Sentenza del tribunale di Bologna: multa valida se autovelox è solo approvato dal ministero senza omologazione

Sentenza Del Tribunale Di Bolo

Multa annullata se l’autovelox ha solo l’approvazione ministeriale senza omologazione. - Gaeta.it

Marco Mintillo

4 Settembre 2025

La recente decisione del Tribunale di Bologna ha stabilito un importante principio riguardo le multe per eccesso di velocità. In particolare, la validità della sanzione è garantita anche se l’autovelox che rileva la violazione risulta solo “approvato” dal Ministero dei Trasporti, senza necessità di essere “omologato”. Questa sentenza apre un nuovo confronto sulle norme che regolano i sistemi di controllo della velocità su strada e ha importanti conseguenze per gli automobilisti italiani.

La differenza tra autovelox approvato e omologato secondo il tribunale di Bologna

Nel caso analizzato dal Tribunale di Bologna una persona aveva contestato la sanzione ricevuta per aver superato il limite di velocità di 50 km/h, transitando a 67 km/h. Il ricorrente aveva puntato il dito contro la validità del verbale, sostenendo che l’apparato utilizzato non fosse omologato, ma soltanto approvato dal Ministero dei Trasporti. La giudice Alessandra Cardarelli ha respinto l’appello precisando che l’approvazione ministeriale, benché meno rigorosa rispetto all’omologazione, è comunque sufficiente per garantire la validità della multa.

Tradizionalmente l’omologazione rappresenta un passaggio più stringente, che richiede controlli tecnici approfonditi sul dispositivo. L’approvazione invece indica un livello di verifica più generico e amministrativo. Con questa pronuncia, il tribunale ha ribadito che, per le sanzioni legate agli autovelox, la sola approvazione ha valore legale e non è un requisito necessario che gli strumenti siano anche omologati. Questo fa emergere una distinzione chiave nelle procedure di controllo della velocità su strada, e chiarisce un aspetto tecnico spesso fonte di dubbi e contenziosi.

Il contrasto con l’orientamento della corte di cassazione e le conseguenze giuridiche

La sentenza di Bologna si discosta nettamente dall’orientamento adottato dalla Corte di Cassazione dal 2024. Infatti, la Cassazione aveva stabilito che per essere valide le multe rilevate con autovelox questi devono possedere l’omologazione tecnica, ritenendo insufficiente la mera approvazione ministeriale. Questo contrasto fra decisioni genera confusione tra gli automobilisti e gli operatori del diritto.

L’effetto potenziale è quello di compromettere la certezza delle sanzioni, con molti ricorsi che potrebbero basarsi su questa differenza per ottenere l’annullamento dei verbali. L’area giuridica attorno ai sistemi di controllo della velocità rischia quindi di diventare meno stabile, incidendo sulle procedure amministrative di sanzione. Alcuni esperti sottolineano che la sentenza del tribunale bolognese potrebbe spingere verso un ripensamento delle norme vigenti o a future pronunce della Corte di Cassazione per risolvere questo nodo.

Implicazioni per i cittadini e le politiche di controllo della velocità sulle strade italiane

Questa pronuncia mette al centro il bilanciamento fra efficacia della sicurezza stradale e tutela dei diritti dei cittadini. Da un lato permette di dare validità alle multe basate su strumentazioni meno rigorosamente controllate, potenziando i controlli e facilitando la sanzione di chi supera i limiti. Dall’altro solleva interrogativi sulla trasparenza e l’affidabilità degli strumenti usati, alimentando dubbi sulla correttezza delle procedure e la possibilità di errori.

Il caso è già entrato nella discussione pubblica e giuridica, con qualche voce che critica questa scelta e prospetta ricorsi alla Corte di Cassazione per intervenire su questa questione. Nel frattempo la situazione giuridica rimane incerta, e molte amministrazioni dovranno valutare come comportarsi nella gestione e nella comunicazione delle sanzioni per eccesso di velocità rilevate da autovelox.

Questa sentenza evidenzia in modo concreto le tensioni tra normativa, tecnologia e tutela dei cittadini, ponendo domande aperte che solo future decisioni o modifiche legislative potranno chiarire in modo definitivo.