Santa Severa, il convento in vendita: scontro tra storia e affari sul litorale romano

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Convento di Santa Severa in vendita, acceso dibattito tra tutela e interessi. - Gaeta.it

Laura Rossi

26 Agosto 2025

Torna d’attualità la vicenda del Convento di Santa Severa, a pochi chilometri da Roma. I Frati francescani minori conventuali hanno annunciato la vendita del complesso per 4,5 milioni di euro. Una scelta che rischia di cancellare un pezzo importante della storia religiosa e di un’area naturalistica di grande valore lungo il Tirreno. Le opposizioni, raccolte nel Comitato di Salvaguardia, denunciano il pericolo di una demolizione imminente e puntano il dito contro le istituzioni, soprattutto la Soprintendenza, che ha dato l’ok ai lavori nonostante i no precedenti.

Vendita e nuove costruzioni: cosa rischia Santa Severa

Il Convento di Santa Severa, con secoli di storia legata ai Frati francescani minori conventuali, si trova in una zona preziosa sia per il patrimonio religioso sia per l’ambiente. Negli ultimi mesi è venuta fuori la volontà dei frati di vendere tutto a società immobiliari pronte a demolire gli edifici per costruire una quarantina di ville e case private. L’idea è sfruttare la vicinanza al mare, trasformando un luogo storico in un’area residenziale.

I frati, che da sempre custodiscono il convento, sembrano però poco interessati all’importanza del sito. Hanno respinto anche alcune proposte per aprire il complesso alla città, per esempio creando un parco pubblico o uno spazio dedicato alla memoria di San Giovanni Paolo II, che ha soggiornato qui. Idee che avevano trovato un certo appoggio nelle autorità locali, desiderose di mantenere vivo e accessibile un bene radicato nella storia e nella spiritualità del territorio.

Il progetto di vendita ha scatenato molte critiche, viste le nette motivazioni economiche e immobiliari che sembrano prevalere su quelle culturali, religiose e ambientali. Nonostante la presenza di pini che dovrebbero proteggere l’area come vincolo naturale, si parla di autorizzazioni snelle per andare avanti con i lavori, mettendo in conto anche qualche possibile sanzione.

La svolta della Soprintendenza e le proteste del territorio

La Soprintendenza ai Beni Culturali ha avuto un ruolo chiave in questa storia. Dopo aver bocciato due volte i piani di costruzione presentati da varie società, ha recentemente dato il via libera alla demolizione e alla nuova edificazione. Una decisione che ha sorpreso e fatto infuriare associazioni, comitati e politici locali, convinti che il patrimonio e il paesaggio debbano restare fuori dalle speculazioni.

Il Comitato di Salvaguardia, che raccoglie cittadini impegnati nella tutela di Santa Severa, ha espresso pubblicamente il proprio dissenso. Denuncia anche pressioni e intimidazioni da parte dei frati nei confronti delle istituzioni locali, soprattutto durante le sedute del Consiglio Comunale. Una situazione che mostra chiaramente il conflitto tra chi vuole proteggere il valore storico e ambientale del convento e chi punta a un business immobiliare difficile da lasciar scappare.

Tra gli ostacoli c’è la presenza di pini tutelati, ma anche questi sembrano un problema superabile senza troppi intoppi. Le autorità sembrano disposte a concedere i permessi, accettando il rischio di qualche multa. Intanto lo studio legale dei frati mette in campo risorse e strategie per sostenere un piano che potrebbe cambiare radicalmente l’aspetto del luogo.

I frati francescani minori conventuali e le accuse di abbandono

I Frati francescani minori conventuali, un ordine storico legato alla conservazione di conventi italiani, appaiono distanti dalle richieste della comunità e poco sensibili al valore culturale e religioso di Santa Severa. La scelta di vendere e lasciare demolire un complesso così importante per la storia cristiana solleva forti dubbi sull’attenzione riservata al patrimonio ecclesiastico.

Il comitato locale fa notare che sul convento grava da decenni un vincolo, risultato di affari poco chiari, che dovrebbe tutelarne la destinazione. Nonostante questo, i frati sembrano ignorare i limiti e procedono spediti con il loro piano urbanistico, alimentando sospetti sul modo e sui tempi con cui si sta portando avanti la trattativa.

Un’immagine simbolica mostra quattro frati a passeggio per una strada cittadina, vestiti con il saio e i sandali tradizionali. Un quadro che richiama le regole della Chiesa ma mette in luce il contrasto tra i loro comportamenti, le scelte ufficiali e il progetto immobiliare in corso. Nel frattempo, il Comitato di Salvaguardia continua a lanciare l’allarme su quello che definisce un vero e proprio “naufragio”, dove uno dei complessi religiosi più antichi rischia di sparire sotto le ruspe e la speculazione.

La vicenda si inserisce in un dibattito più ampio, che riguarda la tutela dei beni culturali ecclesiastici in Italia, spesso messi sotto pressione dal mercato immobiliare e da un interesse pubblico debole. Santa Severa resta così un caso simbolo, che mette a nudo le difficoltà di conciliare storia, fede e affari.