La possibile chiusura definitiva dei tribunali in Abruzzo sta creando tensione e preoccupazione tra le autorità locali. I senatori abruzzesi Alessia Fina e Nicola di Girolamo hanno denunciato la bocciatura in commissione bilancio del Senato degli emendamenti che avrebbero posticipato la chiusura dei presidi giudiziari presenti nella regione. Il mancato rinvio pone dubbi sulla tutela dei servizi giustizia e sull’accesso dei cittadini, in vista della scadenza fissata al 31 dicembre 2025.
Bocciatura degli emendamenti e la promessa mancata del ministro nordio
La commissione bilancio del Senato ha respinto gli emendamenti alla legge di conversione del decreto legge 95 del 2025, emendamenti che avrebbero prorogato la permanenza dei tribunali abruzzesi. Questo provvedimento ha suscitato la reazione immediata dei senatori Fina e di Di Girolamo: entrambi avevano ricevuto assicurazioni dal ministro della giustizia Nordio sul fatto che la proroga sarebbe arrivata, ma di fatto la riforma non ha avuto seguito. Oltre ai loro, anche gli emendamenti proposti dalla maggioranza sono stati respinti senza giustificazioni chiare. I parlamentari hanno chiesto spiegazioni urgenti per evitare che queste decisioni si traducano in un danno diretto per i cittadini abruzzesi, che rischiano di perdere un servizio pubblico essenziale.
Clima di incertezza per la giustizia abruzzese
Il rifiuto di prorogare la data di chiusura alimenta un clima di incertezza rispetto alla gestione della giustizia nella regione. La scadenza al 31 dicembre impone una tempistica stringente e lascia poco margine per un intervento correttivo, mettendo a repentaglio gli equilibri già fragili del sistema giudiziario locale.
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La riforma della geografia giudiziaria: testi oscuri e tempi incerti
Il governo ha approvato in consiglio dei ministri una riforma della geografia giudiziaria, ma il testo completo e definitivo non è ancora stato diffuso al pubblico né si conoscono i tempi precisi per il via libera in Parlamento. La situazione alimenta dubbi sulla reale efficacia del provvedimento e sulla sua capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze dei territori interessati.
I senatori Fina e Di Girolamo hanno sottolineato come sia poco pratico pensare a una riforma che potrebbe arrivare troppo tardi, dopo la chiusura effettiva dei tribunali abruzzesi. Senza precise indicazioni, le comunità locali rischiano di trovarsi senza punti di riferimento giudiziari e senza la possibilità di un accesso semplice a servizi giuridici fondamentali. Le aree interne della regione, già spesso penalizzate in termini di servizi pubblici, rischiano di subire un ulteriore colpo.
Dubbi sulla gestione politica
Questa incertezza politica e amministrativa genera malcontento e solleva dubbi sulle modalità con cui il governo intende bilanciare le esigenze di taglio dei costi con quelle della tutela del diritto alla giustizia.
La gestione delle emergenze e l’assenza di interventi per i tribunali abruzzesi
Nel corso del 2025 il governo ha adottato diversi decreti-legge per affrontare crisi e emergenze di varia natura, dimostrando in più occasioni rapidità nel rispondere a situazioni gravose. Di contro, la mancanza di interventi simili per fronteggiare le criticità riguardanti i tribunali in Abruzzo appare inspiegabile.
Gli esponenti abruzzesi denunciano questa disparità di attenzione come un atteggiamento che mina il diritto dei cittadini a un sistema giudiziario funzionante e vicino. La chiusura dei tribunali, senza la possibilità di proroghe o misure di salvaguardia, comporta un ostacolo reale nell’accesso alla giustizia, soprattutto per chi vive nelle zone meno servite.
Rischi per la qualità della giustizia
Il mancato intervento del governo su questa questione si traduce in un rischio concreto per la qualità della giustizia nella regione. La concentrazione dei tribunali in sedi distanti potrebbe generare disagi per i cittadini, allungare i tempi dei processi e indebolire l’intera rete di supporto legale.
La richiesta di un impegno politico concreto per la giustizia nelle aree interne
I senatori Fina e Di Girolamo chiedono a gran voce un segnale tangibile di impegno politico. Ritengono che senza un intervento immediato la legge di riforma annunciata rischia di restare solo un testo senza effetti pratici. La mancata proroga e l’assenza di un piano chiaro portano alla possibile cancellazione di presidi giudiziari importanti per il funzionamento della giustizia sul territorio abruzzese.
Le comunità locali, spiegano i due parlamentari, meritano risposte precise e azioni concrete per non essere private dei servizi fondamentali. La giustizia deve rimanere accessibile e efficiente, anche nelle zone interne e meno popolate.
La tensione serrata intorno a questa vicenda resta alta, mentre si avvicina la data di chiusura fissata a fine anno. La partita sulla geografia giudiziaria dell’Abruzzo continua, aspettando sviluppi e decisioni che possano preludere a un cambiamento reale.