa da 3.000 a 15.000 euro, aumentabile in caso di scommesse clandestine o finalità di lucro

Una ferita che si riapre: la colonia sterminata di via Atratina a Gaeta

Il nuovo caso riporta alla memoria una vicenda analoga avvenuta nel 2019 in via Atratina a Gaeta, dove vennero trovati numerosi gatti uccisi con veleno per topi. La notizia all’epoca provocò rabbia e sgomento tra i cittadini. Sulla questione intervenne anche l’assessore Pasquale De Simone, che pur condannando l’inciviltà di chi non gestisce correttamente la cura dei randagi, sottolineò che nessuna mancanza può giustificare atti di tale crudeltà:
«Insieme possiamo trovare soluzioni, senza perdere l’umanità», dichiarò.

Una comunità che chiede giustizia e risposte

L’episodio ha risvegliato una forte indignazione collettiva. La morte di animali innocenti, oltre a rappresentare un atto moralmente intollerabile, è un reato penale che richiede indagini approfondite e interventi mirati da parte delle autorità. I cittadini chiedono più controlli, videosorveglianza e una presa di posizione decisa da parte delle istituzioni locali. La protezione degli animali è un dovere civile, ma anche un indicatore del grado di umanità di una comunità.

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