L’ultima indagine di Altroconsumo sulle catene di supermercati, ipermercati e discount in Italia ha fornito dati fondamentali su come le famiglie possono risparmiare sulla spesa abituale, nonostante l’aumento medio del 2,2% dei prezzi registrato nell’ultimo anno. Il rapporto del 2025 prende in esame oltre mille punti vendita in 67 città, misurando 1,6 milioni di prezzi di prodotti di larga diffusione, con l’obiettivo chiaro di mostrare quali negozi e categorie di prodotti offrono le condizioni più vantaggiose per consumatori di tutte le tipologie.
Incremento dei prezzi nei supermercati italiani e sue conseguenze sulla spesa familiare
Tra marzo 2024 e marzo 2025, i prezzi nei supermercati sono lievemente aumentati del 2,2% in media, coinvolgendo tutte le tipologie di punti vendita. I supermercati tradizionali hanno subìto l’incremento più alto, pari al 2,4%, seguiti dai discount con un +2,1% e dagli ipermercati che hanno registrato un aumento meno marcato, dell’1,9%. Nonostante questo trend, l’indagine dimostra che una famiglia tipo di quattro persone, che secondo l’Istat spende in media 9.276 euro all’anno per generi alimentari e non, può ancora arrivare a risparmiare fino a 3.700 euro scegliendo con attenzione distributore e prodotti.
Questi risparmi si estendono anche alle coppie, con un taglio sulla spesa potenziale di 3.273 euro su una base media di 8.208 euro, e ai single che possono risparmiare fino a 2.249 euro rispetto a una spesa media annua di 5.638 euro. Il peso della spesa al supermercato resta consistente sul bilancio familiare, fino al 19%, rendendo questa analisi uno strumento importante per orientare le scelte quotidiane. L’aumento contenuto ma generalizzato dei prezzi fa emergere con chiarezza quanto differisca il costo finale in base al punto vendita prescelto.
Eurospin guida la classifica dei discount mentre famila domina supermercati e ipermercati
Nel segmento dei discount, Eurospin si riconferma la catena più economica, con un risparmio del 40% rispetto alla spesa media nazionale. Per una famiglia di quattro persone ciò significa poter contenere il costo della spesa annuale di oltre 3.700 euro scegliendo prodotti economici. Al secondo posto, l’indagine 2025 pone Aldi e poi ex aequo In’s Mercato e Lidl. I discount mantengono una forbice di prezzi molto ampia rispetto alle insegne tradizionali, che invece si posizionano più in alto nella classifica.
Tra supermercati e ipermercati, Famila e Famila Superstore conservano la leadership in convenienza con un indice base pari a 100, seguite a distanza ravvicinata da Coop e Conad. Nella categoria della spesa mista, acquistando quindi un mix di prodotti di marca, private label e articoli più economici, scegliere un discount come In’s Mercato garantisce un risparmio annuo di 2.838 euro. Al contrario, nelle grandi catene tradizionali il risparmio è più limitato, attestandosi anche al massimo a poche centinaia di euro.
Nella distinzione tra prodotti di marca e a marchio dell’insegna, Famila primeggia per i prodotti firmati, mentre Carrefour guida la classifica per quelli a marchio privato, offrendo un risparmio di oltre 3.300 euro rispetto alla media. La variazione dei prezzi è molto ampia soprattutto per i prodotti di marca, con oscillazioni che possono superare il 100% tra un negozio e l’altro, segnalando l’importanza di confrontare i punti vendita per ottenere condizioni più favorevoli.
Densità della concorrenza e disparità territoriali: quali città e regioni offrono i prezzi più bassi
L’indagine di Altroconsumo ha mappato la convenienza in 67 città italiane, concentrandosi sui prezzi dei prodotti più diffusi. I supermercati più economici si trovano a Marcon, in provincia di Venezia, con l’Iper Rossetto che si conferma leader da vari anni. Il Veneto vede Verona distinguersi con diversi punti vendita tra i più competitivi. Al secondo posto si posiziona Como con l’Iperal, mentre Comuni e Udine ospitano supermercati Mega competitivi.
Nel Centro Italia spiccano Coop.fi a Sesto Fiorentino e nel Sud, pur con margini di risparmio limitati, il punto vendita Dok di Taranto. Tra le città meno conveniente risalta Sassari, che presenta prezzi minimi annui intorno ai 7.410 euro; al contrario a Venezia una famiglia può contenere la spesa entro i 6.260 euro. Nel Nord la differenza di prezzo tra i punti vendita più economici e quelli più costosi può superare i 1.300 euro, con Como in testa.
Le regioni del Nord Italia conservano una posizione più favorevole grazie a un mercato più competitivo e redditi medi più alti, con un’incidenza media della spesa che scende sotto il 13%. Al Sud, con redditi tra i più bassi a livello nazionale, le classi sociali subiscono pesantemente il peso dei rincari, con un’incidenza del budget familiare destinata alla spesa alimentare quasi doppia rispetto ad alcune zone del Nord.
Trend di medio termine e ruolo crescente dei discount nella dinamica dei prezzi
Un elemento rilevante dell’analisi riguarda l’andamento dei prezzi negli ultimi cinque anni, tra il 2021 e il 2025. Durante questo periodo, i prezzi della spesa sono aumentati del 19% in generale, ma mostrando valori differenziati: +24% per i supermercati tradizionali, +23% per gli ipermercati e +26% per i discount. Quest’ultima categoria, pur mantenendo i prezzi più bassi complessivi, ha applicato gli aumenti più marcati. La crescita dei costi nei discount può riflettere l’incremento dei costi operativi e una strategia che punta a offrire prodotti di qualità superiore.
Questi dati mostrano quanto non sia scontato risparmiare ancora oggi nell’acquisto quotidiano. La scelta consapevole del canale di vendita e dei prodotti specifici rimane l’unico modo per contenere l’esborso familiare di fronte a un mercato che, pur in presenza di rincari, consente margini importanti se si presta attenzione al punto vendita e alla composizione del carrello.
L’indagine di Altroconsumo conferma l’utilità di monitorare continuamente i prezzi, dato che tra prodotti di marca, private label e prodotti economici la variabilità è elevata. Tale situazione impone ai consumatori una valutazione attenta prima di ogni acquisto, sfruttando le analisi che l’organizzazione mette a disposizione per leggere le differenze territoriali e scegliere al meglio.