recuperati al largo di Gallipoli pezzi d’artiglieria risalenti ai secoli XVII e XVIII

recuperati al largo di Gallipoli pezzi d’artiglieria risalenti ai secoli XVII e XVIII

Un intervento a Gallipoli ha recuperato pezzi di artiglieria del XVII e XVIII secolo grazie alla collaborazione tra soprintendenza archeologica, guardia di finanza e sommozzatori di Taranto.
Recuperati Al Largo Di Gallipo Recuperati Al Largo Di Gallipo
Un intervento a Gallipoli ha recuperato pezzi di artiglieria del XVII e XVIII secolo, ora studiati e conservati per future esposizioni museali, grazie alla collaborazione tra soprintendenza, guardia di finanza e sommozzatori. - Gaeta.it

Un intervento di recupero al largo di Gallipoli ha portato alla luce diversi pezzi di artiglieria risalenti ai secoli XVII e XVIII. L’operazione, condotta dalla soprintendenza archeologica, ha coinvolto anche la guardia di finanza e i sommozzatori di Taranto. I reperti, trasportati in luogo sicuro, sono destinati a studi approfonditi e a future esposizioni.

L’operazione di recupero dei reperti sommersi a gallipoli

L’intervento si è svolto nelle acque antistanti la costa di Gallipoli, in provincia di Lecce, dove alcune segnalazioni ricevute da un cittadino hanno permesso di individuare i reperti. La soprintendenza ha organizzato una squadra di esperti che, insieme ai sommozzatori della guardia di finanza di Taranto, ha eseguito le operazioni di recupero subacqueo. Questi ultimi hanno utilizzato attrezzature specifiche per immergersi e muovere con cautela i pesanti pezzi, evitando danni evidenti.

Il lavoro si è svolto nel rispetto delle norme sul patrimonio sommerso e sotto la supervisione di archeologi che hanno potuto documentare ogni fase. L’area interessata fa parte di un tratto di mare noto per il ritrovamento di manufatti antichi, probabilmente relitti o residui di battaglie navali. Il recupero ha richiesto giorni, coordinazione tra i vari enti coinvolti e condizioni meteo favorevoli.

Caratteristiche e datazione dei pezzi di artiglieria recuperati

I pezzi ritrovati comprendono diverse bocche da fuoco in ferro e bronzo, di dimensioni e peso differenti. Le analisi preliminari li collocano tra il XVII e il XVIII secolo, periodo in cui Gallipoli rappresentava un importante scalo marittimo e strategico nel Mediterraneo.

Gli esperti hanno riconosciuto nelle forme e nelle incisioni sui cannoni particolari caratteristiche tipiche di artiglieria d’epoca, legati anche ai progetti militari adottati nelle Venezie e nel regno di Napoli. Alcuni dei pezzi mostrano tracce di corrosione avanzata, ma conservano ancora dettagli significativi come la firma del fabbro o stemmi nobiliari.

Questi reperti consentono di comprendere meglio il contesto storico e le tecnologie militari usate lungo la costa salentina, in un’epoca segnata da frequenti scontri navali tra potenze europee e pirateria.

L’importanza storica e museale dei reperti recuperati

Il ritrovamento assume valore non solo archeologico ma anche culturale. Questi pezzi d’artiglieria costituiscono testimonianze concrete delle vicende militari e commerciali che hanno interessato Gallipoli e le sue acque per secoli. La soprintendenza, dopo le analisi tecniche e conservazione, prevede di esporre i reperti in musei dedicati alla storia locale e alla navigazione.

I cannoni recuperati potranno arricchire collezioni già esistenti o diventare oggetto di mostre temporanee che raccontino la storia delle fortificazioni costiere e delle rotte marittime. La valorizzazione di questi oggetti aiuta a mantenere vivo il legame con il passato e a educare proprio attraverso manufatti tangibili.

Il ruolo dello studio e della conservazione

In questi mesi si procederà con lo studio dettagliato che coinvolgerà archeologi, storici e conservatori. Ogni pezzo verrà fotografato, misurato e sottoposto a indagini scientifiche per preservarne l’integrità. Poi sarà possibile stabilire con maggior precisione le modalità di esposizione e la storia più completa che questi reperti vogliono narrare.

Il ruolo delle istituzioni nel recupero e nella tutela del patrimonio sommerso

L’operazione a Gallipoli dimostra la collaborazione tra istituzioni diverse impegnate nella tutela del patrimonio culturale. La soprintendenza ha guidato le fasi tecniche e scientifiche; la guardia di finanza ha contribuito con il supporto logistico e la professionalità dei sommozzatori specializzati nelle immersioni in ambienti delicati.

La segnalazione di un cittadino ha evidenziato anche il ruolo della comunità nel far emergere reperti nascosti sotto la superficie del mare. La sensibilizzazione verso la tutela dei beni culturali sommersi è cresciuta e fa sì che queste scoperte non rimangano casuali ma diventino occasioni per allargare la conoscenza storica e rafforzare la conservazione.

Solo intervenendo tempestivamente e rispettando le procedure si può garantire il recupero senza danni e la corretta gestione di manufatti di pregio archeologico. L’operazione di Gallipoli è un esempio concreto di questo approccio e potrà fornire nuovi spunti per altre immersioni nel territorio nazionale.

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