L’attenzione alla sanità degli ambienti chiusi è ancora al centro delle politiche di prevenzione delle infezioni respiratorie. Dopo l’esperienza della pandemia da Covid-19, nuove tecnologie sono state riconosciute ufficialmente per la loro efficacia nel ridurre la carica virale nell’aria. Tra queste, i dispositivi che sfruttano onde elettromagnetiche specifiche per inattivare virus respiratori sono confluiti nella prassi di riferimento UNI/PdR 173-1, elaborata da Uni e dall’Istituto superiore di sanità. Il documento definisce standard e requisiti per la sanificazione degli ambienti indoor, indicando soluzioni alternative ai dispositivi medici.
Il ruolo delle prassi di riferimento uni per la sanificazione degli ambienti indoor
Il documento UNI/PdR 173-1 rappresenta una linea guida per la gestione della sanificazione negli spazi chiusi, sia quelli di vita quotidiana sia quelli di lavoro. È nato per rispondere a una necessità diventata urgente con la pandemia di Covid-19 e riguarda soprattutto la tutela delle persone più vulnerabili, come bambini, anziani e soggetti con patologie croniche. L’obiettivo è mantenere un buon livello di salubrità dell’aria dove la semplice ventilazione – naturale o forzata – non basta.
Nel testo si specifica che oltre ai metodi di ricambio d’aria tradizionali, si devono poter adottare altri sistemi capaci di limitare la diffusione di virus respiratori come influenza, Covid-19 o virus respiratorio sinciziale . Questi hanno impatti pesanti, soprattutto in contesti chiusi dove il contagio avviene più facilmente. La prassi definisce soluzioni di sanificazione che non rientrano necessariamente nella categoria di dispositivi medici ma possono comunque migliorare la sicurezza degli ambienti.
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Il funzionamento dei dispositivi a microonde basati sul fenomeno sret
Tra i sistemi fisici riconosciuti dal documento emergono i dispositivi che generano microonde capaci di inattivare virus respiratori sfruttando il fenomeno chiamato Structure-Resonant Energy Transfer . Questa tecnologia applica un campo elettromagnetico oscillante a frequenze e potenze studiate per colpire specificamente ciascun virus.
Il principio d’azione si basa sulla risonanza delle cariche elettriche interne al virus. I virus respiratori hanno una struttura con un involucro esterno chiamato capside, composto da cariche positive e negative in equilibrio. Il campo elettromagnetico introduce una vibrazione risonante che rompe tale equilibrio, distruggendo il guscio esterno e inibendo la capacità del virus di infettare e trasmettersi. Questo processo blocca praticamente la diffusione del patogeno nell’ambiente.
Gaetano Privitera, professore emerito di Igiene all’università di Pisa, ha sottolineato che “i sistemi a microonde con lunghezze d’onda studiate per inattivare virus nell’aria sono in grado di ridurre rapidamente la carica virale, senza rischi per la salute di persone e animali presenti negli ambienti”. Possono quindi essere utilizzati costantemente anche in presenza di persone, garantendo un livello di sicurezza più elevato.
La sicurezza dell’uso delle microonde negli ambienti con persone e animali
Un aspetto rilevante di questa tecnologia è l’assenza di effetti negativi sull’organismo umano e animale. Le microonde impiegate nei dispositivi per l’inattivazione dei virus attuano un’interazione selettiva e breve, che agisce solo sui virus, lasciando intatte le cellule e i tessuti. La modalità di utilizzo del sistema non richiede l’evacuazione degli spazi durante il funzionamento.
Questo tipo di applicazione apre nuovi scenari per la protezione in luoghi frequentati da persone con fragilità o in ambienti dove la presenza di animali è significativa, come negli allevamenti o spazi veterinari. La tecnologia riduce il rischio di trasmissione dei virus respiratori in modo continuativo, senza provocare effetti collaterali, fattore cruciale per diffondere la sicurezza negli ambienti pubblici e privati.
I dispositivi e4life: applicazioni e risultati ottenuti
Le tecnologie a microonde per l’inattivazione dei virus respiratori sono state implementate da e4life in alcuni dispositivi specifici. La gamma comprende modelli per uso personale, come i dispositivi “personal”, per la protezione individuale; “ambient”, validi per la disinfezione di ambienti chiusi; e “farm”, progettati per l’uso nel settore zootecnico.
Questi strumenti sono stati sviluppati per abbattere la carica infettante dei virus in modo rapido e sicuro. Le percentuali di riduzione delle cariche virali superano il 90-95%, a seconda del tipo di virus. Tale efficacia conferma il valore di questa modalità di sanificazione e la sua differenziazione da altre forme di trattamento dell’aria.
Questi dispositivi sono i primi a livello mondiale ad adottare la tecnologia delle onde elettromagnetiche a lunghezze e frequenze specifiche per inattivare virus in atmosfera senza compromettere la salute umana e animale. La loro applicazione si estende quindi non solo a spazi abitati ma anche alle strutture dedicate al benessere animale.
L’integrazione della tecnologia a onde elettromagnetiche nelle strategie di salute pubblica
Secondo Vincenzo Pompa, Ceo di e4life, “l’inclusione della sanificazione a microonde nel documento UNI/PdR 173-1 segna un avanzamento concreto nella prevenzione delle infezioni aerodiffuse”. Il richiamo alla necessità di soluzioni innovative riflette l’urgenza presenti nei luoghi chiusi dove il rischio di contagio resta elevato.
Pompa sottolinea che il sistema con onde elettromagnetiche rappresenta uno strumento pratico e versatile, capace di contribuire a contenere la diffusione di malattie trasmesse per via aerea. L’approccio si ispira al concetto One Health, che considera la salute umana, animale e ambientale come un tutt’uno interconnesso.
La diffusione di queste tecnologie vuole offrire alle persone strumenti concreti per frequentare spazi condivisi con una protezione maggiore, preservando al contempo il benessere complessivo e rendendo il controllo delle infezioni più efficace nelle realtà quotidiane.