Lo stato delle carceri a Potenza e provincia si presenta con gravi criticità legate al sovraffollamento e alla mancanza di personale. Durante un presidio promosso dalla conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà, sono emersi dati allarmanti dagli istituti penitenziari di Potenza e Melfi. L’incontro ha approfondito condizioni detentive e problemi strutturali con la partecipazione di rappresentanti sindacali e istituzionali.
La situazione del carcere di potenza: sovraffollamento che supera il 150%
Nel carcere di Potenza, i posti regolamentari disponibili sono 105, ma il numero dei detenuti ha raggiunto quota 163, comprendendo otto donne. Nonostante gli interventi di ampliamento e ristrutturazione realizzati nella primavera scorsa, la capienza è stata ampiamente superata. Il tasso di sovraffollamento si attesta intorno al 150%, un dato che evidenzia le difficoltà quotidiane legate alla gestione degli spazi e alla vivibilità all’interno della struttura.
Questa condizione può influire negativamente sulle condizioni di detenzione, generando problemi di ordine pubblico, salute e sicurezza. Le strutture non progettate per contenere un numero così elevato di persone mostrano tensioni che si riversano sia sui detenuti sia sul personale di sorveglianza.
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Criticità nella tutela dei diritti all’interno del carcere di potenza
Il presidio ha sottolineato come, oltre alla questione numerica, permangano criticità nella tutela dei diritti e delle condizioni umane durante la detenzione. Sovraccarico degli spazi, risorse limitate e necessità di risposte efficaci da parte delle istituzioni restano punti altamente problematici e da affrontare con urgenza.
Il carcere di melfi e la carenza di agenti di polizia penitenziaria
L’istituto penitenziario di Melfi, classificato come carcere di alta sicurezza, ospita circa 90 detenuti. Questo numero, apparentemente inferiore a Potenza, deve però far fronte a una carenza di personale significativa. Mancano 44 agenti di polizia penitenziaria rispetto all’organico previsto.
Questa carenza espone rischi concreti sia sul piano della sicurezza che del benessere detentivo. Il personale rimasto deve gestire compiti complessi e pressanti, spesso con ripercussioni sull’efficacia della sorveglianza e la gestione degli eventi critici. La riduzione del personale influisce anche sulla possibilità di interventi tempestivi e sulla qualità dell’assistenza custodiale.
Nel capoluogo inoltre, nell’istituto penale per i minorenni , sono in servizio 25 agenti su 32 previsti. Anche qui si registra un’occupazione superiore a quanto previsto: attualmente i minori detenuti sono 18, uno in più rispetto al limite fissato a 17 posti.
Importanza delle risorse umane per la tutela dei diritti
La garanzia dei diritti delle persone private della libertà passa quindi attraverso la disponibilità di adeguate risorse umane. L’assenza di agenti o di figure specializzate si riflette immediatamente sulle condizioni generali e sulla gestione delle criticità.
Presenze istituzionali e sindacali al presidio di potenza
All’iniziativa promossa dalla conferenza dei garanti hanno partecipato rappresentanti della Cgil, con il segretario generale Vincenzo Esposito e autorità locali come il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Erano presenti anche le consigliere regionali del movimento 5 stelle, Viviana Verri e Alessia Araneo.
La partecipazione di questi esponenti ha dato visibilità alle problematiche trattate e ha aperto un confronto diretto con le autorità territoriali e politiche. La presenza sindacale ha posto l’accento sulle condizioni di lavoro del personale ed è servita come richiamo alla necessità di investimenti su risorse umane e miglioramenti strutturali.
Mobilitazioni per la sicurezza e i diritti nelle carceri italiane
Questo presidio si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni nazionali, volte a richiedere interventi concreti per garantire standard minimi di sicurezza e tutela dei diritti nelle carceri italiane.
Il valore della tutela dei diritti nelle strutture detentive
Tiziana Silletti, garante regionale delle vittime di reato e delle persone sottoposte a misure restrittive, ha richiamato l’attenzione sul senso profondo del presidio. Non si tratta solo di elencare criticità, ma anche di ricordare che le persone detenute hanno diritto a una seconda possibilità e a condizioni di detenzione rispettose della dignità umana.
Silletti ha sottolineato l’importanza di affrontare il sovraffollamento, i casi di suicidio e le gravi carenze di organico sia negli agenti di polizia penitenziaria sia tra il personale medico. Questi aspetti incidono direttamente sulla qualità della vita detentiva e sulla possibilità di recupero dei detenuti.
Il presidio intende portare queste questioni all’attenzione di governo e istituzioni, chiedendo risposte urgenti e interventi mirati. I dati raccolti e le testimonianze ascoltate mostrano l’emergenza di un sistema che richiede attenzione puntuale e provvedimenti concreti.