La riunione dei ministri dell’Agricoltura del G20, tenutasi a Città del Capo in Sudafrica, ha affrontato temi decisivi per il futuro dell’agricoltura nel mondo. Le grandi economie si sono confrontate sulla sicurezza alimentare, sull’inclusione e sullo sviluppo sostenibile. L’Italia ha preso posizione con chiarezza, puntando sulla qualità del cibo, sul ruolo di giovani e donne e sull’innovazione tecnologica come leve per aumentare la produttività e la resilienza climatica.
L’Italia: qualità e inclusione al centro del dibattito
Durante i lavori, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha messo in chiaro le priorità comuni, sottolineando che per l’Italia “non basta produrre tanto, ma serve anche un cibo di qualità.” Questo è stato il filo conduttore della posizione italiana, che ha richiamato l’attenzione sugli investimenti nei territori, a livello nazionale e comunitario.
Si è parlato molto anche di piccoli agricoltori, donne e giovani, temi già al centro dell’agenda. Secondo l’Italia, garantire a queste categorie un accesso equo ai mercati e alle risorse è fondamentale per far crescere le loro attività. L’inclusione è stata collegata al sostegno a innovazioni che aumentano la produttività senza mettere a rischio l’ambiente.
Gli interventi italiani hanno ribadito che la sicurezza alimentare va di pari passo con la sostenibilità e il rispetto delle risorse naturali. Il coinvolgimento diretto degli agricoltori è stato indicato come elemento chiave, non solo come produttori di cibo, ma anche come custodi del territorio, in particolare nella lotta agli effetti dei cambiamenti climatici.
Resilienza climatica e tecnologia, i cardini dell’agricoltura futura
Al centro del confronto c’è stato il tema della resilienza climatica nel settore agricolo. Il cambiamento del clima richiede nuovi modi di coltivare e gestire le risorse, e il ruolo degli agricoltori resta fondamentale per proteggere il territorio. L’Italia ha sottolineato l’urgenza di incentivare pratiche agricole capaci di adattarsi alle variazioni meteorologiche e alle emergenze ambientali.
La strategia italiana prevede anche il trasferimento di tecnologie avanzate come parte integrante dei progetti di sviluppo. L’obiettivo è promuovere innovazioni che aumentino l’efficienza produttiva e la sostenibilità, senza compromettere l’equilibrio degli ecosistemi. Il governo ha poi evidenziato l’importanza di regole condivise tra i Paesi, per facilitare la cooperazione e il rispetto reciproco negli scambi agroalimentari internazionali.
In questo quadro, il piano “Mattei” rappresenta un esempio concreto degli investimenti italiani. Il progetto si basa sulla consapevolezza del potenziale africano, che detiene il 60% delle terre arabili mondiali, e punta a valorizzare queste risorse con conoscenze e tecnologie, evitando approcci paternalistici o riduttivi.
L’Italia e il suo ruolo in Africa: nuove prospettive e impegni concreti
Il ministro Lollobrigida ha illustrato la nuova strategia italiana nella cooperazione agricola internazionale, con un’attenzione particolare all’Africa. L’immagine del continente non è più quella tradizionale del luogo povero, ma si guarda alle sue grandi potenzialità, soprattutto per la disponibilità di terre coltivabili.
L’Italia ha già avviato diversi progetti concreti nel continente, mettendo a disposizione esperienza e tecnologie per sostenere lo sviluppo rurale. I risultati positivi ottenuti hanno spinto il governo a rafforzare ancora questa collaborazione.
Sul piano politico, l’Italia ha chiesto regole internazionali condivise che garantiscano trasparenza e rispetto tra i Paesi. Accanto a questo, il governo si è detto pronto a lavorare con gli altri membri del G20 per costruire un quadro stabile e duraturo per l’agricoltura globale.
Da quanto dichiarato dal ministro emerge un impegno reale, che va oltre il semplice dialogo diplomatico: “fissare obiettivi chiari e mettere in campo iniziative concrete, riconosciute anche a livello internazionale.” Una visione inserita in un dibattito più ampio sulla sicurezza alimentare e sulla trasformazione agricola, vista come leva fondamentale per lo sviluppo economico e sociale in molte aree del mondo.










