Turismo e politica, stop allo stand di Israele alla fiera TTG di Rimini su richiesta del Pd

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Stop allo stand israeliano al TTG di Rimini, decisione del Pd - Gaeta.it

Elisabetta Cina

18 Settembre 2025

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel mondo del turismo italiano. L’Italian Exhibition Group ha deciso di escludere lo stand di Israele dalla fiera TTG di Rimini, su richiesta del Partito Democratico. Una scelta che ha fatto subito discutere, mettendo sul tavolo il tema delicato del turismo come strumento di apertura culturale, ma anche il rischio di usare le fiere come palcoscenico per battaglie politiche.

Santanchè contro la rimozione dello stand israeliano: “Il turismo deve unire, non dividere”

Il 18 settembre 2025, il Ministro del Turismo Daniela Santanchè ha preso posizione con fermezza. Ha definito “sorprendente” la decisione dell’Italian Exhibition Group, sottolineando che il turismo dovrebbe essere un ponte per abbattere pregiudizi e mettere in contatto culture diverse. Per Santanchè, il turismo è prima di tutto un’occasione di scambio e conoscenza, senza spazio per discriminazioni o esclusioni.

Ha ricordato come l’Italia sia sempre stata riconosciuta per la sua accoglienza, aperta a tutti senza distinzioni di nazionalità o appartenenza politica. Un valore che, ha detto, non può essere messo in discussione in un contesto come una fiera internazionale. Il messaggio del ministro è chiaro: l’ospitalità italiana non deve diventare terreno di divisioni, ma occasione di dialogo.

Ttg di Rimini: il Pd chiede l’esclusione di Israele, scoppia la polemica

La TTG di Rimini è uno degli appuntamenti più importanti per il turismo italiano. Ogni anno richiama operatori, paesi esteri e addetti ai lavori, tutti con l’obiettivo di promuovere sviluppo e collaborazioni. Quest’anno, però, la scelta di escludere lo stand di Israele rompe la tradizione di una fiera che da sempre ha puntato sull’inclusività.

La decisione, presa su sollecitazione del Partito Democratico, non è stata accompagnata da spiegazioni dettagliate sulle ragioni politiche o diplomatiche che l’hanno motivata. Quel che è certo è che si tratta di un intervento politico in un evento che di solito si concentra su aspetti commerciali e culturali del turismo. La reazione non si è fatta attendere: il ministero e molti operatori hanno espresso preoccupazione, temendo che la fiera possa perdere la sua funzione di luogo aperto al confronto.

Questo caso riporta al centro la questione del rapporto tra politica e turismo. Spesso il turismo ha il potenziale di avvicinare popoli e culture, ma rischia di essere travolto da tensioni ideologiche che ne limitano l’accesso e la neutralità.

Cosa significa per l’Italia la rimozione di Israele dalla TTG

L’esclusione dello stand israeliano dalla TTG di Rimini non è solo un episodio isolato. Ha ripercussioni che vanno ben oltre la fiera stessa, toccando i rapporti istituzionali e l’immagine dell’Italia all’estero. Il turismo, spesso terreno di scambi culturali e diplomatici, potrebbe soffrire una battuta d’arresto nelle collaborazioni con realtà che si sentono escluse da questi spazi.

In questo quadro, la scelta italiana rischia di mettere in discussione i valori storici di apertura e accoglienza verso tutte le nazioni. Il richiamo del ministro Santanchè sottolinea proprio l’importanza di offrire ospitalità a ogni paese senza distinzioni, un principio che ha fatto dell’Italia una meta apprezzata e rispettata a livello globale.

L’intervento del Pd solleva questioni delicate sul futuro della coesione nel turismo italiano e sulla capacità del Paese di restare una piattaforma neutra per promuovere dialogo e collaborazione. Sarà importante seguire le prossime mosse di enti e organizzatori per capire come si bilancerà questa tensione tra politica e turismo in un evento di così grande rilievo come la TTG di Rimini.