Rete ferroviaria italiana valuta nuova localizzazione per la stazione merci di Osimo dopo le critiche ambientali
La realizzazione della nuova stazione merci di Osimo, inizialmente prevista nella zona di San Rocchetto a Castelfidardo, si trova ora al centro di un ripensamento da parte di Rete ferroviaria italiana . Il progetto ha sollevato diverse perplessità, soprattutto ambientali, che hanno spinto la regione Marche a criticare la scelta dell’area, suggerendo una possibile collocazione alternativa. L’assessore regionale Francesco Baldelli ha fatto il punto della situazione nel corso di un confronto con i gruppi Pd e M5s, mentre il dibattito politico locale si infiamma su scelte e responsabilità.
La posizione della regione sulle criticità del sito di san rocchetto
L’assessore Baldelli ha ricordato i passaggi principali che hanno segnato l’evoluzione della questione fin dal 25 febbraio 2025, quando la Regione Marche ha espresso un parere con la delibera 239. Quella valutazione non era favorevole al progetto così com’era stato presentato, indicando che il nulla osta sarebbe stato concesso solo dopo una verifica approfondita degli impatti ambientali e della conformità tecnica. La zona di San Rocchetto, da subito, è stata descritta come problematica: si tratta di un’area con condizioni che lasciano dubbi per la sostenibilità del progetto. Il rischio idrogeologico è tra i principali fattori di allerta, complicato dalla presenza di un’area di particolare sensibilità ecologica.
Assessore Baldelli evidenzia fattori ambientali e paesaggistici
Al di là delle questioni idrogeologiche, l’assessore ha evidenziato anche il fattore paesaggistico: il sito scelto è sottoposto a vincoli ambientali stringenti, e la costruzione avrebbe un impatto significativo su quel territorio. Baldelli ha sottolineato che, durante l’istruttoria, sono emerse carenze nella documentazione tecnica presentata da Rfi, con analisi incomplete che non permettono di scartare danni rilevanti segnalati dalle comunità locali. La Regione ha inoltre preso a cuore le osservazioni degli enti territoriali interessati, inviando un segnale chiaro di ostilità verso la localizzazione corrente ma attendendo ancora le decisioni di Rfi su eventuali modifiche.
Lo scontro politico e i dubbi sulle azioni da intraprendere
La vicenda si è arricchita di tensioni politiche con le reazioni dei gruppi Pd e M5s, che hanno sollevato questioni non risolte nella risposta data dall’assessore. Antonio Mastrovincenzo, primo firmatario di un’interrogazione, ha criticato la Regione per aver preso una posizione netta solo dopo una mozione del consiglio regionale. Questa mozione impegnava la giunta a opporsi apertamente alla costruzione nella zona di San Rocchetto, ma l’atteggiamento è stato definito “contraddittorio” e in ritardo. Mastrovincenzo ha più volte chiesto quali misure urgenti intenda adottare la Regione per applicare quel voto ufficiale.
Interrogazione chiede chiarezza sulle responsabilità
L’interrogazione punta anche a chiarire le responsabilità nella scelta dell’area alternativa, dato che Rfi pare orientata a lasciare alla Regione Marche l’individuazione di una diversa localizzazione. Lo scambio tra Regione e Rfi rende incerto il futuro del progetto: Rfi dichiara di attendere una nuova indicazione da parte regionale, mentre la Regione verifica le criticità ma non ha ancora proposto soluzioni concrete. Il consigliere Pd chiede soprattutto come si eviterà la costruzione in una zona a rischio o con forte impatto ambientale e paesaggistico, un punto che al momento resta aperto.
Le implicazioni ambientali e territoriali dell’intervento proposto
Il nodo principale resta la tutela del territorio interessato al progetto. San Rocchetto è caratterizzato da caratteristiche che sollevano forti dubbi sulla capacità dello spazio di reggere un intervento di quel tipo. La zona si trova in un contesto naturale delicato, con vincoli ambientali che richiedono precauzioni rigorose. Il rischio idrogeologico è stato certificato in più studi, evidenziando che la costruzione potrebbe aggravare situazioni di pericolo esistenti.
Criticità segnalate dalle comunità locali
Oltre ai rischi naturali, il punto di vista delle comunità locali rimane centrale nel dibattito. Sono arrivate segnalazioni su danni potenziali e sul cambiamento della qualità paesaggistica. L’area gode di un aspetto rilevante per il valore storico e culturale del territorio marchigiano, e la realizzazione di una grande infrastruttura industriale potrebbe alterare quell’equilibrio. La mancanza di dati e analisi esaustive sul progetto non aiuta a dissipare i timori. La Regione ha quindi sollecitato Rfi ad approfondire gli studi e a considerare una collocazione diversa, in attesa di risposte concrete.
L’attenzione sulle conseguenze dell’opera non si limita all’aspetto ambientale. La logistica e lo sviluppo economico della zona vengono bilanciati con la tutela del territorio e il rispetto delle norme che limitano impatti devastanti. Sarà decisivo capire quali alternative proporrà Rfi e se la Regione riuscirà a condizionare la scelta verso una zona meno compromessa. Il futuro della stazione merci si gioca tra questi fattori, con un occhio attento alla sicurezza e alla sostenibilità del territorio marchigiano.
