Rapina a Napoli: turista cinese derubato di orologio da centomila euro, quattro arresti per il colpo organizzato

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Turista cinese derubato a Napoli, quattro arresti per rapina organizzata. - Gaeta.it

Marco Mintillo

18 Settembre 2025

Un episodio di violenza ha scosso Napoli il 9 agosto nel pomeriggio, quando un turista cinese è stato vittima di una rapina programmata in piazza VII Settembre. La vittima, mentre rientrava in hotel, è stata aggredita con forza e privata di un orologio di grande valore. Le indagini della Polizia hanno portato all’arresto di quattro persone, ritenute coinvolte nell’azione criminale. L’evento, ben orchestrato, ha messo in luce alcune delle difficoltà incontrate nel garantire la sicurezza in una città che accoglie visitatori da tutto il mondo.

La Rapina In Piazza Vii Settembre: dinamiche e violenza del furto

Il colpo è avvenuto il pomeriggio del 9 agosto intorno alle 17, in una zona centrale di Napoli. Il turista cinese, mentre faceva rientro in albergo, è stato avvicinato da un uomo che ha dato il via a una colluttazione. La scena descritta dagli investigatori parla di una violenza immediata, necessaria ai rapinatori per portare a termine il piano. Il bersaglio era stato scelto con cura, probabilmente dopo un qualche tipo di osservazione preventiva.

Durante la colluttazione, i malviventi hanno strappato dal polso del turista un orologio dal valore stimato in centomila euro. Il furto non appare casuale; piuttosto è sembrato parte di un progetto studiato per colpire obiettivi di valore elevato, capitalizzando sull’apparente vulnerabilità della vittima. Questa rapina lascia emergere l’esistenza di un modus operandi ormai rodato in città, che mira a sottrarre oggetti preziosi in tempi rapidi e con violenza.

La ricostruzione degli investigatori e il ruolo degli arrestati

La Squadra Mobile di Napoli ha lavorato con attenzione per svelare tutte le fasi del colpo. Gli investigatori hanno definito il ruolo di ciascuno dei componenti della banda. Due ulteriori indagati, in aggiunta ai primi arrestati, sono entrati nel mirino della giustizia dopo la raccolta delle prove. Uno di loro fungeva da “palo”: ovvero, stava attento a quanto accadeva durante la rapina e dava segnalazioni. Questo complice è stato anche coinvolto nella fase ideativa, contribuendo a pianificare l’azione e a studiare le abitudini della vittima.

Il gruppo ha seguito il turista per cogliere il momento migliore per l’aggressione. Questa operazione di pedinamento ha permesso di capire quando la vittima fosse più isolata e indifesa, facilitando l’esecuzione del crimine. Il secondo uomo arrestato, che insieme al “palo” ha seguito il copione studiato, ha una posizione chiara nella vicenda. Le attività della Polizia stanno mostrando una rete criminale che va oltre il singolo gesto, spiegando il senso di un’organizzazione dietro l’episodio.

Fuga su uno scooter rubato: modus operandi dei rapinatori a Napoli

Dopo la rapina, i banditi sono scappati in fretta su uno scooter, un mezzo rapido che lascia dietro di sé poche tracce. Il ladro che ha portato via l’orologio è salito sul motorino alla guida di un complice. Su quel veicolo c’era anche il “palo”, che probabilmente continuava a tenere sotto controllo la zona. Il mezzo usato per la fuga ha un altro elemento rilevante: secondo le forze dell’ordine, lo scooter era rubato.

Il soggetto indicato come responsabile della fornitura del motorino è anch’esso finito in carcere. Questa circostanza definisce una catena di responsabilità che spinge a scoprire anche chi mette a disposizione materiali di provenienza illecita. In città, l’utilizzo di mezzi rubati per commettere reati è una pratica nota e rappresenta un ostacolo alla lotta contro questo tipo di criminalità.

L’efficacia della rapida fuga, messa in atto dal gruppo, dimostra un’organizzazione coordinata. La scelta del tempo e del veicolo consente poco margine alla repressione in fase immediata. Mogliata a un’azione, insomma, pensata per colpire e poi svanire nel traffico. I dettagli delle indagini dipingono un quadro di una città da cui non manca la sfida, tra sicurezza e criminalità.

Prove raccolte dalla polizia e strategia investigativa che ha portato agli arresti

La Procura di Napoli ha coordinato l’inchiesta affiancata dalla polizia, adottando metodi investigativi usuali ma precisi. La testimonianza della vittima rappresenta un elemento di base importante, soprattutto per l’individuazione dei sospetti. Le conferme sono arrivate dalle immagini raccolte dai numerosi sistemi di videosorveglianza presenti nelle attività commerciali frequentate dal turista e nell’area intorno all’albergo.

Le telecamere hanno catturato i movimenti del malcapitato, offrendo agli investigatori la possibilità di seguire il percorso e di individuare i rapinatori. Con strumenti aggiornati, la polizia ha analizzato le riprese incrociandole con i dati ottenuti dalle testimonianze e dagli elementi raccolti sul campo. In tempi brevi sono state ricostruite le fasi del crimine e si è arrivati alle identità dei quattro arrestati.

I reati contestati riguardano la rapina aggravata, le lesioni personali aggravate e la ricettazione dello scooter rubato. L’inchiesta, per ora, ha confermato la presenza di un gruppo che sfrutta strategie e mezzi per realizzare furti mirati. Le forze dell’ordine continuano a mantenere alta la guardia su eventi che minano la tranquillità di turisti e cittadini.