La moglie del presidente francese Emmanuel Macron si prepara a una battaglia legale per difendere la propria identità contro accuse infondate e diffuse da un’influencer statunitense. Le insinuazioni su Brigitte Macron, nate tra i complottisti europei e rilanciate oltreoceano, ora si spostano nelle aule di tribunale con documenti e perizie scientifiche. La coppia presidenziale intende chiarire definitivamente la questione e opporsi a un fenomeno che ha preso piede soprattutto negli ultimi anni.
Origini e diffusione delle teorie su brigitte macron
Da alcuni anni circolano voci false riguardo a Brigitte Macron, nate con un video pubblicato nel 2021 da due youtuber francesi, Amandine Roy e Natacha Rey. Queste tesi sostengono che la Première dame sarebbe nata maschio, affermazioni destinate a sollevare scalpore e che hanno portato a una causa per diffamazione con la coppia presidenziale protagonista. Nel 2024, la magistratura ha emesso una sentenza favorevole a Emmanuel e Brigitte Macron, ma nel 2025 quella decisione è stata annullata in appello per motivi legati alla libertà d’espressione. Nonostante ciò, i Macron hanno proseguito il ricorso per difendere il proprio nome.
Il caso si è inoltre esteso fuori dalla Francia, raggiungendo notorietà negli Stati Uniti attraverso alcuni commentatori e volti noti dei media, tra cui Tucker Carlson e Joe Rogan. Tra i promotori principali di questa teoria si trova Candace Owens, influencer conservatrice con milioni di follower, che ha rilanciato la stessa versione durante interventi pubblici e sui social, amplificando ulteriormente la diffusione della bufala.
La causa legale contro l’influencer candace owens
La coppia presidenziale ha deciso di agire legalmente contro Candace Owens per tutelare la propria reputazione. Il procedimento verte sull’accusa di diffamazione e vede come protagonista l’ex opinionista del Daily Wire e sostenitrice dei movimenti trumpiani, ora moglie di George Farmer. L’avvocato Tom Clare, intervistato dalla BBC, ha spiegato che l’obiettivo è ottenere un risarcimento che fermi la circolazione di queste “teorie stravaganti, diffamatorie e del tutto infondate” una volta per tutte.
La scelta di procedere legalmente riflette la volontà di opporsi a un fenomeno che, secondo la coppia, danneggia non solo la dignità personale di Brigitte ma anche l’immagine della presidenza francese stessa. Il legale ha sottolineato che la battaglia non si concluderà solo sulla base di argomenti vaghi, ma coinvolgerà prove concrete e testimonianze specialistiche presentate nel corso del processo.
Prove scientifiche e strategie difensive annunciate
Il punto focale della prossima udienza riguarderà la presentazione di documenti ufficiali e pareri scientifici che attestano l’identità di Brigitte Macron come donna sin dalla nascita. L’avvocato Clare ha affermato che la coppia è pronta a esibire prove “sia generiche che specifiche” per dimostrare l’indubbia falsità delle insinuazioni promosse dall’influencer statunitense.
Queste prove scientifiche arriveranno nel rispetto delle regole processuali americane, includendo verità anagrafiche e testimonianze legali, con l’obiettivo di mettere a tacere una volta per tutte voci che si sono diffuse nonostante la mancanza di fondamento. Il percorso giudiziario si annuncia complesso, con i legali dell’influencer che hanno presentato una mozione per archiviare il caso, sostenendo che la giurisdizione del Delaware non sia competente per il procedimento.
Tom Clare ha ammesso la difficoltà del percorso, definendo “incredibilmente sconvolgente” dover ricorrere a simili procedure per difendere un dato così evidente, mentre Brigitte Macron sarebbe pronta a esporsi pubblicamente per fermare ulteriori speculazioni. Questa mossa dimostra la volontà di contrastare con precisione scientifica e legale un tema che ha provocato danni reputazionali anche oltre i confini francesi.
La questione rimane al centro dell’attenzione mediatica internazionale, con la coppia Macron che intende continuare la procedura giudiziaria per chiarire ogni dubbio sull’identità di Brigitte, opponendosi così alla diffusione di notizie false che coinvolgono personaggi pubblici.